Marzia Capezzuti, ecco perché è stata torturata per 3 anni e uccisa: arrestati tre familiari del suo ex
Marzia Capezzuti, giovane «fragile e vulnerabile», come la descrivono i pm, ha vissuto un vero inferno, culminato in un atroce omicidio. È lo scenario restituito dalle carte dell’inchiesta sulla scomparsa, e l'omicidio, della 29enne milanese: un delitto avvenuto poco più di un anno fa, nel marzo del 2022, nel Salernitano. I Carabinieri hanno arrestato ieri Damiano Noschese, la compagna Mariabarbara Vacchiano - sorella dell’ex fidanzato della vittima - e il loro figlio 15enne. Per la Procura ordinaria e per quella minorile di Salerno, avrebbero ucciso la giovane, occultandone il cadavere in un casolare abbandonato di Montecorvino Pugliano. I due genitori sono accusati anche di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona e indebito utilizzo di carte di pagamento. Marzia, che i procuratori Giuseppe Borrelli e Patrizia Imperato definiscono un soggetto vulnerabile per via di «un ritardo mentale di media gravità» e con alle spalle un passato complesso di istituzionalizzazione, era arrivata nel Salernitano nel 2017. Aveva trovato ospitalità in casa dei Noschese-Vacchiano in quanto legata sentimentalmente ad un componente del nucleo familiare, il fratello di Mariabarbara. Proprio la morte improvvisa e prematura del suo ragazzo, secondo gli investigatori, avrebbe fatto sorgere un forte astio nei confronti della giovane, ritenuta ingiustamente colpevole. Marzia, nonostante tutto, scelse di restare. E da quel momento è iniziato il suo inferno. Divenuta ospite «indesiderata», sarebbe stata sottoposta a maltrattamenti e torture «per punizione». Vacchiano e Noschese, inoltre, dopo averla isolata, si sarebbero impossessati della sua pensione d’invalidità, prelevandola ogni mese - come hanno ricostruito i carabinieri grazie ad un alert installato sul sistema di videosorveglianza dello sportello automatico - da settembre 2021 al giugno successivo. Ma le indagini hanno consentito di ricostruire altre condotte messe in atto dalla coppia, che era riuscita ad isolare Marzia anche dalla sua famiglia di origine: a marzo 2022, quando la giovane scomparve nel nulla, i suoi genitori non sapevano nemmeno che fosse ancora a Pontecagnano Faiano in quanto, nell’estate 2021, era stata proprio Mariabarbara Vacchiano a comunicare loro che la ragazza si era allontanata insieme ad un fantomatico fidanzato. Agli atti dell’inchiesta c'è pure una confessione extragiudiziale, molto importante ai fini dell’inchiesta, fornita dal figlio 15enne della coppia nel corso di una videochiamata Instagram con la sorella. Il ragazzo, durante la conversazione, avrebbe fornito una descrizione delle modalità dell’omicidio e del luogo in cui sarebbe avvenuto. Un indizio che ha consentito ai carabinieri di circoscrivere l’area nella quale, poi, a ottobre 2022 è stato trovato il cadavere della giovane. Gli investigatori hanno ricostruito anche le ultime ore di vita di Marzia, grazie agli elementi forniti da diverse persone. La giovane sarebbe stata portata via proprio dai tre indagati dalla casa di residenza, in piena notte. I successivi rilievi effettuati dalla scientifica ed il materiale biologico estrapolato da un dente rinvenuto sul pavimento vicino al cadavere, hanno consentito di appurare che si trattasse del corpo della ragazza. Nel luogo in cui fu abbandonata, stamani il sindaco di Pontecagnano, Giuseppe Lanzara, ha deposto un fascio di fiori, accompagnato da un messaggio: «da questo momento Marzia potrà finalmente riposare in pace».