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Anarchici a Torino per Cospito, è guerriglia: feriti manifestanti e due agenti. Cinque arresti

Disordini, due agenti di polizia feriti, 5 arresti e 33 in fase di trattazione, 160 persone identificate, 11 fogli di via in corso di notificazione a Torino dove centinaia di anarchici, arrivati anche dall’estero, si sono dati appuntamento oggi pomeriggio per una manifestazione di protesta per il caso di Alfredo Cospito. I due poliziotti feriti sono un operatore del reparto mobile di Milano colpito da una bomba carta a una gamba e un’operatrice della polizia scientifica raggiunta alla mano da una bottiglia di vetro scagliata dai dimostranti.

Tra gli identificati ci sono dei francesi, dei tedeschi e degli italiani provenienti da Imperia, Napoli, Udine, Avellino, Caserta, Trento, Brindisi. Sulle condizioni dell’esponente anarchico oggi il medico curante, dopo la visita in carcere, ha detto che la situazione fisica «si sta deteriorando rapidamente, anche se il fatto che abbia ripreso a prendere almeno un po' di zucchero la rende un po' meno drammatica». Oltre ai liquidi, acqua e soprattutto the, Cospito sta assumendo due cucchiai di zucchero e un cucchiaino di sale, mentre non prende più integratori e vitamine», ha riferito il medico al legale dell’anarchico. Il medico ha riferito di aver visto per la prima volta il 55enne "molto stanco e affaticato": è' arrivato alla visita camminando sulle sue gambe ma si è subito seduto sul lettino». Ha perso un altro chilo, ne pesa 70, una soglia «al limite» per un uomo della sua altezza. E dopo il raduno in piazza Solferino, nel centro di Torino, gli anarchici, si sono mossi in corteo, lasciando una scia di devastazione: rotte vetrine dei negozi, vetri delle auto in sosta a decine, divelti cartelli stradali e totem pubblicitari, incendiati cassonetti, lanciati grossi petardi, bombe carte, sassi e bottiglie. Nel tardo pomeriggio le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire con gli idranti e i lacrimogeni nella zona del mercato di Porta Palazzo, per allontanare i manifestanti lontano dal centro di Torino, dopo scene da guerriglia urbana. In tarda serata poi un gruppo di manifestanti si è chiuso nell’edificio che ospita una emittente radiofonica di area.

Il raduno degli anarchici

Il raduno degli anarchici, di cui il tam tam era cominciato molti giorni fa, era cominciato a metà pomeriggio in piazza Solferino, a poche centinaia di metri dal cuore di Torino. Ma un fitto cordone di polizia e carabinieri, con lo schieramento di numerosi mezzi, ha sbarrato da subito ogni via d’accesso alle sedi delle istituzioni e alle strade del centro affollate, come ogni sabato, da migliaia di persone, torinesi e turisti. Tra i manifestanti a prendere la parola, il veterano Pasquale Valitutti, 76 anni, l’unico tra l’altro ad accettare di parlare con i giornalisti: «Se Alfredo Cospito muore i responsabili saranno storicamente giustiziati dagli anarchici. Questa - ha precisato - è la mia personale opinione. La mia speranza. Quando si creeranno le condizioni i responsabili saranno giustiziati. Non adesso, non da me e non da quelli che sono qui in piazza. Gli anarchici sono l’unico gruppo politico che dimentica rapporti di forza e ragioni di opportunismo per fare giustizia. La sanno fare. E la fanno». Dopo un’ora abbondante di raduno statico, i manifestanti, dietro lo striscione «Al fianco di Alfredo, al fianco di chi lottà, si sono mossi in corteo al grido di "Fuori Alfredo dal 41 bis". Lungo la loro strada hanno imbrattato decine di muri, a cominciare dalla sede della Banca del Piemonte, sfasciato vetrine, distrutto e incendiato bidoni dei rifiuti. Poi è cominciato il lancio di bombe carta e grossi petardi e gli atti vandalici alle auto in sosta, in particolare in via della Consolata, vicino all’omonimo santuario. Deturpato anche l'obelisco in piazza Savoia, monumento alle leggi Siccardi che portarono alla soppressione dei tribunali ecclesiastici. La tensione è proseguita fino alla serata, con fuggi fuggi tra i clienti dei locali e gli ambulanti del mercato tra Porta Palazzo e il fiume Dora, con lancio di fumogeni e petardi da una parte e lacrimogeni dall’altra. Già prima del raduno 7 anarchici erano stati portati in Questura per l’identificazione.

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