Le previsioni sull'imminente stagione estiva segnerebbero un incremento dei flussi turistici in Italia: oltre 68 milioni di arrivi e quasi 267 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 4,3% e al 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da poco più di 65,2 milioni di arrivi e oltre 258 milioni di pernottamenti. Scenario confortante anche sul versante dell’incoming: a optare per una destinazione italiana sarebbero 35,3 milioni di stranieri pari a poco più della metà (51,7%) del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 131,5 milioni di pernottamenti. E’ quanto emerge dalla nota previsionale «Tourism Forecast Summer 2023» dell’Istituto Demoskopika che ha stimato i principali indicatori turistici (arrivi, presenze e spesa turistica) per regione elaborando la serie storica dei flussi dal 2000 al 2022.
Inevitabili ripercussioni positive anche sulla spesa turistica che sfiorerebbe la soglia dei 46 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 5,4% rispetto ai mesi estivi del 2022. L’andamento previsionale segnerebbe una tendenza al «sorpasso», non per tutti i sistemi turistici regionali, anche rispetto al 2019 con un incremento sia degli arrivi (+3,7%) che dei pernottamenti (+2,6%). Incoraggianti, inoltre, le previsioni per l’Emilia Romagna, nonostante l’emergenza alluvione, dalle ripercussioni, ad oggi, difficilmente quantificabili. In particolare, il sistema turistico emiliano-romagnolo risulta tra le prime dieci destinazioni regionali italiane per incremento degli arrivi nel 2023: 6,3 milioni rispetto ai 6,1 milioni del 2022 registrando una crescita pari al 4 per cento. Significativo anche l’aumento delle presenze sul territorio regionale, pari a quasi 500 mila notti in più rispetto ai 12 mesi dello scorso anno. Bene, infine anche la spesa turistica, con una stima di 3,7 miliardi di euro pari ad un balzo in avanti di 6,2 punti percentuale per la sola estate dell’anno in corso.
«Le nostre previsioni per l’imminente stagione estiva - dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - confermano le stime sull'andamento annuale diffuse nei mesi scorsi. Al netto di scenari inclusi nei previsti margini di errore, si potrebbe registrare il valore più alto, dal 2000 ad oggi, sia degli arrivi che delle presenze. Adesso il governo continui nell’azione di ripresa del turismo offrendo una visione maggiormente sistemica alla programmazione turistica per i prossimi anni, ad oggi, ancorata prioritariamente alle sole imprese e insufficientemente a territori e mercati. Una carenza di visione che si potrebbe ripercuotere negativamente nei prossimi anni sulle imprese stesse. Insomma - continua Raffaele Rio - il sistema turistico italiano necessita, oltre che di ossigeno per rialzarsi, anche di un’offerta territoriale integrata, di innovativi prodotti legati ai comportamenti di consumo turistico dei mercati (italiano ed estero).
In questo scenario, sfruttando adeguatamente il Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027, risulta necessario reperire ulteriori risorse, partendo dalla programmazione dei fondi strutturali in capo alle Regioni. In questa direzione, si potrebbero colmare le carenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) troppo sbilanciato nella sua dotazione complessiva, pari a 2,4 miliardi di euro, per oltre il 74% delle risorse sugli investimenti al sistema ricettivo-turistico e carente di attenzione verso destinazioni, prodotti e mercati turistici.
Nello specifico, - precisa Raffaele Rio - occorre metter mano ad alcuni obiettivi concreti quali una diffusione «più strategica» dei flussi turistici sull'intero territorio nazionale ad oggi concentrati per oltre la metà, anche in termini di spesa turistica, in sole 4 o 5 destinazioni regionali con il beneficio di un incremento complessivo del livello di internazionalizzazione, una distribuzione «allargata» del turismo autoctono e di una riduzione del fenomeno dell’overtourism; e, ancora, una riduzione strutturale della frammentazione istituzionale in materia di pianificazione e programmazione del sistema turistico italiano; e, infine, la costruzione di una «cultura del dato» maggiormente consapevole. Per il raggiungimento di quest’ultimo aspetto, ad esempio, - conclude Raffaele Rio - è opportuno rendere immediatamente cantierabile l’istituzione del Centro Studi per la Programmazione Economica del Turismo (CESPET) previsto dal Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023- 2027, al fine di ridurre asimmetrie informative, offrire ai portatori di interesse scenari previsionali e riorganizzare la macchina di rilevazione dei flussi turistici ufficiali»
Mappatura: trend positivo per tutti i sistemi turistici regionali
A livello territoriale, tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. In particolare, nel modello previsionale dell’Istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale degli arrivi, i seguenti dieci sistemi turistici territoriali: Molise con 76 mila arrivi (+7,3%) e 300 mila presenze (+12,4%), Campania con 3,1 milioni di arrivi (+6,6%) e con 11,9 milioni di presenze (+4,1%), Trentino Alto Adige con 6 milioni di arrivi (+6,3%) e con 26,5 milioni di presenze (+6,7%), Valle d’Aosta con 643 mila arrivi (+6,0%) e con 1,7 milioni di arrivi (+4,8%), Lazio con 5,1 milioni di arrivi(+5,9%) e con 16,3 milioni di presenze (+3,8%). E, ancora, Basilicata con 467 mila arrivi (+5,3%) e con 1,7 milioni di presenze (+3,1%), Veneto con 10,8 milioni di arrivi (+4,7%) e con 46,1 milioni di presenze (+3,1%), Lombardia con 7,4 milioni di arrivi (+4,4%) e con 22,3 milioni di presenze (+4,0%), Emilia-Romagna con 6,3 milioni di arrivi (+4,0%) e con 27,4 milioni di presenze (+1,8%) e, infine Toscana con 7,4 milioni di arrivi (+3,9%) e con 29,1 milioni di presenze (+3,2%).
Spesa turistica: stimati 46 miliardi di euro, +5,4% rispetto al 2022
Per il periodo giugno-settembre del 2023, i flussi in Italia potrebbero generare una spesa turistica pari a 45,9 miliardi di euro con una variazione in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente. L’analisi per livello regionale colloca, in relazione alla variazione percentuale in aumento dell’indicatore osservato, la Basilicata con 293 milioni di euro (+22,2% rispetto al 2022), le Marche con 1.085 milioni di euro (+11,9%), la Valle d’Aosta con 30 maggio 2023 3 285 milioni di euro (+11,7%), il Trentino Alto Adige con 2.677 milioni di euro (+9,2%), il Lazio con 4.118 milioni di euro (+8,0%), la Lombardia con 4.538 milioni di euro (+7,8%), la Campania con 2.773 milioni di euro (+6,9%), l’Abruzzo con 642 milioni di euro (+6,7%), la Liguria con 1.636 milioni di euro (+6,6%), l’Emilia Romagna con 3.668 milioni di euro (+6,2%), il Friuli Venezia Giulia con 642 milioni di euro (+5,9%). E, ancora, la Calabria con 1.065 milioni di euro (+5,6%), il Veneto con 6.661 milioni di euro (+4,6%), il Piemonte con 1.318 milioni di euro (+3,6%), l’Umbria con 978 milioni di euro (+3,2%), il Molise con 54 milioni di euro (+3,2%), la Puglia con 1.773 milioni di euro (+2,8%), la Toscana con 6.721 milioni di euro (+2,5%), la Sicilia con 2.133 milioni di euro (+1,3%) e, infine, la Sardegna con 2.833 milioni di euro (+1,2%).
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