Sabato 23 Novembre 2024

Morti e danni in Emilia, gli sfollati sono 15mila. La sindaca di Russi: “Recatevi ai primi piani”

 
 
 

Sale a 14 il bilancio dei morti per il maltempo in Romagna. E ci sarebbero ancora dispersi. Gli sfollati sono oltre 10mila. Un uomo di 84 anni è stato trovato morto nel fango nel cortile di casa a Faenza, in zona stazione: la notizia è stata data in diretta da «Mattino 5», mentre era in corso il collegamento in diretta del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Intanto si contano danni per miliardi di euro. Il Governo chiederà di attivare il Fondo di solidarietà europeo, il Cdm dichiarerà lo stato di calamità. Allerta rossa anche oggi nella regione. Arancione in Lombardia. Gialla in Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Piemonte e Toscana. Ancora allagamenti e ancora evacuazioni, anche la scorsa notte nella provincia di Ravenna. In particolare il Comune ha disposto l’evacuazione di via Canalazzo, zona sottopasso Sant'Antonio, e della vicina via Canala, dalle case al di là, in direzione nord, e di quelle prospicienti. Evacuazione totale e immediata anche dalle frazioni di Piangipane, Santerno e case sparse. In diversi paesi ci sono ancora abitazioni e quartieri senza luce e acqua potabile, mentre in Appennino alcune frazioni sono isolate per le frane, in particolare nel Forlivese. «La situazione complessiva per un’emergenza unica nel suo genere, mai verificatasi da oltre cent'anni - ha dichiarato il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa - sta richiedendo impegno e dedizione massimi da parte di tutte le componenti del sistema di Protezione Civile, sempre disponibili, professionali e coraggiose e a cui va il mio commosso ringraziamento». Il Comune di Ravenna ha inoltre ricordato che è obbligatorio lasciare l’abitazione, fino a cessata esigenza. Per chi non disponesse di luoghi dove ripararsi, è stato istituito come punto di accoglienza, presidiato da apposito personale e attrezzato per offrire vitto e alloggio, il museo Classis di Classe in via Classense 29. Continua intanto a preoccupare la situazione a Fornace Zarattini, frazione alle porte della città romagnola, evacuata già da ieri mattina e ora allagata.

Gli sfollati sono 15.000

Sale a oltre 15.000 il numero delle persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione in Emilia-Romagna. Gli interventi di assistenza alla popolazione, spiega la Regione, proseguono 24 ore su 24: sono 8.000 quelli che hanno già trovato accoglienza in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti).

Maltempo: il Nobel Parisi, "Tutta colpa della CO2"

Il disastro dell’Emilia Romagna allagata? «Eventi che dipendono dai cambiamenti climatici, dall’aumento della temperatura. E noi per combattere questi cambiamenti stiamo facendo davvero pochino» ma «dobbiamo abituarci». Lo sostiene in un’intervista al Corriere della Sera il Nobel per la fisica Giorgio Parisi, secondo cui le responsabilità della situazione presente vanno attribuite alla «comunità mondiale. Ma anche noi in Italia». Per Parisi non v'è dubbio che i cambiamenti climatici dipendano dalle attività dell’uomo «per via delle emissioni di CO2» e quanti sostengono il contrario, i negazionisti del clima che «negano il nesso sono meno dell’1 per cento degli scienziati del campo». Secondo il Nobel per la fisica «la storia della temperatura della Terra è analizzata con notevole precisione. Anno per anno si conosce la temperatura media della Terra» e ciò starebbe a dimostrare che l’aumento della temperatura dipende dalla CO2 e non da fluttuazioni climatiche. E la media della temperatura che sale si ricava «dai cerchi che segnano i tronchi degli alberi, dai segmenti di carotaggi polari. Un aumento così rapido della temperatura come negli ultimi 40 anni non si era mai visto», dice Parisi, per il quale «ci sono modelli dell’atmosfera estremamente precisi che paragonano quanto sarebbe stato l’aumento trascurabile forse nullo della temperatura senza CO2 e quello che abbiamo con la CO2». Il risultato finale è che «nelle regioni polari la temperatura è aumentata di 3, anche di 4 gradi per via dell’aria calda che arriva dall’Equatore. All’Equatore va l’aria fredda che arriva dal nord. Succede quindi che sempre più aria calda va verso il nord e sempre più aria fredda verso il sud. Questa circolazione a cui non siamo abituati aumenta l’energia che si accumula nell’atmosfera e che si sfoga negli eventi estremi». Per evitare tutto questo bisogna assolutamente «realizzare un piano mondiale facendo un accordo climatico soprattutto con l’India e la Cina che insieme fanno quasi metà dell’umanità» tenendo conto che quest’ultimi «sono Paesi molto restii» e poi «con la Cina un accordo non può riuscire fino a quando si minaccia la guerra». Quanto all’Italia e a quel che può fare in concreto, Parisi conclude dicendo che si deve realizzare «una transizione energetica reale. Bloccare la nostra dipendenza dal gas, dal petrolio e passare alle energie rinnovabili».

Morti e danni, ma il piano sul clima non c'è ancora

Il riscaldamento globale fa sempre più vittime e disastri in Italia, ma il paese continua ad aspettare un piano per adattarsi al clima che cambia. E’ dal 2018 che al Ministero dell’Ambiente c'è una bozza di Piano di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Ma per anni è rimasta ferma lì, come se non fosse una priorità. E’ stata la tragedia di Casamicciola nel novembre scorso a dare una scossa al governo e far ripartire l’iter del provvedimento. Che però, al momento non è ancora stato approvato. Dopo il disastro in Romagna, in molti (a partire da Wwf e Legambiente) hanno chiesto al governo l’immediato varo del Pnacc. La frequenza e l’intensità sempre maggiore delle alluvioni sono una conseguenza diretta del riscaldamento globale: più caldo fa, più c'è evaporazione, più vapore acqueo c'è nell’atmosfera, più le piogge sono intense. Quindi, per l'Italia diventa necessario avere un piano per fronteggiare gli effetti del clima cambiato, diventato tropicale. Il nostro Paese oggi ha solo una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, entrata in vigore nel giugno 2015. Ma è solo un documento di principio. La Strategia riporta le conoscenze disponibili sui cambiamenti climatici, le azioni da adottare e gli attori che devono adottarle. Per attuare tutto questo, serve un Piano che stabilisca la governance per gli interventi, l’allocazione dei fondi e il monitoraggio e la valutazione delle azioni. Una bozza di Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici era stata preparata dal ministero dell’Ambiente nel 2018, ma poi si era arenata. Dopo la frana di Casamicciola a Ischia il 26 novembre dell’anno scorso, che aveva fatto 12 morti, il governo Meloni ha dato un’accelerata al dossier. Il 16 febbraio scorso una bozza aggiornata del Piano è stata pubblicata sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, per una consultazione pubblica di 45 giorni. Finita quella, il Pnacc attende la Vas (Valutazione ambientale strategica) da parte della Commissione apposita del Ministero. Quindi, dovrà essere adottato con un decreto del ministro, Gilberto Pichetto. Ma cos'è l’adattamento al cambiamento climatico? E’ l’insieme delle azioni per prevenire o ridurre i danni causati dall’innalzamento delle temperature, dovuto all’effetto serra di origine umana. Ad esempio, contro eventi come l’alluvione in Romagna, serve combattere il dissesto idrogeologico e rafforzare la protezione civile. Altre misure di adattamento sono sistemi idrici efficienti contro la siccità: in Italia servirebbe ridurre le perdite degli acquedotti e fare nuovi invasi per raccogliere l’acqua piovana. In campo agricolo, occorrono coltivazioni resistenti al calore e in grado di fermare la desertificazione. Nel campo della salute, servono strutture sanitarie in grado di prevenire e curare gli effetti delle ondate di calore e delle malattie infettive favorite dal caldo. Ma per il direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, l’ex ministro Enrico Giovannini, il Pnacc non basta. Serve una vera e propria legge per clima, come quelle già adottate in altri paesi europei, per coordinare tutte le azioni di mitigazione (cioè riduzione delle emissioni) e di adattamento.

La polemica non ferma lo show, il Boss live a Ferrara

Il tam tam polemico sui social ha scandito la vigilia, segnata dalla furia del maltempo che ha messo in ginocchio la vicina Romagna, provocando vittime, evacuazioni, danni per miliardi. Ma alla fine Bruce Springsteen sale sul palco del Parco Urbano Giorgio Bassani di Ferrara, davanti a circa 50mila fan che hanno comprato il biglietto da mesi e che arrivano da tutta Europa per assistere alla prima delle tre date italiane del Boss con la sua E Street Band. Annullate il concerto, rinviatelo, è stato l’appello lanciato da tanti utenti, per le difficoltà logistiche ma anche in segno di solidarietà con il territorio martoriato dall’alluvione. Alcuni hanno scelto di rimettere in vendita il biglietto, rinunciando al concerto, altri in queste ultime ore hanno chiesto almeno un segnale di sostegno alle aree più colpite, come il lancio di una raccolta fondi per gli sfollati. Ma la complessa macchina organizzativa non si è fermata: l’area di Ferrara - ha spiegato lo storico promoter di Springsteen, Claudio Trotta di Barley Arts - non è zona rossa, i convogli messi a disposizione da Trenitalia sono stati confermati e tutto è andato avanti «nella massima sicurezza e nel massimo rispetto delle esigenze di tutti». Anche il sindaco della città, Alan Fabbri, ha precisato che il concerto, «vista l’enorme complessità», non poteva «prevedere rinvii o annullamenti dopo aver coinvolto migliaia di lavoratori» e «migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, che hanno comprato un biglietto aereo, una stanza d’albergo per diversi giorni». «Da ex sindaco di Bondeno che ha vissuto il terremoto del 2012 in prima linea, non ho mai chiesto che l’Italia o la Regione fermassero campionati, eventi e produzione di aziende per solidarietà nei nostri confronti. Primo perché non risolve nulla, se non creare altri danni economici a territori, lavoratori e imprese che hanno investito ingenti somme per la realizzazione dell’evento, secondo perché è un livello di demagogia che non mi appartiene», ha aggiunto il primo cittadino, consapevole delle polemiche, sottolineando che la città ha adottato «il comune di #Faenza, uno dei più colpiti, per dimostrare fattivamente tutta la nostra solidarietà», donando 10mila euro e attivando una raccolta fondi. Con oltre cinque ore di ritardo, per permettere alla Commissione di vigilanza i controlli sulla fruibilità del parco, dopo le piogge dei giorni scorsi, i cancelli si sono così aperti intorno all’ora di pranzo per permettere l’afflusso dei fan. Tutto è filato liscio, anche grazie al tempo buono. A vigilare, oltre 900 addetti per la sicurezza, fra cui 200 delle forze dell’ordine tra Polizia, Guardia di Finanza e vigili urbani, 150 volontari della protezione civile e 62 operatori sanitari del 118, Ausl di Ferrara e Croce Rossa. L’attesa è tutta per il Boss: e non si esclude che sappia essere idealmente vicino alle persone in difficoltà, affrontando sul palco il tema dell’emergenza. La leggenda del rock mondiale e la E Street Band sono poi attesi il 21 maggio al Circo Massimo di Roma e il 25 luglio al Prato della Gerascia all’interno dell’Autodromo di Monza, appuntamento che chiuderà il tour europeo di Springsteen.

La sindaca di Russi: "Recatevi ai primi piani"

«In sede di comitato centro soccorsi il Consorzio ci ha avvertito che il Canale emiliano-romagnolo sta esondando e verosimilmente le acque potrebbero riversarsi verso Godo e Russi. Abbiamo disposto che vi rechiate obbligatoriamente ai primi piani. Solo chi non ha il primo piano dovrà necessariamente evacuare la propria casa». Così in una diretta Facebook la sindaca di Russi, Valentina Palli. «Chi non ha il primo piano chieda ospitalità ad amici e parenti, non mettetevi in macchina. Solo per chi non ha disponibilità il punto di accoglienza è l’Itis di Ravenna», prosegue.

ANIA, vicini a popolazione: imprese adottano misure per gli assicurati

In seguito alla calamità che ha colpito l’Emilia-Romagna e, in particolare, il territorio delle provincie di Bologna, di Forlì-Cesena, di Modena, di Ravenna, di Reggio Emilia e di Rimini, l’ANIA ribadisce la vicinanza alla popolazione.

L’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici ha dato indicazione alle compagnie sulle misure da adottare per aiutare gli assicurati residenti nelle zone alluvionate: in particolare di prorogare il termine di comporto, ossia il prolungamento della scadenza del contratto di assicurazione; mantenere in vigore la garanzia assicurativa anche in caso di ritardo nel pagamento; sospendere il recupero dei crediti ed evitare di eccepire prescrizioni e decadenze maturate dopo l’alluvione.

In un momento così difficile, afferma l'associazione presieduta da Maria Bianca Farina, "è importante che ognuno faccia la propria parte per sostenere le esigenze di tutta la popolazione".

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