"Via Rasella è stata una pagina tutt'altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non": lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Terraverso, podcast di Libero, scatenando la reazione delle opposizioni.
«Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre», ha replicato la segretaria del Pd Elly Schlein; per la vicecapogruppo del M5s a Montecitorio, Vittoria Baldino, «la vera sfida è non farsi trascinare in questi biechi tentativi di distrazione dai problemi reali».
Anche se le dichiarazioni del presidente del Senato sono comunque considerate «revisioniste», come dice il capogruppo cinquestelle alla Camera Francesco Silvestri. Caustico Carlo Calenda: «Sono ammirato dalla determinazione con cui La Russa sta riuscendo a dimostrare ogni giorno la sua inadeguatezza come presidente del Senato», scrive su Twitter il leader di Azione.
Cos'era il battaglione Bozen
Il Battaglione Bozen è stato un'unità militare della Wehrmacht costituita da volontari sudtirolesi, attiva durante la Seconda Guerra Mondiale. L'unità fu impegnata in azioni di repressione contro i partigiani e la popolazione civile nei territori occupati, e in particolare nella lotta contro la resistenza italiana nel nord Italia.
Durante la guerra, il 23 marzo 1944, la Resistenza italiana organizzò un'azione di sabotaggio nella centralissima Via Rasella a Roma, colpendo un convoglio militare tedesco in transito. L'attacco provocò 33 morti e una cinquantina di feriti tra i soldati tedeschi. In risposta, il comandante delle truppe tedesche a Roma, il generale Stahel, ordinò la rappresaglia nota come Fosse Ardeatine, nella quale furono fucilati 335 civili italiani, tra cui 75 ebrei. Tra le vittime vi furono anche 10 prigionieri tedeschi.
Il Battaglione Bozen fu utilizzato dai nazisti per la repressione delle azioni di resistenza in Italia, e in particolare per le rappresaglie contro i civili. La tragedia delle Fosse Ardeatine rappresentò una svolta nella lotta partigiana, rafforzando il sostegno popolare alla Resistenza e creando un'ulteriore motivazione per la liberazione dell'Italia dal giogo nazista.
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