Il mondo dello sport piange di nuovo una dei suoi protagonisti scomparsa troppo presto. Il lutto di un giovane campione tocca stavolta la pallavolo, già peraltro provata dalla morte della giovanissima Julia Ituma. E’ addio precoce ad Ana Paula Borgo, 29enne schiacciatrice brasiliana della Bergamo Volley 1991 che «ha lottato - ricorda il suo club - contro un brutto male con la forza da guerriera che avevamo imparato a conoscere nella stagione scorsa, quando è arrivata a Bergamo con il suo sorriso e la sua infinita dolcezza». Tanti sapevano, evidemente, nel volley se la giocatrice brasiliana, nazionale verdeoro e in passato campionessa mondiale con le giovanili della Selecao, aveva sospeso la sua attività agonistica per curarsi. Non per questo lo choc è meno duro, per la pallavolo e per tutto lo sport italiano che in una tragica coincidenza di eventi conseguenti assiste inerame, in queste settimane, a tragiche notizie. Solo pochi giorni fa era stato il mondo dell’atletica a dare l'addio alla ex velocista azzurra Beatrice Alfinito, scomparsa a soli 34 anni «dopo aver combattuto a lungo contro una terribile malattia», la cui carriera era stata frenata da problemi fisici. Stessa sorte ma per altre ragioni tutte da accertare, per Michele Sica, l’ex campione di pattinaggio artistico morto pochi giorni fa cadendo dal balcone di casa a Sala Bolognese. Negli Stati Uniti, invece, giallo e grande commozione anche per la morte di Tori Bowie, tre volte medaglia olimpica e due volte campionessa mondiale di atletica leggere: l’americana aveva 32 anni e ancora non sono note le cause del suo decesso dopo il ritrovamento del corpo senza vita nella sua casa di Clermont, in Florida. A colpire è soprattutto la giovane età della campionessa ancora in attività, che aveva una grandissima fama negli States, con 43 milioni di follower sul profilo Instagram. Durissima da digerire lo scorso mese di febbraio per il mondo dello sci la morte lo di Elena Fanchini a 37 anni: l’ex sciatrice, sorella di Nadia, si era arresa dopo una lunga battaglia contro il tumore. Aveva commosso invece tutta Europa a gennaio la scomparsa di Gianluca Vialli. Perchè al di là dei successi e della simpatia dei campioni, l’immaginario collettivo ama immaginare che siano invicibili. In qualsiasi battaglia. A qualsiasi età.