A livello calcistico, di lui si sono perse le tracce. Ultima esperienza al Getafe nel 2019: secondo alcuni è svincolato, in attesa di qualche opportunità.
Ma l’ipotesi più probabile è che Mathieu Flamini non voglia più saperne del calcio giocato. E ne avrebbe tutti i motivi del mondo, visto ciò che fa oggi.
Centrocampista non esattamente imponente (178 centimetri per 67 chili) ma tutto corsa e dinamismo, Flamini cresce calcisticamente nel Marsiglia. Poi quattro anni all’Arsenal, dove vince i suoi primi titoli (una FA Cup ed una Community Shield). Nel 2008 l’approdo al Milan di Carletto Ancelotti, Maldini, Seedorf, Pirlo, Kakà, Beckham, Ronaldinho, ed in rossonero gioca per cinque stagioni, sollevando al cielo uno Scudetto e una Supercoppa.
Dato l’addio ai colori rossoneri nel 2013, Flamini tornerà all’Arsenal per qualche anno, vincendo altri quattro trofei, e poi chiuderà la carriera tra Crystal Palace e Getafe.
In carriera gioca qualche partita anche con la Nazionale francese, ma senza molta fortuna: viene inserito nei pre-convocati ad Euro 2008, ma poi viene escluso dai 23 definitivi. Rischia di essere reintegrato un mese prima della manifestazione, per sostituire l’infortunato Vieira, ma alla fine il ct francese Domenech decide definitivamente di non convocarlo.
Terminata la sua breve esperienza al Getafe (18 presenze nell’arco di due mezze stagioni), ad oggi Flamini non gioca partite ufficiali da quasi due anni, senza però aver annunciato ufficialmente il suo ritiro.
Qualche mese fa, tra l’altro, si è proposto al Monza di Berlusconi e Galliani, ai quali è molto legato: “Sarebbe bello aiutarli a conquistare la Serie A”, ha raccontato in un’intervista a Sportweek.
Per fortuna, però, che fuori dal campo Flamini non può dire di passarsela male. Il suo obiettivo numero uno? Cercare di salvare il pianeta.
A partire dal 2008, mentre giocava in Italia, Flamini ha investito nel settore della bioeconomia: insieme al socio Pasquale Granata, è co-fondatore e project manager di GF Biochemicals, un’importante azienda con sede nei Paesi Bassi che produce derivati dell'acido levulinico. Secondo una ricerca del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, questa sostanza può contribuire a realizzare un mondo “più verde”.
L’acido levulinico permetterebbe di ridurre le emissioni di monossido di carbonio. Ma non solo: questa molecola ha un enorme potenziale, perché da essa si produce un biocarburante che avrebbe caratteristiche molto simili al petrolio e quindi, nel lungo periodo, potrebbe sostituirlo.
In questo modo si darebbe il via ad una produzione energetica e industriale a impatto ambientale notevolmente ridotto.
“Il cambiamento climatico è qualcosa che ho osservato negli anni semplicemente constatando la quantità di plastica riversata sulle spiagge”, ha spiegato sempre a Sportweek Flamini. “Quando sono passato al Milan ho incontrato le persone giuste con cui condividere la mia preoccupazione e la voglia di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose. Così è nata GF Biochemicals”.
L’investimento del centrocampista si è rivelato abbastanza redditizio: la società si muove in un mercato valutato 30 miliardi di dollari l’anno. Praticamente, quello che guadagnava da calciatore erano spiccioli a confronto. Possiamo quindi presumere che anche i cento milioni annui dello stipendio di Messi siano pochi di fronte a certe cifre: Flamini è decisamente il calciatore (forse) in attività più ricco che ci sia.
Negli anni, prima che l’azienda decollasse, il francese ha tenuto a lungo nascosto il suo progetto: “Nemmeno la mia famiglia sapeva”, ha spiegato lui stesso. “Ho investito molti soldi, c'era un grande rischio, ma per avere successo devi prendere delle decisioni rischiose”.
Ma l’impegno di Flamini nel mondo bio non si limita a GF Biochemicals. Il francese ha anche co-fondato il primo e-magazine al mondo interamente dedicato alla sostenibilità, “The BioJournal”. Fa anche parte del Comitato di eccellenza ambientale per la candidatura di Parigi come sede delle Olimpiadi estive 2024. Nel 2018, insieme all’ex compagno Mesut Ozil, ha lanciato un’altra società, Unity, che si occupa di allenamento, nutrizione e benessere psico-fisico, e mette in commercio cosmetici sostenibili.
Per il suo impegno a favore del pianeta, nel 2015 Flamini è diventato il personaggio dell’anno secondo la rivista britannica MNE: “I calciatori moderni sono orribilmente strapagati, ma almeno lui investe i suoi soldi per cercare di salvare il mondo”.
Chapeau Mathieu.
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