Lunedì 23 Dicembre 2024

Quando il cuore si ferma, ma poi riparte: i casi Manfredonia, Kanu, Fadiga e Muamba

Fabrice Muamba
Lionello Manfredonia
Nwankwo Kanu
Khalilou Fadiga

Lionello Manfredonia, Nwakwo Kanu, Khalilou Fadiga e Fabrice Muamba. Nomi di giocatori che, probabilmente, diranno poco o nulla ai più. In comune, tuttavia, hanno l'aver attraversato l'inferno ed essere tornati indietro. Prima di Christian Eriksen altri “colleghi”, in passato, sono stati salvati per il rotto della cuffia.

Il malore... sotto zero

Lionello Manfredonia, difensore che ha indossato le maglie di Juventus, Roma e Lazio, fu costretto a chiudere la carriera il 30 dicembre del 1989, nel corso di una gara tra i giallorossi e il Bologna. In campo le condizioni climatiche erano proibitive (parecchi gradi sotto lo zero) e il giocatore si accasciò a terra a per un malore causato da un arresto cardiaco. Si riprese anche all'intervento dei sanitari, proprio come accaduto a Eriksen.

I “miracoli” dei medici nerazzurri

Kanu e Fadiga, invece, furono salvati prima di scendere in campo. Al primo dei due, attaccante nigeriano, fu riscontrata una malformazione della valvola aortica. Necessario un intervento d'urgenza in una delle migliori cliniche statunitensi. Destino simile anche per Fadiga che, dopo aver firmato un contratto triennale con l'Inter, è stato costretto a fermarsi a causa di malformazioni cardiache.

Viaggio nell'aldilà andata... e ritorno

Un'ora e 18 minuti: tanto si fermò il cuore del centrocampista congolese (naturalizzato inglese) il 17 marzo 2012ebbe un arresto cardiaco, accasciandosi improvvisamente al suolo nel corso della partita di Fa Cup contro il Tottenham, quasi al termine della prima frazione di gioco. Incontro sospeso e calciatore sottoposto immediatamente a rianimazione da parte del personale medico (compreso un cardiologo che stava assistendo alla partita) e successivamente trasportato all'Heart Attack Center del London Chest Hospital, dove viene ricoverato in unità di terapia intensiva cardiologica in condizioni critiche. Il medico del Bolton ebbe modo di spiegare successivamente che Muamba ha ricevuto numerose scariche del defibrillatore sia sul campo che in ambulanza, ma il suo cuore è stato fermo per 1 ora e 18 minuti.

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