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'Ndrangheta, "nuove leve" del Reggino tra droga, armi e intimidazioni: arrestati 11 giovani NOMI - VIDEO

E’ una donna di Seminara la persona intimidita con ben 18 colpi di pistola al portone di casa ed alla saracinesca del garage dalle giovani leve della criminalità organizzata del piccolo centro della Piana di Gioia Tauro. La vicenda è iniziata a fine ottobre 2021 quando i carabinieri di Seminara, a seguito di un’aggressione subita da un uomo di 59 anni e dai suoi figli minori (forse per contrasti legati al traffico di stupefacenti), hanno denunciato alla Procura di Palmi un gruppo di ragazzi individuato soprattutto grazie alla collaborazione di una signora del posto, che era stata testimone della rissa avvenuta proprio sotto la sua abitazione, in grado di riconoscerne gli autori e di fornire i filmati della sua videosorveglianza e che, per questo, è stata oggetto di danneggiamenti.

L'operazione

Alle prime luci dell’alba, nelle province di Reggio Calabria e Latina, i carabinieri della Compagnia di Palmi, nell’ambito dell’operazione denominata “Nuove Leve”, hanno dato esecuzione a due correlate ordinanze applicative di misure cautelari personali,  emesse dal gip del Tribunale di Palmi e dal gip del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, nei confronti di 11 soggetti - di cui  7 in carcere e 4 agli arresti domiciliari - ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di danneggiamento aggravato, detenzione abusiva di armi e munizionamento, comuni e da guerra, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

I nomi degli arrestati

In carcere Tommaso Oliveri (20 anni, di Seminara); Rocco Lombardo (24 anni di Sinopoli); Michele Lombardo (27 anni di Seminara); Gabriele Lombardo (25 anni di Melicucco); Fidia Mesiano (21 anni di Melicuccà); Elio Arcangelo Morfea (28 anni di Sinopoli) e Francesco Violi (43 anni di Palmi).

Arresti domiciliari per Giuseppe Oliveri (32 anni di Seminara); Angelo Lombardo (37anni, di Cinquefrondi); Giony Quaranta (21 anni, di Cinquefrondi) e Samuele Quaranta (20 anni, di Cinquefrondi).

L'origine dell'indagine

L’indagine, coordinata dalla Procura di Palmi (RC) diretta dal dott. Emanuele Crescenti e dalla Procura dei minori di Reggio Calabria diretta dal dott. Roberto Placido Di Palma, scaturisce dall’attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Palmi da novembre 2021 ad agosto 2022, avviata proprio a seguito del danneggiamento con colpi di arma da fuoco avvenuto presso l’abitazione di una privata cittadina.

18 colpi di pistola, tragedia sfiorata

Nella specifica circostanza, due individui con indosso delle tute bianche e volti travisati, avevano esploso 18 colpi di pistola al portone di ingresso e al garage dell’abitazione della donna, rimasta illesa probabilmente solo perché considerata l’ora tarda in cui era stato commesso il fatto, fortunatamente si trovava già in camera da letto.

La ricostruzione: la testimonianza e l'intimidazione

Sono gli ultimi giorni di ottobre 2021 quando i Carabinieri della Stazione di Seminara a seguito di un’aggressione avvenuta nei confronti di un residente del posto e dei 2 figli minorenni forse a causa di contrasti legati al traffico di stupefacenti, hanno avviato i successivi accertamenti che hanno consentito di denunciare all’Autorità Giudiziaria un gruppo di ragazzi, la cui individuazione è stata resa possibile soprattutto grazie alla collaborazione di una signora del posto, che era stata testimone dell’aggressione avvenuta proprio sotto la sua abitazione, in grado di riconoscerne gli autori e di fornire i filmati della sua videosorveglianza. Durante la commissione dell’evento criminoso, la donna avrebbe anche cercato verbalmente di convincere gli aggressori a desistere, ricevendo però chiare minacce da parte di alcuni di loro.

Il collegamento

È stato solo pochi giorni dopo, agli inizi di novembre, che si verificò il danneggiamento a colpi di arma da fuoco presso l’abitazione della stessa donna e da lì le immediate indagini poste in essere alla ricerca degli autori dai militari dell’Arma volte ad accertare anche il presunto collegamento con il precedente fatto delittuoso.

Le "nuove leve" e la 'ndrangheta di Seminara e Palmi

Le successive attività investigative hanno permesso oltre che di individuare i due giovani responsabili del danneggiamento, anche di ricostruire la fitta rete di comunicazioni intorno agli stessi di un nutrito gruppo di soggetti, per lo più tra i 19 e i 30 anni, capaci di condotte delittuose gravi, potendo contare anche sull’appoggio di loro conoscenti e parenti di rilievo criminale, in grado di reperire armi e droga con estrema facilità, successivamente identificati negli odierni indagati. Il gruppo poteva infatti contare su una vasta parentela fatta di personaggi di primo piano della 'ndrangheta 'seminarota' e 'palmisana'.

Il ruolo centrale di Tommaso Oliveri

«Un gruppo di giovani in grado di accedere ai mercati illegali, nel circuito delle armi e sostanze stupefacenti». E’ quanto scrive il gip di Palmi Francesca Mirabelli che, su richiesta del procuratore Emanuele Crescenti, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli 11 arrestati. L’elemento centrale del gruppo è Tommaso Oliveri, 20 anni, di Seminara, nei confronti del quale il gip Concettina Garreffa ha emesso un’ordinanza di arresto su richiesta del procuratore di minori di Reggio Calabria Roberto Di Palma. Per i magistrati, Oliveri è «una vera e propria giovane leva della criminalità locale».  Secondo gli investigatori, sarebbero stati proprio Tommaso Oliveri e Rocco Lombardo ad esplodere numerosi colpi di pistola contro la sua abitazione. Grazie a messaggi, foto e video che gli indagati si scambiavano su Whatsapp, estrapolati dal cellullare di Oliveri, infatti, gli investigatori sono riusciti a scoprire che la baby gang avrebbe avuto disponibilità non solo di pistole e fucili ma anche di kalashnikov.

Il procuratore Crescenti: "Intercettazioni fondamentali"

«Considero l’operazione di oggi di estrema importanza per il territorio perché ci troviamo in quella zona borderline in cui ci sono soggetti che aspirano a fare il passaggio alla criminalità organizzata». Lo ha detto il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti durante la conferenza stampa sull'inchiesta "Nuove leve". Tra i reati contestati non c'è quello associativo ma si è trattato di un’inchiesta «sviluppata ancora una volta - ha aggiunto il magistrato - attraverso le intercettazioni telefoniche, attraverso la verifica dei telefonini e dell’attività sulle chat tanto di moda oggi. Questo ci ha consentito di ricostruire un commercio molto forte, ma anche molto importante, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista quantitativo di armi, armi da guerra e una serie di episodi criminosi, dall’organizzazione di una rapina danni di un corriere allo smercio di sostanza stupefacente». «Ribadiamo - ha sostenuto il procuratore Crescenti - l'importanza di lavorare con strumenti tecnologici come le intercettazioni. Bloccare questo tipo di attività, tagliar via questa fetta sempre più importante della nostra realtà da un da un’attività investigativa è anacronistico, assolutamente anacronistico. Non ci avrebbe permesso di essere qui e quelle armi sarebbero ancora in giro».

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