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Milano celebra Giorgio Strehler, inventore della regia moderna

Nel centenario, alla Scala e nelle sedi del Piccolo teatro

A 100 anni dalla nascita di Giorgio Strehler, la Scala e il Piccolo Teatro celebrano il grande regista scomparso nel 1997, triestino di nascita, che a Milano è diventato una figura centrale del teatro europeo, con una grande mostra, "Strehler e i palcoscenici milanesi", allestita appunto nei luoghi in cui fece teatro. I luoghi sono la Scala, dove ha curato 35 regie di 33 opere diverse, e il "Piccolo", da lui fondato nel 1947 e dove ha dato vita a 126 spettacoli teatrali, che già negli ultimi anni della sua vita si divideva fra tre sedi, quella originaria di via Rovello (oggi Teatro Grassi), la nuova sede da lui voluta (oggi Teatro Strehler) e il Teatro Studio (oggi Teatro Melato Studio).

La mostra che si inaugura oggi si articola quindi in diverse sezioni: la Scala presenta un allestimento "in presenza" dal titolo "Strehler, il gesto, lo spazio" nelle sale del Museo Teatrale e nel Ridotto dei Palchi a cura di Vittoria Crespi Morbio, e la mostra virtuale (accessibile anche al pubblico globale) 'Strehler e il soffio del vero poeticò, che è un viaggio attraverso gli spettacoli strehleriani alla Scala, curato da Franco Pulcini con le voci di Luca Micheletti e Andrea Jonasson, che fu musa e moglie del regista. Il Piccolo allestisce "Amo il teatro perché amo la vita", consacrata al racconto del rapporto tra Strehler e Milano (con oggetti, costumi, documenti, fotografie) e dislocata negli spazi dei teatri Strehler, Grassi e del Melato Studio. Mostre arricchite dal contributo della Fondazione Corriere della Sera con riproduzioni di pagine di quotidiani dell’epoca, con cui il visitatore può addentrarsi nella lettura di recensioni ma anche di articoli di cronaca che ci dicono quanto Strehler fosse un artista sempre in dialogo col proprio tempo e con la Storia.

E oggi, alla presentazione, in tanti hanno rilevato quanto Strehler sia stato «importante nella storia del teatro e della cultura del '900», a cominciare da Tommaso Sacchi, nuovo assessore alla Cultura di Milano. E Vittoria Crespi ha rilevato che dal 1947, quando fece la sua prima regia alla Scala (con La Traviata) e fondò, con Paolo Grassi, il "Piccolo", «Strehler cambiò il modo di fare regia: il suo metodo era partire da sensazioni, emozioni, ricordi. E da quel momento gli scenografi collaborarono con lui per creare lo spazio scenico adatto» a queste sensazioni, emozioni, ricordi. Cosa che ha fatto dire a Pulcini come Strehler sia stato l’inventore della regia moderna. E il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, nel ricordare una prova con Strehler con gli attori ha raccontato che «a un certo momento non capiva se era più teatro la pièce che si provava o lui stesso nel suo lavoro di regia».

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