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La Regina degli scacchi dà "scacco matto" al successo. Beth Harmon esiste davvero?

Serie dal clamoroso successo tanto da diventare virale in poche settimane. Mai noiosa, nonostante il soggetto - il gioco degli scacchi - si porti dietro tanti pregiudizi. La "Regina degli scacchi" è una serie raffinata, rifinita, scritta in maniera straordinaria e con una recitazione impeccabile. Parliamo della mini serie - 7 puntate - firmata Netflix. Uscita il 20 ottobre 2020, è diventata subito un cult. Scenografia e costumi - impeccabili - ci portano dritti negli anni Cinquanta e Sessanta, è tra le serie tv più viste in Italia al momento sulla piattaforma di streaming.

Il personaggio di Beth (la bravissima protagonista Anya Taylor-Joy) è raccontato così bene (soprattutto nella sua solitudine e determinazione) che è impossibile non immedesimarsi in lei, unica donna in un mondo (quello degli scacchi) dominato dagli uomini. Geniale, intelligente, pazza, fredda ma allo stesso tempo umana: la protagonista ha un fascino che conquista. Nella serie ci sono tutte le tematiche degli anni '50 e '60: dall'alcolismo alla dipendenza, dall'adozione alla mania del controllo. La regina degli scacchi ti trasporta come uno show d’azione e ti avvolge in una storia di vita solitaria che è anche una profonda riflessione sull'animo degli esseri umani. La serie è tratta dal romanzo The Queen's of Gamblit (La regina degli scacchi in italiano), di Walter Tevis, edito in Italia da Minimum Fax. Il titolo originale della miniserie, come quello del romanzo, si riferisce al gambetto di donna, un'apertura scacchistica. La protagonista Beth Harmon non è mai esistita nella realtà, ma qualcosa di vero però c'è ed è più che altro da cercarsi nella biografia dello scrittore. Walter Travis ha iniziato a giocare a scacchi da bambino, all'età di sette anni, insieme alla sorella. "Una volta ho vinto un premio di $ 250 e sono diventato un giocatore di classe C", ha dichiarato in un'intervista.

 

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