Martedì 26 Novembre 2024

Alma Manera su Carla Fracci: «Quando mi disse: "Adesso tu fai quello che devi". Era unica»

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

"Un ricordo intenso". Quello che lega Alma Manera a Carla Fracci è un rapporto personale e professionale, un sodalizio umano e artistico che affonda nel profondo di anni e racconti. "Non si è mai pronti a certe notizie, ci sono persone che lasciano un'impronta talmente profonda del loro passaggio che il vuoto rimane incolmabile". Così è la stessa Alma, calabrese d’origine e figlia d’arte, ad entrarci dentro, il quel solco del loro pezzo di vita convissuta, scavando nella memoria. "L'essenza del talento” Uno di quelli che si sposa con la disciplina, studio ed esperienza, quella unica al mondo che ha vissuto Carla Fracci. C’è “il suo profilo altissimo e integro, ma anche umanissimo. Lei è la Scala ma anche la piazzetta dell'ultimo paese dimenticato del mondo. Una cifra da emulare, la testimonianza di com'è il vero artista. Umile, generoso". “Ci siamo incontrate tanti anni fa, avevo vent'anni”. In cameretta, quella da adolescente, aveva un suo primo piano. “Il suo carisma era penetrante. Io vengo dalla danza. La conobbi durante uno stage, un incontro fugace. Il rapporto si è intessuto dopo. Ci siamo incrociate al trucco e parrucco, saremmo state ospiti di una trasmissione di Lorella Cuccarini. Avevamo lo stesso orario di convocazione, coincidenze del destino. Sedevamo vicine, un'immensità, accanto a me. Lei era curiosissima. Mi guardava, mi squadrava. Parlava di me alla truccatrice, del mio viso, dei miei occhi particolari, così li vedeva. Io iniziai a parlare, dei miei studi, dei miei maestri. Era interessata alla mia voce lirica, conosceva Magda Olivero, grande star della lirica internazionale. Abbiamo cominciato a parlarne. Mi chiese cosa avrei cantato, parlammo di duttilità. Mi disse… ‘secondo me ti deve vedere Beppe (Menegatti, l’aiuto di Visconti, amico di Zeffirelli, uno dei grandi ultimi maestri del ‘900. Di quell'Italia che esportava e che era modello) mio marito’. Loro vivevano in simbiosi, un sodalizio artistico oltre alla comunione matrimoniale. Lui era la parte intellettuale di Carla, lei passava sempre attraverso lui. Io ho avuto la fortuna di fare quattro produzioni teatrali con loro, diretta da Menegatti. C'era stima e amore” “Da lì non ci siamo più lasciate” Non era con tutti allo stesso modo, Carla Fracci. “Il nostro è stato un rapporto vissuto nella naturalezza, nella semplicità. Ci piaceva bere insieme vino rosso, o prosecco, i dolcetti. Una volta, eravamo in tournèe a Piacenza, era nato da poco il suo nipotino e volle andare a comprargli un regalo. Siamo uscite, siamo andate al negozio, come una nonna qualsiasi. Ha comprato una tutina, i bavaglini. La dimensione giornaliera di un'artista immensa” Carla Fracci era la madrina del Festival della Danza e delle Danze di Nepi La manifestazione, internazionale, la dirige Maria Pia Liotta, la madre di Alma Manera. “Lei, Carla, ha festeggiato il suo ultimo compleanno, il 20 agosto, lì con noi. Quando è nata mia figlia Regina, Carla e Beppe sono stati tra i primi a chiamarmi. E Carla ha voluto le foto. Lei mi mandava i messaggi su Whatsapp, aveva visto le foto di mia nonna Regina e mia figlia che porta il suo nome e l'avevamo commentata. Era rapporto di grande tenerezza. Ci siamo sentite fino a qualche settimana fa, col maestro fino alla scorsa. Proprio perchè ai primi di luglio abbiamo la quinta edizione del Festival di cui lei è stata madrina dalla prima edizione e che quest'anno sarà ovviamente dedicato a lei. L'ultima creazione di Beppe per Carla risale proprio al Festival. Io cantavo, ero la sua voce in scena” L'anno scorso ospiti in Rai: "Tu fai quello che devi" C’è un’intervista, registrata in quell’occasione. “Erano giorni che dicevo al mio webmaster di ripubblicarla…  vedi il caso. Siamo andate in scena e registrato quell'intervista dopo che la sera prima avevano investito il mio cagnolino, Arte, che lei conosceva da quando aveva 3 mesi. Io non mi sentivo di andare in video, avevo pianto tutta la notte, la mattina era arrivata la troupe Rai, lei è venuta in camera, mi ha ordinato di vestirmi, si è seduta e ha aspettato che mi preparassi. Mi disse: ‘tu adesso fai quello che devi’, me lo ha ordinato. Con quella forza invincibile di ogni suo gesto. Ho avuto grandi esempi, sono stata costruita dalla generazione di mia nonna, quella che ha vissuto guerra e dopo guerra. È stato fortissimo. Con Carla ci siamo esibite anche a Reggio Calabria, al Cilea, mia nonna veniva a vederci, abbiamo avuto momenti di intimità familiare insieme” “La malattia l'ha vissuta con grande pudore e dignità” Non se ne parlava. “Si era aggravata, lo sapevo. Se n'è andata a casa sua, in quella serenità che aveva costruito per tutta la vita. Circondata dai suoi affetti, stamattina abbiamo sentito la sorella e la nipote, lei le aspettava. Il figlio e i nipotini erano con lei, si è addormentata circondata d’amore. Credeva nel passaggio. Lei aveva un fortissimo sentimento di fede. Quando debuttai con Maria di Nazareth mi mandarono i fiori e vennero allo spettacolo, loro, lei e il marito sono stati la mia scuola” “Carla è l'essenza dell'arte pura” Una testimonianza senza misura, umile, forte e fragile, colta nell'anima. Strutturata e ironica. Le caricature di Virginia Raffaele, ad esempio, la divertivano molto. “Ricordo che mi chiamò e ne abbiamo sorriso insieme”. Poi c’è quella volta in cui furono insignite della Medaglia Vaticana, insieme. “Dovevamo andare in Cappella Sistina a ricevere questo onore con papa Ratzinger e sua eminenza il cardinale Ravasi. Avevamo appuntamento, voleva andassi io a prenderla in taxi per arrivare insieme. Era già successo, di fare il viaggio insieme, di parlare del viaggio nel viaggio. Lei mi chiama alle 7 di mattina, l'appuntamento era per le 10, e mi chiede: ‘Alma, ma adesso io che mi vesto sempre di bianco, che mi metto per andare dal Papa?’ E io, ‘tu sei Carla Fracci, vestiti di bianco e magari sopra un paltò scuro’. Come le amiche il sabato sera. Siamo entrate a braccetto. Lei, Menegatti, Arnoldo Pomodoro, Pupi Avati, Tornatore e io. Che ero la più piccola, i giganti così ti fanno sentire. Era il 2009”. E così è Carla Fracci: una che vola, coi piedi per terra.

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