Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro, e Francesco Mesi, i fratelli già condannati nei primi anni 2000 per il favoreggiamento del boss Matteo Messina Denaro, sarebbero nuovamente iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di aver favorito la latitanza del capomafia arrestato il 16 gennaio scorso. I carabinieri del Ros oggi hanno perquisito, a Bagheria, le abitazioni di Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina denaro, e del fratello Francesco. Entrambi sono stati indagati, in passato, per aver favorito la latitanza del capomafia. Francesco Mesi patteggiò la pena. La donna venne arrestata il 14 giugno del 2000. Insieme a lei finirono in carcere altre due persone accusate di essere intestatarie del contratto di affitto di un appartamento in cui Messina Denaro si nascondeva ad Aspra, nel palermitano. Maria Mesi fu condannata in primo e in secondo grado per favoreggiamento aggravato alla mafia. La Cassazione annullò l’aggravante sostenendo che il rapporto sentimentale con il boss escludesse l’agevolazione di Cosa nostra. Gli investigatori trovarono diverse lettere d’amore che il capomafia e la donna si erano scambiati. Maria Mesi - la «vedova bianca» - infatti è (stata) la storica amante del boss che in quel appartamento si incontrava con la donna. C'era stato anche - nel 1997 - un blitz, fallito all’ultimo minuto perché il boss non si presentò all’appuntamento. Il Ros ha perquisito anche la torrefazione gestita da Maria Mesi e dal fratello. Gli investigatori del Ros - coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido - stanno «rivedendo», anche ritroso, tutti gli elementi raccolti nel tempo e alla luce di quelli raccolti dopo l’arresto. C'è massimo riserbo sulle indagini ma - da quanto si apprende - si starebbe anche verificando se i contatti tra Messina Denaro e la sua «ex amante» siano continuati, se siano ripresi e quando. Pare infatti che non si siano comunque mai interrotti quelli con la famiglia Messina Denaro.