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Una playlist per te. "Anime" di cartone: quando le sigle facevano la storia

Le storie davanti alle “lezioni”, quelle che quando a scuola ti chiedevano della Rivoluzione Francese tu pensavi a Lady Oscar per raccapezzarti e dovevi rispolverare Pollon quando al liceo c’era mitologia greca

C’è stato un tempo in cui i cartoni animati non avevano il dovere di essere educativi, le trame duravano più di una puntata e ogni mattina e ogni pomeriggio non vedevi l’ora che arrivasse la successiva. Eh sì, c’è stato addirittura un tempo in cui dovevi aspettare che si facesse l’ora della “tv per ragazzi”.

In quel tempo c’erano le storie davanti alle “lezioni”, quelle che quando a scuola ti chiedevano della Rivoluzione Francese tu pensavi a Lady Oscar per raccapezzarti e dovevi rispolverare Pollon quando al liceo c’era mitologia greca. Storie che pure tua madre si fermava a guardare sognando che un “parimpampù” potesse risolverle la giornata. Ma prima ancora, prima di tutto c’erano le sigle che in due strofe sintetizzavano l’intera trama, non i jingle da quattro note e qualche rima. Canzoni, tanto cult che persino alle chitarrate da grandi prima o poi ti arrivava la richiesta “me la fai I Puffi?”, un pezzo da disco d’oro nel 1982.

E una voce senza età (magari per una magia dell’Incantevole Creamy), dall’esordio allo Zecchino d’Oro a superospite del 66’ Festival di Sanremo. Una da 7 milioni di copie, la prima donna al Forum di Assago, il competitor che Ricci temeva, l’antenata di Violetta e lo spin off di tutte quelle che sono venute dopo. L’unico personaggio dello spettacolo la cui voce è presente nella tv italiana ininterrottamente dai primi anni ’80, almeno una volta al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno.

C’è un’opera su tutte, testimone della presa che i suoi brani hanno avuto nel leggero mondo pop-rock (anche rap) italiano. “Duets-Tutti Cantano Cristina”, il volume che inaugura il progetto, con dentro le sigle dei cartoni animati più famosi, presentati per la prima volta in duetto con 16 big della musica italiana. Un disco intrinsecamente romantico, evocativo, con emozioni sue. Tutte versioni che rinfrescano la tradizione, che aggiungono innovazione, che rispettano l'emozione.

Da “Kiss me Licia”(testo: Valeri Manera, Nahum; musica: G. B. Martelli), disco di platino nel 1985, che con Baby K ha avuto un'altra vita, ha trovato la giusta formula per restare in equilibrio tra il classico e l’attuale. A “Pollon, Pollon combinaguai” (testo: Valeri Manera, Albera, Aleotti; musica: Cassano dei Matia Bazar), “sembra talco ma non è…serve a darti l’allegria!” con J Ax, che ci ha scritto su ben due barre originali.  Passando per “Occhi di gatto” (testo: Valeri Manera; musica: Carucci) con una Loredana Bertè in una interpretazione meno incazzata del solito, che entra naturalmente nel duetto. Minimal chic nel ri-arrangiamento, il suo timbro si incolla a tutto il resto. “Una spada per Lady oscar” (testo: Valeri Manera; musica: Carucci) feat. Noemi. Zittiti gli squilli di tromba che inneggiavano alla rivoluzione nell’intro, al loro posto entrano i violini. Sacrificare qualcosa per non farne una copia, un mood giusto, forse meno impetuoso, sicuramente più maturo. Per la cronaca: c’è anche la versione de I cavalieri del re che, all’uscita (nel 1982), si posizionò settima nella classifica settimanale dei singoli più venduti.

O ancora, “Che campioni Holly e Benji” (testo: Valeri Manera; musica: Amato). Con Benji  e Fede, prima di Benji senza Fede. “Mila e Shiro 2 cuori nella pallavolo” (testo: Valeri Manera; musica: Carucci) feat. Annalisa. “Jem” (testo: Valeri Manera; musica: Carucci) feat. Emma Marrone. “I Puffi sanno” (testo: Valeri Manera; musica: Draghi) feat. Michele Bravi. "Nanà Supergirl", Giusy Ferreri; "L'incantevole Creamy", Francesca Michielin; "Magica, magica Emi", Arisa; "Siamo fatti così", Elio; "E' quasi magia Johnny", La Rua; "Sailor Moon", Chiara; "Piccoli problemi di cuore", Ermal Meta; "All'arrembaggio", Alessio Bernabei.

Un esperimento talmente riuscito da suscitare un sequel, "Duets-Forever": altri 16 nomi (Alessandra Amoroso, The Kolors, Patty Pravo, Elodie, Shade, Carmen Consoli, Federica Carta, Fabrizio Moro, Dolcenera, Malika Ayane, Elisa, Lo Stato Sociale, Il Volo, Max Pezzali, Le Vibrazioni, Nek), altre icone della musica italiana che firmano interpretazioni di una "classe" irripetibile.

Esaurite le avanguardie, è tempo di grandi classici. Tipo “Lupin” (scritto da Franco Migliacci, cantato da Irene Vioni, accompagnato dall’orchestra Castellina-Pasi). Esiste più di un'edizione del ladro gentiluomo nato dalle tavole di Monkey Punch, ma quella in cui canta la fisarmonica “francesizza” l’atmosfera come nessuna. O “Heidi” (voce: Elisabetta Viviani, anno: 1978, oltre un milione di copie vendute). Uno jodel che si perde in vallate in cui i monti sorridono, e le caprette fanno ciao.

E la sezione “guerre stellari”? “Ufo Robot” -Goldrake (prima tv alle 18.45 del 4 aprile ’78). Uno che si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole. “Daitan 3”. Benjo alla guida del suo robot a energia solare, storia del genere. “Dragon Ball” (Giorgio Vanni, esordio italiano su Italia 1 nel 1999), le lotte instancabili de “L’uomo tigre”, “Jeeg Robot” (opera di Roberto Fogu, pianista e cantautore). “Ken il guerriero” (testo: Lucio Macchiarella; musica: Claudio Maioli. Mai incisa, nel 2010 fu presentato in vinile). Le tinte forti della potenza, i colori decisi di melodie e accompagnamenti. Tutta l'invincibilità del bene sul male.

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