“Ho ucciso Giulia per troppo stress”. Prima dell'omicidio il killer ha consumato una piadina
Ha ucciso "senza un reale motivo" per lo "stress" che stava vivendo a causa «non solo della gestione delle due ragazze» con cui aveva una relazione parallela, «ma anche per il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro». Lo ha spiegato Alessandro Impagnatiello cercando di giustificare l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, di cui inizialmente aveva denunciato la scomparsa.
Il tradimento scoperto
Una denuncia che ha retto poche ore: l’uomo alla fine è crollato e ha confessato di averla accoltellata lo scorso sabato sera nella loro abitazione di Senago, nel Milanese, dopo che lei si era incontrata con l’altra e aveva scoperto il tradimento. "Intanto che io mangiavo una piadina - ha messo a verbale - Giulia è andata in cucina per preparare la cena e ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala che finivo la mia piadina. A quel punto, di nuovo, Giulia ha riaperto la discussione sul tradimento dicendomi che dopo quello che aveva scoperto la vita le era diventata pesante. E che non riusciva più a vivere. Che non voleva più vivere».
Due coltellate alla gola
Del tradimento i due avevano già discusso quel tardo pomeriggio, con lei decisa a chiudere il loro rapporto in quanto lui, come aveva confidato in quelle ore a un’amica, le aveva "rovinato la vita". E lui, barman all’Armani Bamboo, dopo aver tentato di sottrarsi in tutti i modi a un confronto con le due donne (inventando addirittura di dovere andare in ospedale dalla madre), ha colpito con un coltello da cucina al collo la giovane donna con in grembo il loro figlio. «Le ho dato due coltellate alla gola - ha raccontato agli inquirenti l’assassino - ha tentato di divincolarsi, ma non riusciva, lo faceva in modo debole. Non ha nemmeno urlato. A quel punto erano le 20.30, era a terra ho pensato: Come mi libero del corpo? E così l’ho portata in bagno e le ho dato fuoco nella vasca». Non riuscendoci, ha infine gettato il corpo tra le sterpaglie e ridosso dei box di una palazzina non molto lontano dalla sua. Un film dell’orrore per cui ora anche la madre, Sabrina Paulis, in lacrime, ha definito il figlio «un mostro». «Chiedo perdono a tutta la famiglia per aver fatto un figlio così. Come fai a perdonare? - ha aggiunto la donna - Alessandro pagherà, quello si, ma è imperdonabile». Cosa che sa bene anche Alessandro. «L'unica forma di pentimento che ha un senso è togliermi la vita», ha ripetuto più volte al suo difensore, Sebastiano Sartori, subito dopo il fermo avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì dopo la sua confessione davanti al pm Alessia Menegazzo, che con l’aggiunto Letizia Mannella coordina le indagini condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e i loro colleghi della compagnia di Rho. Fermo che oggi è stato convalidato dal gip Angela Minerva che, come ha chiesto la Procura, ha disposto il carcere per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Il giudice, pur non riconoscendo la premeditazione e la crudeltà, due aggravanti che si aggiungono a quelle del vincolo della convivenza e dei futili motivi, ha comunque ritenuto di condividere la ricostruzione finora fatta da inquirenti e investigatori. In merito alla giustificazione data dell’omicidio, il giudice ha sottolineato che il barman «ha adottato una soluzione estrema per sottrarsi ad una situazione di stress e che pertanto potrebbe nuovamente determinarsi ad una soluzione quale la fuga per sottrarsi alle conseguenze del procedimento», ossia il carcere. «Inoltre - ha aggiunto il gip - ha dimostrato di avere capacità reattive che gli hanno consentito nelle ore successive e per alcuni giorni» di dissimulare la realtà facendo credere che Giulia fosse sparita. Nel provvedimento si sottolinea l'"estrema gravità dei reati commessi ed i tratti caratteriali dell’indagato» il quale, oltre ad aver manifestato «capacità manipolativa» e «instabilità emotiva», sperava, «avendo 'eliminato' il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione» con l’altra, donna la quale «invece, avendo scoperto la doppia relazione (...) lo aveva allontanato vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative». in attesa dell’autopsia, le indagini vanno avanti per capire se il 30enne sia stato aiutato a sbarazzarsi del corpo senza vita di chi lo avrebbe reso padre per la seconda volta.