La pandemia, il conflitto in Europa, l’inflazione in aumento, le previsioni di recessione e un settore, quello assicurativo, che si pone come soggetto resiliente e anzi capace di garantire protezione, stimolare gli investimenti e la ripresa economica, se adeguatamente supportato dai decisori politici verso i quali si pone in atteggiamento costruttivamente dialogante.
E’ il tema della seconda edizione dell’Insurance Summit, che nella splendida location romana di Villa Miani riunisce vertici istituzionali, esperti internazionali e manager del settore su iniziativa di Ania, l’associazione nazionale delle imprese di assicurazione sul tema “From pandemic to warflation: a key role for the insurance industry”.
Ad aprire i lavori la presidente dell’associazione Maria Bianca Farina, che, come già fatto nell’assemblea associativa dello scorso luglio, ha evidenziato la forte capacità del comparto di costituire una preziosa risorsa per i mercati economici globali in un tempo difficile, segnato da continue emergenze.
Tra gli interventi più attesi, e ripresi nel corso del convegno, quello del Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni, che in collegamento ha esordito ammonendo sulla necessità di dare sostegno alle famiglie e ai redditi più bassi garantendo sostenibilità. Ha poi citato gli strumenti di finanziamento internazionale quali Pnrr e Next Generation Eu e il piano di riforme in corso sul debito e gli investimenti, insistendo sull’urgenza di un approccio “europeo” rispetto ai singoli interventi statali.
L’intervento della presidente Farina
“Questo appuntamento – ha evidenziato la presidente Farina inaugurando i lavori - non potrebbe arrivare in un momento più opportuno. Non potrebbe arrivare, soprattutto, in un momento più denso di sfide e – ne sono convinta – di opportunità per chi saprà leggere e interpretare il cambiamento che è di fronte a noi e nel quale siamo immersi.
Quello che stiamo vivendo non è solo un momento di grandi trasformazioni, ma di continui mutamenti del quadro economico, finanziario, industriale e dunque anche sociale, che procedono, peraltro, per strappi inattesi e improvvisi e dalle conseguenze spesso profonde. Per l’industria assicurativa, così focalizzata nel creare valore nel lungo periodo per le comunità dei nostri stakeholder, questa è una sfida che ha bisogno di essere letta e interpretata con attenzione perché le nostre imprese possano rispondere nel migliore dei modi alle aspettative dei clienti, dei risparmiatori, degli investitori e della crescita del nostro Paese nel suo complesso.
Potremmo dire che ci sono decenni durante i quali cambia poco o niente e settimane durante le quali cambia tutto. Queste ultime, sono quelle che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questo difficile 2022. Una lunga stagione di inflazione e tassi ai minimi termini, di relativo contenimento dei saldi di finanza pubblica, di relativa debolezza degli investimenti privati e soprattutto pubblici, sembra essere ormai alle nostre spalle.
Il 24 febbraio scorso, l’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia non ha segnato solo un inaccettabile ritorno della guerra. Il suo impatto sul piano economico e finanziario ha cambiato il paradigma e ha accelerato alcune tendenze che erano già in atto da qualche tempo. La guerra economica dichiarata da Putin, il suo tentativo di piegare l’Europa attraverso le forniture di energia, hanno contribuito a spingere l’inflazione dell’area euro fino al 10% (secondo le stime preliminari di Eurostat per settembre). Dopo anni in cui il rischio era quello semmai di una deflazione nella nostra area monetaria, tutto è cambiato. La Banca centrale europea è così passata da una politica espansiva, che l’aveva portata a ridurre e tenere i tassi in territorio negativo e ad acquistare asset sui mercati per circa 5.000 miliardi di euro, ad aumenti dei tassi di maggiori dimensioni da oltre due decenni”.
“Non è questa la sola trasformazione con la quale oggi dobbiamo fare i conti. L’inflazione ha rialzato la testa a livello globale – nella media dell’economia mondiale, come già detto, sfiora ormai il 10% - e ciò soprattutto nei Paesi avanzati, che ormai credevano di aver domato questo fenomeno grazie alle forze della globalizzazione. L’aumento dei prezzi al consumo è ben superiore all’8% negli Stati Uniti, sfiora il 10% in Gran Bretagna e sembra potersi risvegliare per la prima volta da una generazione persino in Giappone. I fattori che alimentano le dinamiche dei prezzi nel mondo occidentale in parte sono probabilmente transitori – pensiamo alla rapida ripresa dopo la pandemia – ma in parte potrebbero essere legati a fenomeni più profondi, come la transizione energetica e il ritorno di barriere che ostacolano il commercio globale”.
“In questa cornice – ha ribadito la presidente di Ania - , i decisori politici e gli operatori economici sono chiamati a navigare in condizioni di grande complessità. Non solo la Bce ma tutte le banche centrali delle grandi economie avanzate, a cominciare dalla Federal Reserve, stanno reagendo al nuovo quadro attraverso rapidi aumenti dei tassi d’interesse e questa tendenza ha a sua volta aumentato le fluttuazioni sul mercato dei cambi come non avveniva da molti anni. Nell’ultimo anno il dollaro si è rivalutato a doppia cifra sulle monete di quasi tutte le principali economie del pianeta e ciò potrebbe portare altre banche centrali ad accentuare la loro stretta monetaria per contenere l’inflazione importata attraverso le materie prime denominate in valuta statunitense. Proprio questa settimana si terranno a Washington le sedute dell’Annual Meeting del Fondo Monetario Internazionale, del G7 Finanze e del G20, durante le quali il tema del coordinamento delle politiche economiche e monetarie a livello internazionale – ne sono certa – assumerà una rilevanza particolare”.
“Non c’è alternativa, del resto, - ha ammonito - al ritorno al dialogo, al confronto e alla collaborazione fra i decisori delle grandi aree economiche del pianeta. Per la prima volta assistiamo, infatti, a un rallentamento simultaneo dell’economia di Stati Uniti, Cina ed Europa, ossia dei tre principali motori produttivi, commerciali e finanziari del sistema internazionale.
A sua volta, questo quadro di rallentamento dei grandi motori dell’economia globale spinge i principali governi ad aumentare l’indebitamento pubblico per sostenere la congiuntura e indennizzare almeno in parte famiglie e imprese dagli effetti dell’inflazione e del caro energia. Assistiamo così ad annunci che fino a pochi anni fa sarebbero parsi quasi impensabili, come quando nei giorni scorsi il governo tedesco ha annunciato la creazione di un fondo pubblico da 200 miliardi di euro per proteggere famiglie e imprese dagli aumenti dei prezzi energetici. Ma queste politiche pubbliche in disavanzo, per quanto perfettamente comprensibili nella congiuntura attuale, spingono in una direzione contrastante rispetto alla svolta restrittiva della politica monetaria ed è ancora presto per comprendere se questo policy mix si mostrerà in grado di farci ritornare nel breve termine a una crescita sostenuta con bassa inflazione”.
L’impatto sul mercato assicurativo
“Il rallentamento economico e il contesto di alta inflazione pesano sulle assicurazioni – ha osservato la presidente - Il rallentamento della crescita porta in genere a una minore domanda di coperture. Nei rami danni, la più alta inflazione inizia a manifestarsi nell'aumento dei costi dei sinistri, mentre il processo di adeguamento delle tariffe assicurative è – data la natura del business – più lento e graduale. Nei rami vita, oltre a una riduzione della domanda, alcuni assicurati potrebbero trovarsi nelle condizioni di liquidare gli investimenti e questo avrebbe effetti negativi sull’afflusso di risorse e, soprattutto, sull’ordinata gestione del portafoglio titoli, che peraltro risente di forti perdite sulle obbligazioni e sulle azioni, con riflessi nei conti economici.
Dall’inizio dell’anno, i tassi di interesse decennali sono infatti aumentati di poco più di 200 basis points in Germania e negli Stati Uniti; l’aumento è stato pari a 300 bps per l’Italia, dato un contenuto aumento dello spread. Il tasso decennale della curva risk free di Solvency II è salito da 0,2% di fine 2021 al 3,0% nello scorso settembre.
Sempre dall’inizio dell’anno, le quotazioni azionarie nell’area dell’euro sono diminuite del 19% la contrazione è stata piuttosto omogenea tra i grandi Paesi. La caduta di borsa è stata del 20,5% negli Stati Uniti, un valore che però si riduce al -9,2% se si tiene conto del forte apprezzamento del dollaro.
Tutti i comparti delle borse europee hanno registrato un ridimensionamento dei valori: per il settore assicurativo la riduzione è stata pari all’8,7%, percentuale sensibilmente inferiore a quella media del listino. Mentre fino a luglio i comparti danni e vita registravano un andamento simile, la discesa si è fatta più rapida nel comparto vita, riflettendo i timori di una caduta del reddito disponibile delle famiglie in termini reali: nel complesso, da inizio anno, il ramo danni registra una riduzione dell’8%, contro il 12% per il ramo vita. Anche in questa situazione, quindi, il settore assicurativo europeo e italiano sta mostrando la sua capacità di affrontare e gestire congiunture economiche e finanziarie estremamente complesse”.
Le ragioni dell’ottimismo, nonostante tutto
“Quando ci incontrammo un anno fa in occasione del primo Insurance Summit, organizzato in concomitanza con la Presidenza italiana del G20, stavamo uscendo dal periodo più intenso della pandemia e lo scenario economico sembrava rasserenarsi, sulla spinta di una ripresa vigorosa. Oggi il cielo si è rannuvolato e le incognite si sono moltiplicate. Vorrei dirvi tuttavia che le ragioni dell’ottimismo – un ottimismo lucido, razionale, non fideistico – debbono ancora prevalere rispetto a quelle della legittima preoccupazione”. La presidente ha poi introdotto il prosieguo dei lavori, con il confronto “in merito alle risposte che le istituzioni e il sistema finanziario europeo possono dare a fronte dei molteplici fattori di crisi dell’attuale contesto economico e geopolitico: in particolare la necessità di una riforma della governance economica europea e l’introduzione di nuovi strumenti di politica monetari” e i panel sulla doppia transizione verde e digitale alla luce del nuovo scenario geopolitico.
Riflettori quindi “sul ruolo che può svolgere il settore assicurativo nel facilitare la transizione, sostenendo – sia come primario investitore istituzionale sia come gestore professionale del rischio – imprese e famiglie che, data l’incertezza sul presente e le grandi trasformazioni in corso, quella demografica, oltre a quelle del digitale e dell’energia, debbono valutare le loro scelte su un orizzonte di alcuni anni o addirittura decenni”. L’approfondimento tocca anche il tema delle risposte che può dare l’industria assicurativa alle sfide attuali: “La professionalità, la robustezza patrimoniale, la capacità di allocazione delle risorse in mercati quotati e non quotati nel lungo periodo sono i punti di forza che renderanno l’industria assicurativa sempre più centrale per il benessere e il welfare delle famiglie, lo sviluppo tecnologico e di mercato delle imprese e la crescita dell’economia nel lungo termine, affiancando le iniziative e le risorse pubbliche in campo, a iniziare da quelle del PNRR. Starà a noi saper sviluppare sempre meglio i prodotti che servono ad assecondare le esigenze d’investimento di lungo termine che caratterizzano quest’epoca di trasformazioni, per aiutare il Paese a navigare oltre le incognite dell’oggi.
Pochi avrebbero immaginato, nel momento più difficile della pandemia poco più di due anni fa, che l’Italia e l’Europa avrebbero avuto la vitalità e la capacità di reazione che poi tutti insieme abbiamo dimostrato. Sono convinta che questi nostri punti di forza non siano venuti meno nella fase attuale. Ciò è vero per l’Italia, per l’Europa e per la nostra industria. La tenuta dell’intero settore assicurativo in questi mesi di incertezza e volatilità dei mercati finanziari è certamente un ottimo auspicio. Non abbiamo mai smesso di lavorare per immaginare un domani migliore, più sicuro, più dinamico. Starà a noi saper cogliere le opportunità offerte dal cambiamento”.
Le assicurazioni rafforzano la resilienza
La condizione di attuale incertezza e il peso su ogni tipo di stima previsionale, è stata evidenziata da Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, delineando comunque per il 2023 un tasso d’inflazione che si attesta al 4,3% . Signorini, ribadendo che il rischio finanziario va preso in considerazione anche dagli altri settori, ha sottolineato che le assicurazioni “possono rafforzare la resilienza assorbendo l’instabilità del mercato”. Nelle considerazioni introduttive David Wright, presidente di Eurofi, la piattaforma europea che promuove incontri su tematiche economiche, ha ribadito la necessità di una “unione paneuropea energetica” che consenta di mantenere il mercato unito. Il giornalista Alessandro Speciale, capo dell’ufficio romano di Bloomberg ha moderato il panel su “How the European economic governance and the financial system
can respond to the current crises?” discutendo sulle reazioni della governance economica europea e del sistema finanziario alla crisi con Irene Tinagli, presidente della Commissione parlamentare per i problemi economici e monetari (ECON) (che ha ribadito la necessità di favorire per il settore assicurativo non solo una gestione prudenziale, ma investimenti a lungo termine), l’eurodeputato Markus Ferber, relatore di Solvency 2 (la direttiva europea finalizzata a misurare i rischi per le compagnie di assicurazione), e, per il settore industriale, con Andrea Sironi, presidente del Gruppo Generali (che ha delineato l’enorme potenziale finanziario del sistema assicurativo, auspicando poi una convergenza “green” degli investimenti di settore), e Florence Lustman, presidente di France Assureurs, che ha accennato alle sfide legate al cambiamento climatico e all’andamento demografico.
Nel pomeriggio il panel sulla transizione ecologica e digitale e i cambiamenti necessari, con la relazione introduttiva di John Berrigan, direttore generale della DG Financial Stability, Financial Services and Capital Markets Union (FISMA) della Commissione europea. Luca Casiraghi, Bloomberg, ne discute con Olivier Poissonneau, responsabile public policy developments di AXA, Lapo Pistelli, direttore degli affari pubblici di ENI, Michaela Koller, direttrice generale di Insurance Europe e Fausto Parente, direttore esecutivo di EIOPA, l’autorità europea di vigilanza delle assicurazioni. Quindi il panel incentrato sul modo in cui il sistema assicurativo risponde alle sfide contingenti: dopo il discorso introduttivo di Fabio Cerchiai, nuovo presidente di Federazione Banche Assicurazioni e Finanza, Alessandra Migliaccio, di Bloomberg, ne discute con Francesca Mariotti, direttrice generale di Confindustria, Alessandro Scarfò, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Assicura, e Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Italia.
Dopo le considerazioni finali di Alessandro Rivera, direttore generale della Tesoreria del Ministero dell’Economia, l’Insurance Summit 2022 si chiude con l’intervento della presidente di Ania Maria Bianca Farina.
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