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Il Papa conclude il viaggio in Sudan: "Essere sale della terra per cambiare la storia"

Essere "il sale della terra" per "cambiare la storia" del Sud Sudan. È l'esortazione di papa Francesco nell'omelia della messa al celebrata al Mausoleo "John Garang" di Giuba. "Oggi vorrei ringraziarvi perché siete sale della terra in questo Paese - ha detto il Pontefice -. Dinanzi a tante ferite, alle violenze che alimentano il veleno dell'odio, all'iniquità che provoca miseria e povertà, potrebbe sembrarvi di essere piccoli e impotenti. Ma, quando vi assale la tentazione di sentirvi inadeguati, provate a guardare al sale e ai suoi granelli minuscoli: è un piccolo ingrediente e, una volta messo sopra un piatto, scompare, si scioglie, però è proprio così che dà sapore a tutto il contenuto".

"Così, noi cristiani, pur essendo fragili e piccoli, anche quando le nostre forze ci paiono poca cosa di fronte alla grandezza dei problemi e alla furia cieca della violenza, possiamo offrire un contributo decisivo per cambiare la storia", ha aggiunto. "Questa terra, bellissima e martoriata, ha bisogno della luce che ciascuno di voi ha, o meglio, della luce che ognuno di voi è!", ha continuato Francesco.

"Vi auguro di essere sale che si sparge e si scioglie con generosità per insaporire il Sud Sudan con il gusto fraterno del Vangelo; di essere comunità cristiane luminose che, come città poste in alto, gettino una luce di bene su tutti e mostrino che è bello e possibile vivere la gratuita', avere speranza, costruire tutti insieme un futuro riconciliato".

"Sono con voi e vi auguro di sperimentare la gioia del Vangelo, il sapore e la luce che il Signore, il Dio della pace, il Dio di ogni consolazione, vuole effondere su ciascuno di voi", ha concluso. Da quando è arrivato Papa Francesco per celebrare la Messa non è cessato il flusso di persone dirette all'area del Mausoleo. Al momento le autorita' locali stimano stiano partecipando alla Santa Messa oltre 100.000 persone.

L'omaggio alle donne

"La speranza, qui specialmente, è nel segno della donna e vorrei ringraziare e benedire in modo speciale tutte le donne del Paese".  Queste le parole del Papa prima della recita dell'Angelus, al Mausoleo "John Garang" di Giuba.

"Speranza è la parola che vorrei lasciare a ciascuno di voi, come un dono da condividere, come un seme che porti frutto", ha aggiunto. "In Sud Sudan c'è una Chiesa coraggiosa, imparentata con quella del Sudan", ha sottolineato il Pontefice che ha ricordato la figura della santa sudanese Giuseppina Bakhita, "una grande donna, che con la grazia di Dio ha trasformato in speranza la sofferenza patita".

Una strada per Bergoglio

Il governo sud sudanese ha intitolato a Papa Francesco, primo Pontefice nel Paese, una strada a Giuba, che d'ora in poi si chiamerà "Pope Francis Road". La nuova strada, pavimentata, asfaltata e infine aperta al pubblico, rappresenta un dono al Pontefice dopo il pellegrinaggio ecumenico di pace.

"Pope Francis Road" parte da piazza Kololo Junction fino alla sede della Nunziatura apostolica (Ambasciata vaticana), passando accanto all'ambasciata dell'Unione Europea e a quella degli Stati Uniti. "La presenza di Papa Francesco rimarrà per sempre nel Paese del Sud Sudan", ha commentato l'ordinario locale della diocesi cattolica di Tombura-Yambio del Sud Sudan.

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