"Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto ed aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali». Lo scrive la sorella di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di sette mesi uccisa a Senago, nella prima storia Instagram condivisa dopo le notizie del ritrovamento del corpo e del fermo per omicidio del fidanzato. «La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto», aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, mamma, papà e figli.
L'amante di Alessandro: io e Giulia unite contro le bugie di lui
Con Giulia «ci siamo confidate e abbiamo convenuto che Alessandro ci avesse mentito, a entrambe». Lo ha detto la 23enne che aveva avuto una relazione con il collega Impagnatiello, il 30enne fermato nella notte con l’accusa dell’omicidio pluriaggravato della compagna di 29 anni incinta di sette mesi. A insospettire che qualcosa di strano fosse successo sono stati i messaggi scambiati con Giulia dopo che quest’ultima era tornata casa a Senago. «A mio avviso mi stava scrivendo in maniera diversa», ha messo a verbale lo scorso lunedì davanti ai carabinieri di Senago. Quando «ci siamo incontrate» intorno alle 17 di sabato all’Armani Hotel «Giulia era convinta di voler parlare tutti e tre insieme, e di trovare una spiegazione» mentre nei messaggi ricevuti tra le 20.30 e le 21.50 «mi scriveva che lei non era stata sincera con me e di lasciarla in pace e che voleva tornarsene a casa (penso intendesse casa sua a Napoli). Dopodichè Giulia non mi ha più risposto a nessun messaggio in chat».
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