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Auguri a Piefrancesco Favino, l'istrionico attore compie 50 anni

Versatile, istrionico, completo. Al traguardo dei 50 anni, che compie oggi, si può affermare come Pierfrancesco Favino non abbia mai sbagliato un’interpretazione in tutta la sua carriera.

«Una volta c'erano i ruoli per gli attori, ora li fa tutti Favino», si diceva scherzosamente nella serie tv 'Boris'.

Battute a parte, il romano ha dimostrato di saper alternare diversi generi con una naturalezza proprio solo dei grandi, passando dal teatro al cinema fino alla tv, e trasformando ogni incarnazione di un nuovo personaggio in una stimolante sfida personale.

La sua capacità di cambiare registro gli ha permesso di collezionare parti in film diventati celebri al grande pubblico: il ruolo del Libanese in 'Romanzo Criminale' gli frutta un David di Donatello come miglior attore non protagonista e un Nastro d’argento ex aequo con Claudio Santamaria e Kim Rossi Stuart per il miglior attore protagonista. Vince il David di Donatello anche in 'Romanzo di una stragè, il film sull'attentato in piazza Fontana del 12 dicembre 1969 in cui recita la parte di Giuseppe Pinelli.

Scevro da ogni clichè, Favino ha recitato nel corso della carriera anche in 'Saturno contro', 'Angeli e demoni', 'Baciami ancora', 'Suburra', 'L'industriale', 'A.C.A.B.', 'Posti in piedi in paradiso', 'Le confessioni' e 'Moglie e marito'.
Non c'è solo il cinema nella carriera di Pierfrancesco Favino. Sul palco dell’Ariston, presentando il Festival di Sanremo nel 2018 al fianco di Baglioni, il romano ha esibito indiscusse doti da showman. Con il monologo sui migranti 'La notte poco prima della foresta' di Bernard-Marie Koltès, ha strappato gli applausi e il consenso di tutti. E ballando sulle note di 'Despacitò ha scatenato sui social l’hashtag #Favinonudo.

Con la faccia da duro e la mascella volutiva, Favino è considerato un sex symbol:

«Ringrazio per la fiducia ma le donne sono pazze, si sa. Quale sex symbol, siamo seri, io sono un timido. Del bullo ho solo la faccia. Faccia da bullo e cuore da sartina. Chiedetelo ad Anna».

Anna Ferzetti è la compagna di una vita, moglie dal 2003 e la mamma delle figlie Greta e Lea. Favino entra nel club dei cinquantenni pronto a stupire ancora con due nuovi lavori. Le foto dal set di 'Hammamet' di Gianni Amelio raccontano di una somiglianza impressionante con l’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi.

In più, Favino è anche uno dei quattro protagonisti del nuovo film di Gabriele Muccino, 'I miei migliori anni', in sala nel 2020, con Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria. Due nuove sfide che Favino riuscirà a vincere anche stavolta.

Nato nel 1969 a Roma da genitori pugliesi, ha cominciato la carriera da attore studiando recitazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.

«Mio padre non era d’accordo che facessi l’attore, era in fondo un genitore sano. Se le mie figlie volessero seguire il lavoro dei loro genitori come potrei impedirlo, non potremmo entrambi dire di no. Lo farei solo se intuissi che dietro quella loro scelta ci sia più volontà di emulazione che vera passione», ha raccontato l’attore romano, sposato con la collega Anna Ferzetti (figlia del grande attore Gabriele Ferzetti, morto nel 2015).

Dopo aver recitato in varie produzioni teatrali, ha debuttato in televisione nel 1991 con il film 'Una questione privata'. Ma come a volte accade agli attori di teatro, è stato il cinema a farlo conoscere al grande pubblico. L’approdo sul grande schermo è avvenuto invece nel 1995 con il film 'Pugili' di Lino Capolicchio. Ma è 'L'ultimo baciò di Gabriele Muccino del 2001 a lanciarlo definitivamente tra i grandi, con il ruolo di Marco, unico trentenne felicemente sposato in una gruppo di amici affetti dalla sindrome di Peter Pan.

Per avvicinarsi a un nuovo ruolo, Favino è noto per entrare con tutto se stesso nel personaggio, tanto da essere etichettato come un «secchione» delle scene. Per interpretare Gino Bartali nella miniserie 'Gino Bartali - L’intramontabile' si è preparato meticolosamente, macinando chilometri di pedalate al giorno. Per il ruolo del nipote del boss in 'Senza nessuna pietà' ha raggiunto i cento chili di peso. Nella sua interpretazione del boss pentito Buscetta nel recente 'Il traditore' di Marco Bellocchio, è riuscito a rifuggire da ogni stereotipo di mafioso siciliano.

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