È iniziata la procedura di accertamento della morte cerebrale per la psichiatra Barbara Capovani al termine del quale si procederà alla donazione degli organi. Lo rende noto un bollettino medico congiunto da Asl Toscana nord ovest e Aou Pisa sulle condizioni della psichiatra aggredita da un paziente due giorni fa. Gianluca Paul Seung era stato collocato in cura presso il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Pisa nel 2019. È quanto emerge dalle indagini che hanno evidenziato come l’uomo «nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa, che lo aveva avuto in cura in quell'anno, elementi che trovano conferma nell’analisi dei social media dell’indagato». Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, che contestano all’uomo la premeditazione, Seung avrebbe tentato l'agguato già dal giorno precedente ma Barbara Capovani non c'era. Secondo le indagini condotte dalla squadra mobile pisana e coordinate dai sostituti procuratori Giovanni Porpora e Lidya Pagnini l’uomo il giorno precedente l'aggressione si era presentato al reparto presso l’Ospedale Santa Chiara vestito con abiti scuri, coperto in parte da cappello e mascherina chirurgica con in spalla uno zaino, ma al momento del suo arrivo Barbara Capovani non c'era. Per questo la procura contesta a Seung «l'aggravante della premeditazione» , in ragione del fatto che «il giorno prima, l’autore avesse tentato di rintracciare la vittima indossando un abbigliamento allo scopo di celare la propria identità, ma anche che avesse portato diversi capi di abbigliamento, indossati nella fase antecedente e successiva al fatto, contenuti verosimilmente all’interno di uno zaino che portava in spalla, così come l’arma del delitto, allo scopo di garantirsi la fuga senza destare sospetti». Seung il giorno dopo è tornato e questa volta, spiegano gli inquirenti, «portando a compimento il proprio intento criminale, colpendo con un oggetto contundente ripetutamente al cranio la vittima, cogliendola di sorpresa alle spalle, mentre era chinata sulla propria bicicletta per rimuoverne il lucchetto e andare via alla fine del proprio turno di lavoro». La notte scorsa la polizia si è recata presso la sua abitazione per eseguire una perquisizione ma l’uomo si è barricato dentro e così è scattata l’irruzione degli agenti che hanno trovato la balestra con diversi dardi. I poliziotti hanno anche sequestrato indumenti, oggetti, il telefono cellulare e il pc dell’indagato che ora si trova nel carcere Don Bosco di Pisa.