Lunedì 23 Dicembre 2024

Euro 2020, tra figli d'arte e somiglianze clamorose: è Akè, ma sembra... Gullit FOTO

Mazinho e Thiago Alcantara
Kasper e Peter Schmeichel
Henrik e Jordan Larsson
Enrico e Federico Chiesa
Danny e Dailey Blind
Ake e Gullit

Le sue treccine, negli anni '90 hanno fatto “giurisprudenza”. C'è un prima e un dopo Ruud Gullit, proprio perché prima dell'avvento dello scultoreo attaccante olandese nessuno faceva troppo caso a capigliature del genere. Mentre, dopo, la frase più comune è diventata: «Con queste treccine sembri Gullit». Col tempo, però, nuove mode hanno schiacciato le precedenti e i paragoni sono scemati. O almeno fino a Euro 2020, quando il taglio treccioloso di Nathan Akè - guarda caso anche lui olandese - ha riportato alla memoria Ruud. Come se non bastasse anche il fisico e il volto dell'esterno del Chelsea (determinante con un assist nel finale della partita vinta 3-2 contro l'Ucraina) ricordano tremendamente l'ex giocatore del Milan e della Sampdoria. Una somiglianza talmente evidente che, i più maliziosi, hanno bollato come “sospetta”. Ci sono anche i figli d'arte veri a Euro 2020, quelli acclarati grazie all'anagrafe e al di sopra di ogni sospetto o malizia. Alcuni sono riusciti a calcare le orme di chi gli ha dato la vita, altri ci stanno provando. Altri ancora non ci riusciranno mai, talmente è grande l'aura che avvolge i propri padri.

Mazinho e il meltinpot chiamato famiglia

Thiago Alcantara, delizioso interprete del football 2.0, ha un grande futuro davanti a sé ma anche un “passato” prestigioso. Perché suo padre, Mazinho, è stato uno dei giocatori brasiliani che ha avuto la fortuna di poter alzare al cielo la Coppa del Mondo. Lo fece nel 1994, in faccia all'Italia, in una Nazionale carioca che non era certo irresistibile ma che comunque poteva contare su elementi come Leonardo (non in finale), Bebeto e Romario. Per il resto, una squadra forte, certo, ma battibile. E anche Mazinho era così: forte ma alla portata degli avversari. Lui, Thiago, difende però la bandiera della Spagna, a differenza del fratello, Rafinha, carioca di passaporto e anche di... maglia.

Guantoni danesi passati di manone in manone: la dinastia degli Schmeichel

Peter Schmeichel è stato probabilmente il portiere più forte della storia del Manchester United: insuperabile, tra i pali, e carismatico. Talenti trasmessi in gran parte al figlio Kasper che ha seguito le orme del papà ma ha scelto Leicester come luogo della consacrazione, avvenuta nella straordinaria cavalcata che è valsa la Premier all squadra di Ranieri, scelto dalla società per una salvezza... tranquilla.

Larsson: da Henrik a Jordan, la Svezia ha i piedi buoni

In tema di treccine, come non ricordare Henrik Larsson, attaccante effervescente della Svezia degli anni '90? Quella, sempre nel Mondiale di Mazinho e del Brasile campione, arrivò fino alla semifinale (battuto proprio da Romario e compagni). Un talento clamoroso che ha fatto la storia del Celtic e, anche se non risultando determinante, del Barcellona. Jordan ha lo stesso Dna e gioca anche lui in attacco ma ha solo una richiesta per i naviganti: «Non chiamatemi Henrik». Anche in quanto a personalità sta messo bene.

Ajax e Olanda da un Blind all'altro la musica è diversa

Molto più in salita la strada verso la consacrazione di Daley Blind che da 31 anni convive con la spauracchio di un padre famoso, Danny, campionissimo dell'Ajax. La sua, di carriera, è stata meno gloriosa, ma ha comunque rappresentato un fulcro della Nazionale (è tra i convocati di Euro 2020) e dell'Ajax, oltre che del Manchester United.

Di padre in figlio, da un Chiesa e un altro: Federico nella storia proprio come il padre

In una vecchia intervista degli anni '90, incastonata all'interno del programma Rai Dribbling, a un piccolissimo Federico Chiesa, figlio dell'allora attaccante viola Enrico, per gioco, il telecronista domandò. «E adesso che Batistuta è andato alla Roma i gol chi li farà nella Fiorentina? Tuo papà?». A riascoltare la riposta, oggi, vengono quasi i brividi: «Io». Una sorta di predizione, perché, prima di approdare alla Juve, Federico Chiesa è stato il trascinatore della Fiorentina. Storie di un calcio che non c'è più, fatto di treccine e imprese titaniche, che si mescolano all'attualità. E il mix che ne vien fuori è suggestivo. Molto suggestivo.        

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