Sabato 23 Novembre 2024

La testimonianza della sorella di Giulia: "Alessandro è un mostro senza cuore"

 
 
 
 
 
 
 
 

Con una lettera immaginaria scritta alla mamma Giulia da Thiago, Chiara Tramontano, la sorella della ventinovenne uccisa incinta di sette mesi dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, è tornata in una storia su Instagram a parlare dell’omicidio e delle accuse nei confronti del barman, che includono la interruzione non consentita di gravidanza. «Io non ero una gravidanza mammina, ero una persona. Avevo braccia, gambe, testa e cuore». «Lui mi ha ammazzato. Ci ha ammazzati entrambi!». «Quello un mostro è, senza cuore. Ci ha ammazzati, mammina Giulia, senza pietà». «Adesso staremo sempre insieme. Però mi dispiace - prosegue la lettera immaginaria di Thiago - , mamma Giulia. Non vedrò mai il mare che tanto ti piaceva, non conoscerò i nonni e nemmeno gli zii che mi aspettavano con amore. Non andrò a scuola, non mi innamorerò mai». «Non nascerò mai, mammina Giulia. Ma forse - aggiunge - in fondo è meglio così. Se fossi nato senza mamma e con un mostro per papà, che vita sarebbe stata la mia? Almeno adesso sto qui, in questo spazio infinito con te, mammina mia».

"Mai avuta grande stima Impagnatiello"

«Fin dall’inizio non ho mai avuto una grande stima di Alessandro, cosa questa fatta notare anche a Giulia». E’ quanto Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha raccontato lo scorso lunedì ai carabinieri di Senago (Milano) che da 24 ore indagavano sulla scomparsa della 29enne incinta di 7 mesi. «I rapporti tra me e mia sorella - mette a verbale Chiara - rimanevano sempre quotidiani tramite messaggi o chiamate ma, il 5 aprile 2023 io e Giulia abbiamo avuto una discussione perchè lei mi riferiva che, a distanza di qualche giorno, sarebbe andata qualche giorno a Ibiza insieme ad Alessandro ed io non ero d’accordo». Per circa un mese i rapporti tra le sorelle si sarebbero «leggermente raffreddati» almeno fino ai primi di maggio «quando entrambe siamo andate a casa dei nostri genitori e in quell'occasione abbiamo ripreso normalmente i rapporti. Da quel periodo fino alle ore 00:57 di sabato 26 maggio abbiamo sempre mantenuto i contatti».

"Giulia seppe del tradimento già a gennaio"

Lo scorso gennaio erano già in piena crisi Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano la fidanzata, al settimo mese di gravidanza, che ha ucciso una settimana nel Milanese. Il barman, ora in carcere per l'omicidio, aveva detto alla compagna «di avere un’altra relazione sentimentale con un’altra ragazza e che, per via di questa situazione» Giulia «stava pensando di abortire in quanto era incinta": Lo ha messo a verbale Chiara Tramontano, la sorella della giovane donna accoltellata aggiungendo che comunque le «problematiche sentimentali» tra i due sono sorte fina da quando hanno» iniziato la convivenza (...) nel febbraio 2021».

A Sant'Antimo il funerale di Giulia, preghiera a ogni messa

Saranno celebrati a Sant'Antimo, in provincia di Napoli, i funerali di Giulia Tramontano, la ventinovenne incinta di sette mesi uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello nella loro casa di Senago, nel Milanese. Saranno quindi nella cittadina dove vive la sua famiglia e dove Giulia è cresciuta. «Quasi certamente andrò anche io - ha spiegato la sindaca di Senago Magda Beretta - e ne approfitterò anche per portare alla famiglia tutti i messaggi e le lettere che in molti stanno lasciando, non solo cittadini di Senago, sul luogo dove è stato ritrovato il corpo». In tutte le messe celebrate domani, domenica, nelle due parrocchie di Senago, nella preghiera dei fedeli ci sarà un pensiero dedicato a Giulia. «Ne ho parlato poco fa con il parroco don Sergio Grimoldi - ha spiegato Beretta .- Sarà un momento di ricordo sia nella parrocchia di Santa Maria Nascente, che in quella della frazione Castelletto». A Senago sarà inoltre proclamato il lutto cittadino (dopo quelli dell’1 e 2 giugno), il giorno dei funerali. Davanti ai box, dietro il quale è stata trovata Giulia, si è formato un vero e proprio santuario, tra peluche, palloncini, fiori, lettere. Un altro punto di raccolta di queste testimonianze è la panchina rossa contro la violenza sulle donne, dove il primo giugno si è svolto anche un momento di raccoglimento, presenti i genitori, la sorella e il fratello di Giulia.

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