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Tragedia ad Ischia: ora sono 8 le vittime accertate. Tra loro bimbi e un neonato di 21 giorni

Il fango che ha devastato una zona di Casamicciola Terme, a seguito dell’alluvione di sabato mattina, continua a restituire corpi. Le squadre di soccorritori che lavorano a via Celario hanno individuato ed estratto l’ottava vittima dell’alluvione. Si tratta di un ragazzino, Michele Monti, di 15 anni, fratellino degli altri due bimbi il cui cadavere è già stato recuperato, Maria Teresa e Francesco.

E' stata ancora una notte di scavo alla luce delle fotoelettriche lungo il canalone di fango che ormai è quanto resta di via Celario a Casamicciola Terme, il piccolo comune di Ischia dove alle 5 della mattina di sabato una frana si è staccata dopo una giornata di pioggia battente, inghiottendo o sventrando 30 abitazioni. Protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, polizia e volontari rimuovono il fango che si va consolidando e i massi anche a mani nude, nel tentativo di trovare i 5 ancora nella lista dei dispersi, l’ultima ufficializzata ieri dalla riunione del Centro di coordinamento soccorsi in prefettura a Napoli alle 18.

Tra le vittime accertate un neonato di 21 giorni, una bimba di 6 anni e un ragazzino di 11, 5 i feriti di cui uno grave al Cardarelli di Napoli con uno schiacciamento del torace, e 230 gli sfollati sistemati in hotel che hanno riaperto apposta, ma la maggioranza sono stati ospitati da parenti e amici. Le abitazioni colpite passano da 15 a circa 30. Ora i tecnici dovranno perimetrare la zona rossa, e il numero delle famiglie sgomberate potrebbe salire, mentre continuano i rilievi e le indagini dei carabinieri della Forestale cui è stato demandata dalla procura di Napoli l’acquisizione di elementi per il fascicolo di indagine aperto per disastro colposo. Alle 11 nuova riunione in prefetttura e nuovo bilancio ufficiale.

Pichetto, in galera sindaco e chi lascia costruire

Contro l’abusivismo edilizio a Ischia «secondo me basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano costruire». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da Rtl 102.5. Alla domanda se è d’accordo con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, secondo cui bisogna demolire, il ministro ha risposto: «Io confischerei ciò che è abusivo, valutando poi caso per caso ciò che è pericoloso e che va demolito». Pichetto Fratin ha infine ricordato che per l’area colpita dalla frana «ci sono stanziamenti previsti 12 o 13 anni fa e che tuttora risultano in ambito locale solo a livello di progettazione». Il ponte di Genova è stato sfruttato come veicolo per una sanatoria notevole» dell’abusivismo edilizio» ha evidenziato il ministro Pichetto Fratin a Rtl 102.5 Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, annunciato ieri in Consiglio dei ministri, «deve essermi presentato a giorni -, ha detto ancora il ministro -. Era partito con il ministro Galletti nella legislatura 2013-2018. Io sono arrivato al Ministero un mese fa, ho chiesto subito cosa era pendente. Il Piano risulta in definizione». Tuttavia, ha aggiunto Pichetto, «non avrebbe evitato il disastro di Ischia. Il disastro non ci sarebbe stato se non si fosse costruito nell’alveo, e se si fossero fatte le misure di sicurezza che risultano in progettazione da anni». «Speriamo che tutti facciano il loro dovere, dal ministro agli amministratori locali», ha concluso Pichetto.

La replica del sindaco

Non vorrebbe replicare al ministro Gilberto Picchetto Fratin, Giovanbattista Castagna, sindaco di Casamicciola Terme dal 2014 fino a giugno 2022, quando è stato sfiduciato dalla sua maggioranza. Castagna, che è un ingegnere, e che ha gestito anche l’emergenza terremoto nel 2017, sottolinea all’Agi che «qualsiasi affermazione fatta andrebbe supportata da elementi tecnici, e io spero che il ministro ne abbia per farne di simili». «Sono pronto ad andare in galera se i fatti dicono che ci siano mie responsabilità. Non replico al ministro. Io in questo momento credo che bisogna stare vicini alle persone, aiutare i soccorritori, stare attenti perchè il pericolo non è finito», aggiunge. «Ma se si è staccata una porzione di montagna da 700 m di altezza e fango e detriti sono precipitati fino al porto, migliaia di metri cubi di materiale caduto verticalmente, quando le prime abitazioni sono a 300 metri di altezza, non è certo la pulizia di un alveo che poteva ovviare a questo - spiega ancora - mi sembra alquanto surreale parlare di abusivismo edilizio. Lo dico da tecnico. Non è possibile». Casamicciola è fatta di «case costruite 400-500 anni fa. Potrei accettare un discorso di abusivismo quando parliamo di un muro che è caduto che era fatto male e nel posto sbagliato. Allora si che c'è una colpa grave. Ma non quando un pezzo di montagna precipita molto più in alto di dove c'è qualsiasi tipo di abitato e e la prima cosa che impatta è 300 m più giù. Tanto vale parlare di evacuare l’intera Casamicciola».

Mule', agire o ci saranno altre tragedie

«E' chiaro che all’incuria dell’uomo si è aggiunta la violenza di eventi climatici sempre più ravvicinati e violenti. Quella di Ischia è la tragedia annunciata di un territorio isolano, di un’organizzazione urbanistica che ha visto incuria e lassismo». Il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè lo dice a Radio Cusano Campus. Sul dissesto idrogeologico. «Nel decreto Ponte Morandi piombò l’emendamento del governo che sostanzialmente condonava la regolarizzazione delle case abusive di Ischia. Venne fatto tutto in due ore. Noi votammo contro. Se intervieni su un tessuto fragile con un condono in fretta e furia è chiaro che ti esponi a delle tragedie. Mai come adesso - aggiunge - bisognerebbe immediatamente fermarsi e capire dove questo Paese è a rischio di morte più o meno certa, ci sono territori dove è scritto che l’incuria provocherà tragedie di qui a qualche decennio». Le soluzioni? «Ci sono piani urbanistici che sono previsti dal Pnrr che però devono essere messi in pratica, anche a costo di scontentare chi parla di abusivismo di necessità. Siccome si fa tanto parlare di rigenerazione urbana, di riordino di zone urbanistiche - continua - non può più essere accettato il teorema di abusivismo di necessità. Laddove ci sono situazioni di pericolo concreto lo Stato deve intervenire anche con la forza. Bisogna accettare il fatto che dovremo anche demolire alcune porzioni di territorio, dando però a queste persone una situazione abitativa degni».

Il Cdm: stato d'emergenza per un anno, stanziati 2 mln

A palazzo Chigi si è riunito il Governo che ha stanziato, su proposta del ministro per la Protezione Civile, i primi due milioni di euro dichiarando lo stato di emergenza che durerà un anno. Al primo stanziamento, ha spiegato il ministro Nello Musumeci ne "seguiranno altri non appena avremo una ricognizione dei danni e delle esigenze immediate. Diverso il ragionamento sul piano di ricostruzione che riguarderà strutture pubbliche e private". Nel corso della riunione il premier Giorgia Meloni è tornata ad esprimere vicinanza alle popolazioni colpite affermando che ora la priorità è lasciar lavorare i soccorritori e volontari senza disturbare o intralciare il loro lavoro. Appena le condizioni lo consentiranno, il premier visiterà l'isola per incontrare le comunità. L'esecutivo ha nominato Simonetta Calcaterra commissaria per la gestione dell'emergenza. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha stigmatizzato l'abusivismo sottolineando che "la gente deve capire che in alcune aree non si può abitare". Sulla polemiche dei fondi inutilizzati per le opere di prevenzione i sindaci hanno ricordato che "i comuni sono in sofferenza e servono fondi e personale".

Curcio arrivato ad Ischia: "Italia paese fragile"

«Si sta lavorando per ottimizzare le numerose risorse che sono arrivate a Ischia. Si tratta di razionalizzarle per continuare nella ricerca dei dispersi, e si sta procedendo casa per casa e in mare». Lo spiega il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, a Ischia per coordinare gli interventi, intervistato dallo speciale Tg1. «Oggi il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza, poi firmerò la prima ordinanza - aggiunge - la macchina è pienamente operativa. Abbiamo 140 vigili del fuoco e poi tanti altri operatori. Tutto il sistema è attivato con specialità e volontari». Si lavorerà nei prossimi giorni con priorità alla ricerca dei dispersi e all’accoglienza degli sfollati e poi si procederà alla creazione della struttura commissariale, dice ancora. Quello della tragedia annunciata, però, sottolinea Curcio, «è un discorso che vale per tutta l’Italia. Il paese è fragile, è un dato di fatto. C'è da chiedersi cosa si fa, cosa facciamo tutti, per spingere durate la non emergenza quando poi le agende sono altre».

Piantedosi: "Situazione grave e complicata"

«Ci sarà tempo per capire come e perchè si è verificata questa terribile tragedia. Ci sono persone travolte dal fango che non rispondono alle chiamate. A me preme sottolineare che tutto il personale dei Vigili del fuoco presente ad Ischia è intervenuto immediatamente e l’invio di ulteriori uomini e mezzi è stato tempestivo, nonostante le gravi difficoltà dovute al maltempo che ha reso tutto estremamente più complicato». Lo afferma il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervistato da 'La Stampa' sulla frana causata dal maltempo che ha colpito l’isola di Ischia.
Il titolare del Viminale riferisce di «una situazione molto grave e complicata con 11 dispersi sotto il fango». Piantedosi sottolinea che «ci sono difficoltà nelle operazioni di soccorso perchè le condizioni climatiche sono molto impegnative». Poi specifica che «nell’arco della giornata sono state impiegate oltre 100 unità di Vigili del fuoco, comprese le squadre già presenti sul posto. Abbiamo garantito l’utilizzo di 28 mezzi, tra cui 2 elicotteri. Sono state impegnate squadre di specialisti: sommozzatori, unità cinofile e unità movimento terra».
Interpellato in merito ale cause di quanto accaduto, il ministro replica: «Tragiche calamità naturali come quella di ieri a Casamicciola ripropongono inevitabilmente il tema della prevenzione e mitigazione del rischio. E’ indispensabile impegnarsi per mettere in sicurezza i nostri territori ed in questa direzione dovremo investire tenendo conto delle tante fragilità e vulnerabilità».

Il vescovo di Ischia, trovare le cause del disastro

«Dovremo, dopo che la tempesta del dolore ci rende più lucidi, fermarci e con franchezza trovare le cause umane di questo disastro. Senza puntare il dito contro nessuno non potremo non chiederci, facendo memoria di un passato non così lontano: Abbiamo fatto tutta la nostra parte, perché questo evento non fosse un disastro annunciato?». È quanto scrive in un messaggio pubblicato sul sito della diocesi, il vescovo di Pozzuoli ed Ischia, mons. Gennaro Pascarella. "Ora è tempo della vicinanza, del prendersi cura, della condivisione, della prossimità. Ci sono persone ferite e sfollate, c'è chi si è visto risucchiare i suoi cari dalla furia delle acque e del fango. Essi vogliono sentire la nostra vicinanza, fatta non tante di parole, ma di gesti concreti», aggiunge il presule.

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