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'Ndrangheta, sequestrati 45mln ai fratelli Berna. Messina: "Colpita borghesia mafiosa"

Sequestrati beni per un valore complessivo di 45 milioni di euro, riferibili ai fratelli Francesco e Demetrio Berna di 50 e 49 anni, imprenditori reggini attivi nel settore dell’edilizia ed intermediazione immobiliare. Questo il bilancio di un operazione della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato sull'intero territorio nazionale, che stamane, il Servizio Centrale Anticrimine e la Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria hanno eseguito, nelle province di Reggio Calabria, Messina, Milano, Bari e negli Stati Uniti, un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dal Questore di Reggio Calabria Bruno Megale. I due, allo stato degli atti e fatte salve successive valutazioni nel merito, furono raggiunti nel 2019 da ordinanza di custodia cautelare in carcere e recentemente da richiesta di rinvio a giudizio, poiché ritenuti «imprenditori di riferimento» di un’articolazione di 'ndrangheta, nell’ambito di un’operazione condotta dalla Polizia con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che ne disvelò la piena operatività finalizzata ad acquisire la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti o vantaggi ingiusti anche attraverso la riscossione di ingenti somme di denaro a titolo di tangente, nonché per impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o procurare voti agli associati, ai concorrenti esterni, ai contigui o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.

Messina: "Con sequestro colpita borghesia mafiosa"

«La misura di prevenzione odierna - ha precisato Francesco Messina, direttore della divisione anticrimine della polizia di Stato - è una indagine separata dal resto delle posizioni giudiziarie dei fratelli Berna. L’ablazione dei beni applicata ai mafiosi, è uno dei pilastri, con il 41 bis e l’ergastolo ostativo, che consentono una forte azione di prevenzione e contrasto ai capitali costruiti illecitamente dalle organizzazioni criminali. Non è un caso che l’on. Pio La Torre sia stato assassinato per la sua iniziativa, come non è un caso che Totò Riina, nel suo "papello", chieda che la confisca dei beni patrimoniali ai mafiosi dovesse essere cancellata».
Per Giuseppe Linares, dirigente centrale dei servizi anticrimine, «la misura di prevenzione a carico dei fratelli Berna è una foto che racchiude un trentennio di attività, un patto tra politica, imprese e 'ndrangheta, alleanza occulta che rompe le regole del libero mercato e della concorrenza: assunzioni di maestranze, acquisti di materiali, tutto ciò distrugge - ha sottolineato - l’ordine economico in questa città con il controllo di fatto di un intero settore produttivo, un circuito che produce anche consenso elettorale. Da qui la pericolosità sociale dei Berna, alla base della richiesta dell’applicazione della misura di prevenzione.
«Lunghissimo l’elenco dei beni sottoposto a sequestro: 337 appartamenti, centinaia di terreni, soprattutto ubicati nell’area di Cannavò e dintorni, storico "locale" di 'ndrangheta diretto dai Libri, la società "Berna costruzioni srl", la Idelivery Agritech, la Bioedicom, la Bioarch, Rotonda immobiliare e la Abr Casa Italia Corporation a Miami. Ed ancora, centinaia di rapporti finanziari e bancari e automezzi di grossa cilindrata, «un ingente patrimonio acquisito a far data dalla prima metà degli anni '90, tutti da ritenersi, allo stato, nella diretta o indiretta disponibilità dei Berna», beni cresciuti - secondo gli inquirenti - sotto la protezione della cosca Libri».

«La Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato - ha dichiarato Messina - sta attuando da anni una strategia finalizzata a colpire i patrimoni illeciti accumulati dalle mafie, utilizzando sia i sequestri penali che le misure di prevenzione patrimoniali. Dal 2019, sono stati sequestrati, su tutto il territorio nazionale, beni per oltre 650 milioni di euro alla sola 'ndrangheta. Quest’ultima, colpita dall’operazione odierna, è l’organizzazione mafiosa più pericolosa, sia dal punto di vista militare che economico. Grazie alla sinergia operativa tra indagini tradizionali e accertamenti patrimoniali, il contrasto alle organizzazioni mafiose non si ferma all’apparato militare, e quindi alla repressione di reati come le estorsioni e il traffico di armi e stupefacenti, ma colpisce le ricchezze accumulate grazie alle attività delittuose, funzionali alla sopravvivenza stessa delle organizzazioni criminali».

Megale: "Esaminati dati degli ultimi 30 anni"

«Una indagine che ha esaminato i dati imprenditoriali dei fratelli Berna lungo l’arco di trent'anni - ha detto il questore Bruno Megale - che ha fatto emergere, al di là delle ricadute penali a carico dei due imprenditori, precise responsabilità in relazione alla crescita esponenziale dei loro patrimoni». I due fratelli sono vigilati dalla polizia per «alcune confessioni parziali - dicono gli inquirenti - rese per una serie di tentativi di estorsione subite da alcune cosche della 'ndrangheta, nonostante la protezione dei Libri, tali, comunque, da non sconfessare le loro responsabilità». Francesco Berna è sotto processo per associazione mafiosa, e il fratello Demetrio per concorso esterno in associazione mafiosa, nei procedimenti "Libro Nerò e "Malefix", chiamati in causa dalla Procura distrettuale antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, insieme a capi e gregari della 'ndrangheta reggina: dai De Stefano, ai Condello; dai Latella, ai Ficara.

Occhiuto: "Grati alla Polizia"

«Congratulazioni al Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e alla Divisione anticrimine della Questura di Reggio Calabria per l’operazione di oggi. Un sequestro da 45 milioni di euro alla 'ndrangheta che rappresenta l’impegno costante dello Stato contro le cosche». Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Wanda Ferro: "Congratulazioni all'Anticrimine"

"Rivolgo le mie congratulazioni al Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e alla Divisione anticrimine della Questura di Reggio Calabria per l’importante operazione che sta consentendo di sequestrare beni per 45 milioni di euro in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti. Il provvedimento di sequestro ai sensi della normativa antimafia, emesso su proposta formulata dal Procuratore della Repubblica e dal Questore di Reggio Calabria, rientra nella più ampia strategia di contrasto alle mafie volta non solo a colpire gli apparati militari delle cosche, ma anche ad aggredire gli ingenti patrimoni accumulati, per impedire che vengano poi reinvestiti dalle associazioni criminali nelle attività illecite e utilizzati per affermare il proprio prestigio e la propria autorità sul territorio". E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FDI).

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