Matteo Messina Denaro ha tentato la fuga ed era riuscito ad allontanarsi ancora una volta ma arrivato in un bar è stato catturato. E’ quanto si è appreso in ambienti della clinica La Maddalena di Palermo, dove il superlatitante di Cosa nostra in passato era stato operato, sotto falso nome. Messina Denaro era in cura alla Maddalena da un paio d’anni «o almeno uno», dice un medico ad AGI che preferisce restare anonimo, per un tumore in zona addominale. Nella struttura sanitaria era andato per fare un tampone antiCovid, dovendo essere ricoverato in day hospital. Aveva dato un nome fittizio, Bonafede: «Frequentava la clinica - dice il medico - ed era stato operato in Chirurgia, ora veniva seguito in Oncologia. Stamattina alle 6 non c'era nulla, poi i miei collaboratori mi hanno chiamato: ci sono i Ros, mi hanno detto, e si è presentato un militare in assetto di guerra, stiamo cercando una persona, mi ha detto, stia tranquillo. In ogni piano c'era uno di loro, dei carabinieri in assetto di guerra, lui è scappato, è andato fuori al bar e lo hanno preso. Ha tentato la fuga al bar e c'è stato molto trambusto. Era seguito in chirurgia dove è stato operato e oncologia, era venuto qua per un tampone stamattina e poi per seguire i trattamenti con un altro nome, era un paziente noto alla clinica, ha fatto anche dei trattamenti. Un anno sicuramente per il day hospital. Ma non avevamo alcuna idea di chi fosse, figuriamoci se potevamo saperlo o riconoscerlo».
Le prime parole del boss
«Sono Matteo Messina Denaro». Sono state queste le prima parole del boss arrestato oggi nel corso di un blitz coordinato dalla Procura di Palermo e dal Ros. "Come ti chiami?», gli hanno chiesto i carabinieri. «Sono Matteo Messina Denaro». Il capomafia avrebbe cercato di allontanarsi alla vista dei carabinieri. Un tentativo di pochi istanti fermato dai carabinieri. La certezza è arrivata tre giorni fa. I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz, I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso.
Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie.
De Lucia: "Evidenti coperture, adesso le smaschereremo"
«L'arresto di Matteo Messina Denaro è il frutto di un lavoro di squadra portato a termine dai carabinieri del Ros in modo eccezionale, ma che viene da lontano perché è un lavoro sostanzialmente congiunto nella ricerca del latitante, tanto dalla Polizia di Stato che ha chiuso alcuni spazi, quanto dei carabinieri che poi appunto hanno portato a termine l’operazione di questa mattina». Lo ha detto il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia che ha coordinato con il procuratore aggiunto Paolo Guido l’operazione che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro su Rai Radio1, all’interno dello Speciale Che giorno è condotto da Francesca Romana Ceci e Massimo Giraldi. "Per noi - ha aggiunto - è un fatto di estrema importanza e la Repubblica che ha dei doveri da compiere nei confronti dei suoi martiri e la cattura di Messina Denaro acquista una valenza storica in quanto era l’ultimo stragista rimasto in libertà. Un debito che abbiamo cercato di onorare e ci siamo riusciti». "Il boss è un uomo con evidenti coperture sulle quali sono in corso in questo momento delle indagini, in queste ore stiamo acquisendo documenti, individuando soggetti e cercando di determinare la rete che lo ha coperto fino a questo momento», ha osservato De Lucia.
Caricamento commenti
Commenta la notizia