Lunedì 23 Dicembre 2024

Arriva "Toy Story 4", il primo film della serie senza la voce di Fabrizio Frizzi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Sembrava che la storia del cowboy Woody, l’astronauta Buzz Lightyear e tutti gli altri scatenati giocattoli della saga simbolo della Pixar/Disney dovesse concludersi con Toy Story 3. Invece a 24 anni dal primo film, il racconto continua con la piccola Bonnie, che ha avuto in dono i giochi dall’ormai 17enne Andy, alla fine del precedente capitolo. In Toy story 4 di Josh Cooley, in sala dal 26 giugno con Disney, si fondono comicità, ritmo da slapstick, a un percorso di crescita sia per la bimba che per i suoi giocattoli, a cominciare da Woody. Tra le new entry è centrale quella del nuovo preferito, Forky (ha la voce di Luca Laurenti), forchetta di plastica in crisi d’identità, perché trasformata in giocattolo da Bonnie all’asilo. E ci sono ritorni potenti nel segno del pink power come quello dell’ex contadinella di porcellana Bo Peep, diventata una guerriera alla Wonder Woman. Il film, riscritto in buona parte dopo l’addio alla Pixar, sull'onda del #metoo, di John Lasseter, prende la forma di un’action comedy on the road ricca di momenti emotivi intensi. Ciò grazie anche a nuovi incontri, come quelli con la bambola anni '50, Gabby Gabby, che non ha mai avuto una bambina da fare felice, e lo spericolato ma traumatizzato motociclista anni '70 Duke Caboom (in inglese lo doppia Keanu Reeves, in italiano Corrado Guzzanti). Per il pubblico italiano questo è il primo film della serie senza Fabrizio Frizzi come voce di Woody (ora c'è Angelo Maggi, doppiatore italiano di Tom Hanks, voce originale del personaggio). E al conduttore hanno reso omaggio due compagni d’avventura del primo film, Massimo Dapporto (voce di Buzz Lightyear) e Riccardo Cocciante, già autore e interprete italiano di 'Hai un amico in me', dal brano di Randy Newman, "You've Got a Friend in Me» (presente anche in una nuova versione di Benji & Fede) e ora anche di una delle due nuove canzoni di Newman per il film, «I Can't Let You Throw Yourself Away», diventata 'Non permetto'. «Fabrizio era una persona incredibile, molto semplice e alla mano - sottolinea il cantautore -. Gli dico grazie per essere stato l’amico di tutti». Era una persona «così pulita, e quindi 'irregolare' in questo nel nostro ambiente - aggiunge Dapporto -. E’ una perdita che ci ha toccato tutti, ma ci ha lasciato un esempio prezioso e un ricordo rimarrà con noi e con tutta la generazione che l’ha conosciuto». Fra i temi del nuovo film, quello che più ha colpito Dapporto è «la ricerca della felicità, legata anche alla propria libertà di scelta». Laurenti invece ama del suo strampalato Forky «l'essere il frutto di un sogno di una bambina, della sua capacità di creare». Un messaggio importante, commenta Cocciante, «perché l’affetto che si può dare alle cose non dipende dal loro prezzo ma dall’emanazione di un certo sentimento». Il cantautore mette in luce anche l’evoluzione dei personaggi femminili «che riflette la società di oggi, dove le donne stanno prendendo posti sempre più di rilievo». E’ una delle cose «che più ha colpito anche me - dice Rossella Brescia, che torna come voce della ballerina volante -. Bo Peep qui sembra Rambo, è una guerriera. Finalmente, perché noi donne alla fine risolviamo sempre tutto, siamo pratiche e concrete ed è giusto che si dia anche conto di questo nostro aspetto». Guzzanti, che definisce il suo Duke Caboom come «un esibizionista un pò sbruffone, ma molto sensibile» trova che Toy Story 4 unisca al divertimento «un’anima filosofica più profonda. C'è una narrazione molto raffinata». Tra gli esordienti, sono particolarmente emozionati Benji e Fede, che hanno già incassato i complimenti di Cocciante per la loro versione di Hai un amico in me, rifatta chitarra e voce: «Ci siamo accostati al brano con molto rispetto, cercando di farla nostra». Hanno anche doppiato due ranocchie giocattolo: «Per noi è straordinario partecipare a questo film, quando è iniziata la saga avevamo uno e due anni - dicono -. Toy Story è un film pieno di messaggi positivi», e, aggiunge Benji, «Woody qui mi ricorda mia madre. Cerca di non farsi vedere, ma non fa mai mancare il suo apporto».

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