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Castrovillari, al teatro Vittoria il Festival della legalità per diventare "capaci di resistere" ai cyberbulli

Più di 200 studenti delle terze classi, i docenti e il dirigente scolastico Gianmarco D’Ambrosio hanno riempito il teatro Vittoria per incontrare i rappresentanti di uno Stato premuroso e affettuoso con i suoi figli più giovani.

Paure, tormenti, ansie, sofferenze e insofferenze. L’ossessione viaggia nelle cavità della rete e riemerge improvvisamente travolgendo la serenità di chi subisce offese e minacce. Dall’abisso della follia affiorano quotidiane storie di violenze psicologiche che spingono in molti casi i ragazzi negli abissi della vita da cui è difficile riemergere. Il bullismo ai tempi di internet è un cancro in metastasi, una malattia sociale divenuta irreversibile. La rete è un tritatutto, inghiotte tutto quello che le viene dato in pasto. È una moda, una tendenza. Si diventa popolari facendo viaggiare nell’universo cybernautico le clip delle bravate dei più giovani che gareggiano per entrare nella hit dei fenomeni da tastiera. Sembra nulla, e, invece, è un fenomeno che sta devastando i nostri ragazzi. È la violenza giovanile che esplode nelle scuole, nelle aule di lezione, nei corridoi, durante la ricreazione, in casa, all’aperto, ovunque. Una moda che coinvolge pesantemente le generazioni più tenere che, ormai, si nutrono quasi esclusivamente di messaggi pericolosi. E i professori non hanno più armi per combattere la guerra della maleducazione. Note sul registro o sospensioni dalle lezioni non costituiscono più un deterrente. Anzi, il provvedimento disciplinare sembra rafforzare il carisma del “disubbidiente”, le cui imprese vengono celebrate sui social.

Una guerra che fa prigionieri solo tra i più fragili. Chi non ha la forza di resistere, chi non trova il coraggio di denunciare, rischia di restare in catene. E così subentrano paura e rassegnazione all’interno di un quotidiano che appare improvvisamente nemico. E dentro ognuno montano fiducia e voglia di fuggire, che costringono a un’esistenza con l’odore della paura addosso. A Castrovillari, il Comune e il sindaco Mimmo Lo Polito hanno deciso di intervenire sui ragazzi delle scuole. A cominciare da quelli della Media dedicando loro un focus all’interno del “Festival della Legalità - Capaci di resistere”. Il tema? I rischi della rete. Persino la pioggia attesa per certa è rimasta appesa alle nubi e così più di 200 studenti delle terze classi, i docenti e il dirigente scolastico Gianmarco D’Ambrosio hanno riempito il teatro Vittoria per incontrare i rappresentanti di uno Stato premuroso e affettuoso con i suoi figli più giovani. Sul palco, il presidente del Tribunale di Castrovillari, Massimo Lento, il capo dei pm di Vibo Valentia, Camillo Falvo, il questore di Cosenza, Michele Maria Spina, e il dirigente del centro operativo per la sicurezza cibernetica in Calabria, Mario Lanzaro che sono stati protagonisti di un intenso dibattito che ha visto gli studenti particolarmente coinvolti e affascinati dal garbo e dalla semplicità con cui i relatori hanno chiarito ogni dubbio. Un confronto che è stato aperto da Valerio Catoia, testimonial della polizia nella lotta al bullismo e al cyberbullismo. La sua vita è stata raccontata da un docufilm, “Haters e piccoli eroi” prodotto dalla Rai e proiettato in sala, prima di essere esplorata da Deborah Granata, responsabile di “Exodus” a Cosenza, nonché, referente cosentina della Federazione paralimpica italiana.

Valerio è un campione di nuoto con la sindrome Down e fa parte della squadra paralimpica della Polizia. Un giovane che nell’estate del 2017, sul litorale della “Bufarella”, a Sabaudia, fu protagonista d’un gesto eroico. Rischiando la sua vita si tuffò nel mare in tempesta, tra onde alte e correnti impetuose, per salvare una bimba che stava annegando. Lui stesso ha reso emozionante quei momenti rimettendoli in fila davanti agli studenti. E ai ragazzi, Valerio ha parlato anche della seconda parte della sua vita, quella che è cominciata, suo malgrado, subito dopo essere stato nominato alfiere della Repubblica, dal presidente Mattarella, e poliziotto ad honorem, dal capo della polizia in persona. Tante interviste, in tv e sulla carta stampata, tanta popolarità, fino alle minacce social. Insulti, offese, odio in rete. Valerio, a quel punto, con coraggio, sostenuto da mamma e papà, ha deciso di affrontare gli haters denunciandoli alla polizia postale. Gli autori sono stati individuati e mandati a giudizio. Un supereroe al quale è stata tributa la standing ovation del teatro.

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