Annullate con rinvio le condanne a 24 anni per Finnegan Lee Elder e a 22 anni per Gabriel Natale Hjort in relazione all’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 nel quartiere romano di Prati. Una decisione, arrivata dopo 5 ore di camera di consiglio, che di fatto smonta sia la sentenza di primo grado, dove entrambi i giovani americani erano stati condannati all’ergastolo, sia la sentenza di appello.
La Suprema Corte, per la posizione dell’esecutore materiale, il 22enne Elder, ha respinto il ricorso per l’omicidio, ma lo ha accolto per le aggravanti e per la resistenza al pubblico ufficiale. La pena dovrà essere ricalcolata e potrebbe essere più bassa di 14 anni.
Per il 21enne Gabriel Natale Hjort ci sarà un nuovo processo. «I ricorsi devono essere ritenuti inammissibili», aveva detto nel corso della requisitoria il sostituto procuratore parlando dei ricorsi presentati dai difensori degli imputati. «La ricostruzione della difesa è illogica rispetto all’intervento di Cerciello: il carabiniere infatti non aveva motivi per aggredire Elder che subito ha tirato fuori il coltello e lo ha colpito», aveva affermato il magistrato. Questo varrebbe anche in caso Cerciello non si fosse qualificato come carabiniere.
«Non si aggredisce un uomo disarmato con 11 fendenti in 20 secondi. Non ci sono dunque i presupposti per la legittima difesa», spiegava il sostituto procuratore. E sul coinvolgimento pieno di Natale Hjorth: «Natale gestisce lo zaino dove è stato trovato il coltello, lava il coltello. E’ lui che detta le condizioni, individua il luogo. E’ lui che da il contributo intellettuale. E’ sempre lui a conoscere la lingua italiana e a prendere accordi», ricordava l’accusa. Per questo aveva chiesto la conferma della sentenza di appello per entrambi gli imputati.
Festeggiano le difese. «Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri. Quell'intervento è stato anomalo. All’atto pratico ci sarà un nuovo processo e non è possibile, senza motivazioni, stabilire quale può essere la pena», ha detto l’avvocato Renato Borzone, difensore di Elder insieme al collega Roberto Capra. «Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito, abbiamo finalmente qualcuno che ha sentito le nostre ragioni. Adesso si apre una nuova pagina nel processo», afferma invece l’avvocato Fabio Alonzi, difensore, insieme al collega Francesco Petrelli, di Natale Hjorth.
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