Cento tracce rinvenute nella stanza da letto e in casa di Yirelis Pena Santana, la 35enne assassinata a Cassino (Frosinone) nella giornata di sabato. Gli esperti della polizia scientifica hanno trovato residui di dna che ora dovrà essere analizzato. Lungo le scale che portano all’appartamento situato al secondo piano del civico 104 di via Pascoli non è stata trovata traccia di sangue perchè l’omicida si è ripulito sulla scena del crimine utilizzando materiale trovato in casa. Le indagini della squadra mobile e del commissariato di Cassino proseguono incessantemente tanto che sono già state acquisite anche le telecamere di attività commerciali situate a qualche centinaia di metri di distanza dal palazzo della tragedia. Questo perché si nutre il sospetto che l’assassino potesse conoscere bene la zona ed essersi allontanato senza destare sospetto. Inoltre, il sabato mattina via Pascoli si riempe di ambulanti sin dalle prime luci dell’alba. Sequestrato il telefono cellulare della vittima, Yirelis Pena Santana, che ora sarà analizzato per comprendere il traffico in entrata e in uscita e per verificare se abbia avuto contatti con chi poi l’ha uccisa. L’omicida ha utilizzato un coltello a lama liscia e piatta: quattro o cinque i fendenti che hanno colpito la donna al volto e al collo e che l’hanno fatta morire dissanguata. Importanti risposte potrebbero provenire anche dalla madre che è in viaggio verso Cassino da Genova e che dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Stando ad alcuni testimoni sarebbe stata l’ultima persona a sentire la giovane donna. Gli inquirenti inoltre smentiscono la pista "siciliana" ipotizzata dopo che un conoscente della donna si era lasciato andare a uno sfogo pubblico. Le sue affermazioni, poi chiarite con gli inquirenti, non avrebbero trovato fondamento. Domani alle 12 presso la procura di Cassino verrà conferito l’incarico al medico legale Fabio De Giorgio che nel pomeriggio di sabato ha effettuato la ricognizione cadaverica esterna. Il tanatologo dovrà anche accertare se Yirelis Pena Santana possa aver avuto un rapporto sessuale poco prima di essere aggredita dapprima con un tentativo di strangolamento e poi a colpi di lama.