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Caso Cospito, il Governo: "Lo Stato non scende a patto con chi minaccia"

La diplomazia italiana è di nuovo sotto attacco. E dietro i nuovi agguati c'è ancora una volta la mano degli anarchici, che vogliono Alfredo Cospito libero. Stretti attorno alle sorti del detenuto sottoposto al 41 bis a Sassari, hanno agito colpendo in poche ore il consolato generale di Barcellona, i cavi di un ripetitore di Torino e, se sarà confermata la pista delle indagini, perfino l'auto di un funzionario diplomatico a Berlino, data nella notte alle fiamme. Sul rogo dell'Audi, nella capitale tedesca, la polizia locale non ha ancora fornito i dettagli dell'inchiesta. Ma la procura di Roma ha aperto un fascicolo e sospetta che la matrice degli agguati sia appunto quella anarchica. Del resto anche a Berlino è comparsa una scritta nei giorni scorsi a favore di Cospito: "No 41 bis, free Alfredo", in un quartiere non lontano da quello dell'incendio. E l'ambasciata aveva richiesto alla polizia tedesca di innalzare le misure di vigilanza, proprio in relazione all'allarme scatenato dall'attacco incendiario di dicembre all'auto della prima consigliera diplomatica dell'ambasciata di Atene, Susanna Schlein.

Palazzo Chigi: Stato non scende a patti con chi minaccia

«Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia». Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.

La preoccupazione della Meloni

La tensione sul caso è di nuovo molto alta. Sugli attacchi ai bersagli diplomatici è intervenuta la premier Giorgia Meloni, che ha espresso "preoccupazione e attenzione a questi nuovi casi di violenza nei confronti dei diplomatici italiani". "Ho fatto pervenire la mia solidarietà e quella del Governo italiano al Primo Consigliere dell'Ambasciata d'Italia a Berlino, Luigi Estero, per l'attentato che ha provocato l'incendio della sua automobile nella capitale tedesca", ha spiegato la premier, attesa a Berlino venerdì prossimo per la prima visita ufficiale al cancelliere Olaf Scholz. A dare notizia degli attacchi è stato il ministero degli Esteri italiano, con una nota arrivata di primo mattino. Antonio Tajani "ha personalmente e immediatamente contattato l'Ambasciata a Berlino e il Consolato a Barcellona per esprimere la propria solidarietà e ha chiesto che venga fatta al più presto piena luce sulle dinamiche di questi atti criminosi", ha scritto inoltre la Farnesina, sottolineando che "il ministro ha disposto l'avvio immediato delle procedure per la verifica e il rafforzamento delle sedi diplomatiche e del personale impegnato". "Le forze di polizia locali hanno effettuato i necessari rilievi scientifici ed investigativi. In ambedue i casi, fortunatamente, non si registrano danni a persone", concludeva il comunicato.

Il rogo dell'auto a Berlino

Il rogo dell'auto a Berlino è stato denunciato alla polizia da testimoni intorno alle 3.10 del mattino, secondo l'informativa delle forze dell'ordine. E nell'incendio, stando alle prime ricostruzioni, è stata coinvolta anche una Opel. Nelle ore precedenti, a Barcellona, qualcuno aveva infranto la vetrata del palazzo in cui ha sede il Consolato generale d'Italia, imbrattando la parete d'ingresso - un bassorilievo del noto scultore catalano Josep Maria Subirachs - con le scritte: "Libertat Cospido", "Amnestia totale". Espliciti i riferimenti all'anarchico, condannato a 20 anni di carcere per una serie di attentati rivendicati fra il 2003 e il 2016. Il giornale El Periodico ha parlato di "cinque incappucciati" registrati da una telecamera di sicurezza, ma la polizia catalana non ha confermato, aggiungendo solo che "c'è un'indagine in corso".

Cospito e lo sciopero della fame

Alfredo Cospito, detenuto nel carcere Bancali di Sassari sotto il regime del 41 bis, ha iniziato uno sciopero della fame il 20 ottobre scorso e ultimamente le sue condizioni si sono aggravate al punto da indurre il Garante nazionale delle persone private della libertà a intervenire, chiedendo il trasferimento immediato in una struttura in grado di prestargli un'assistenza migliore. E proprio nelle scorse settimane era partita una "chiamata internazionale all'azione" via web su siti riconducibili alla galassia anarchica, per ribadire solidarietà al torinese 56enne.

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