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Messina-Brasile andata e ritorno. Nega, un fotografo e infinite opere di occhi che incantano

Occhi grandi come un continente, come quel Brasile in cui Nino Bartuccio, professione fotografo, ha incontrato Nega.
Occhi che rimangono impressi anche quando la vista si perde.
Uno scatto e la sua storia di sguardi, che chiedono senza dire, che dicono senza chiedere.

Nino Bartuccio è cresciuto a Santa Lucia del Mela, nelle orecchie il desiderio del padre di andare in Brasile a trovare il fratello emigrato lì durante la seconda guerra mondiale e nel cuore la voglia di realizzarlo. <Ogni anno la stessa frase “stannu non aiu soddi, ma nautrannu vaiu in Brasili unni me frati”. Mio padre non ci andò mai, ci andai io in un momento particolare della mia vita>.
Nega l'ha conosciuta così, quel giorno "qualsiasi" di un viaggio ancora in viaggio. <Arrivai in un villaggio di pescatori, fui attratto da quattro bambini che giocavano con delle carriole fatte di legni e le ruote con quello che rimaneva dei rotoli dei fili della luce, credo. Scattai una fotografia a loro che correvano, poi incontrai Nega per la prima volta. Lei mi guardava, si toccava i capelli, andò davanti alla sua casa. Le feci il primo ritratto della mia vita>.

Uno sguardo indimenticabile per Nino che oggi vive a Piraino con sua moglie Carmen e i suoi figli Samuele e Nicolò, ha collezionato premi dal National Geographic al prestigioso Gourmand World Cookbook Awards, le sue foto sono state pubblicate da Microsoft (Geo, Sunday Times, Lonely Planet, Clementoni, Raversburger, Costa Crociere, Francorosso e Master Card).
Eppure Nega gli è sempre rimasta lì, presente e pressante, urgente come i bisogni della sua terra.

Più di dieci anni fa, quando Nino ha pubblicato in alcuni portali fotografici quell'immagine della "bambina dagli occhi bellissimi", Nega ha incrociato gli occhi del mondo che così l'ha conosciuta.
E in qualche modo l'ha "adottata" riproducendola in ogni angolo della Terra: foto di foto, ritratti giganti di occhi immensi, colori accesi come quello sguardo, da quello sguardo... Più di 25 miliardi di interazioni.

Dieci anni dopo, quello stesso fotografo (con Domenico Raffaele Addamo) ha maturato un progetto.
Attingere ai suoi ricordi per pensare ad una prospettiva, farsi carico di quelle esigenze per restituirgli speranza.
Radunare tutte le opere possibili nate (suscitate, ispirate) intorno a quello scatto e scambiarle con la solidarietà di chi vuol partecipare, sentirsi parte.
Raccogliere fondi perché quest'idea di solidarietà si realizzi.

Fondare una Onlus nel nome di Nega e del suo popolo, finanziare il viaggio di Nino Bartuccio alla ricerca di quella bambina e della sua storia.
Così Nega Project è già diventato mostre, la prima esposizione a Matera, poi Reggio Calabria, l'estate scorsa il primo evento di beneficenza a Capo D'Orlando. Attualmente l'esposizione è ferma a Montalbano Elicona, l'emergenza sanitaria da Covid-19 ha sospeso il suo cammino, come il progetto madre: tornare in Brasile, cercare Nega, realizzare un documentario e raccogliere i fondi necessari ad aiutare la sua gente. Appena le restrizioni lo consentiranno, le opere partiranno alla volta del Castello di Cefala Diana, poi in programma ci sono Marche e Bologna. E' tutto in divenire, a questo punto l'obiettivo è il 2021.

Tutte le opere sono acquistabili attraverso il sito della Onlus. Intanto il progetto si è fatto libro: un volume pieno delle opere che hanno ritratto Nega nel mondo, il regalo di Natale per chi vorrà donare il proprio contributo.

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