Un «nuovo quadro di regole europee di finanza pubblica che trovi un equilibrio fra esigenze diverse»: è nelle parole del commissario europeo dell’Economia Paolo Gentiloni, declinate attraverso i concetti di “comunità” e condivisione di azioni e obiettivi, che trova sintesi l’articolato, intenso dibattito sviluppatosi nel corso della seconda edizione dell’Insurance Summit, il vertice internazionale sui temi dello sviluppo economico, della finanza e della protezione assicurativa promosso da Ania, l’associazione nazionale tra le imprese di assicurazione tenutosi nei giorni scorsi a Roma, a Villa Miani.
Un’occasione per delineare, alla presenza di esponenti di primo piano del mondo dell’economia e della finanza, delle istituzioni nazionali ed europee e del management del comparto assicurativo, il quadro di un’attualità segnata da una congiuntura drammatica, ma anche la direzione verso una exit strategy necessaria per tutti gli stakeholder. Un contributo di altissimo profilo al dibattito, quello offerto dall’associazione di riferimento per le aziende assicurative, nell’intento di mettere a confronto esperienze e ruoli differenti, e spesso non dialoganti, per contribuire concretamente alla costruzione di un percorso resiliente, che veda proprio il comparto in prima linea, con la sua potenzialità diretta d’investimento e con la intrinseca capacità di supporto e protezione rispetto sia alla solidità patrimoniale delle famiglie, sia alla capacità produttiva delle imprese. “From pandemic to warflation: a key role for the insurance industry” (Dalla pandemia alla “warflation”: un ruolo chiave per l’industria assicurativa) è stato il tema nel cui sviluppo sono stati impegnati esperti e relatori nei diversi panel snodatisi durante la giornata.
Ad aprire i lavori la presidente di Ania Maria Bianca Farina, che ne ha poi tratto le conclusioni. «Se l’obiettivo era uscire da Villa Miani più consapevoli, con le idee più chiare, sentendoci più forti per affrontare le sfide del presente, potremmo dire di aver raggiunto il nostro proposito. - ha ribadito - Ogni intervento ci ha aiutato a comporre un quadro molto articolato e chiaro di dove siamo e di dove stiamo andando, come settore, come comunità nazionale e come comunità europea. Ci tengo ad usare questa parola in apparenza un po’ desueta – comunità – perché credo che una delle lezioni di questa giornata sia proprio qui: in Europa, nella congiuntura attuale, non ci saranno vincenti o perdenti; perderemo o – sono convinta – vinceremo tutti insieme proprio perché più che mai siamo una comunità di fronte a ciò che sta accadendo. Noi Paesi dell’Unione e noi grandi settori produttivi di una delle grandi aree economiche del pianeta, siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri e non possiamo mai dimenticarci di questa evidenza. Usciremo dalle incertezze di questi anni difficili solo tutti insieme – non con il gioco dell’ognun per sé – e i nostri responsabili al più alto livello ne sono perfettamente consapevoli».
Lo «stravolgimento» degli scenari determinatosi negli ultimi anni, caratterizzati da una estrema imprevedibilità, del tutto in antitesi con la componente pianificatoria che distingue invece le attività assicurative, è stato evidenziato dal commissario Gentiloni: «A causa di situazioni del tutto eccezionali - ha rilevato - non possiamo escludere la recessione ma dobbiamo affrontare la congiuntura economica contrastando l’inflazione. Va offerto sostegno a famiglie e redditi più bassi investendo in settori strategici, garantendone sostenibilità. Gli interventi hanno effetto sugli Stati membri e occorre un approccio europeo». Gentiloni ha quindi ricordato l’importanza di strumenti come Next Generation Eu e i Piani nazionali di ripresa e resilienza. «La priorità - ha aggiunto - è portare avanti la revisione sulla governance economica: è fondamentale riformare le norme, la pandemia ha lasciato un debito pubblico elevato, ma la strategia deve essere realistica e garantire stabilità e sostegno alla crescita. La sfida della transizione ci pone di fronte a due montagne da “scalare”: debito e investimenti. Dobbiamo quindi rivedere le regole fiscali, volte a semplificare la gestione nazionale: gli Stati membri potrebbero avere maggiore margine di manovra, purché sia garantita la sostenibilità. Ad esempio la riforma degli impegni negli investimenti potrebbe consentire adeguamenti fiscali a più lungo termine, con una sostenibilità maggiore. I cambiamenti alle regole fiscali potrebbero garantire un quadro più coerente della governance economica, registrando consenso. Cercare di procedere tempestivamente verso un indirizzo comune dà un messaggio positivo ai mercati. La BCE ha rafforzato lo strumento di tutela per ottemperare alle norme fiscali, è quindi necessario avere nuove norme. È giunto - ha concluso - il momento per un nuovo quadro che risponda alle sfide attuali e future, è giunto il momento di andare avanti e lasciare alle spalle le divisioni del passato».
E riprendendo le parole del commissario nel prefigurare «come il settore finanziario può mettersi al servizio delle imprese, delle famiglie, dell’economia nel suo complesso per rimettere il Paese sul sentiero di una ripresa duratura e robusta», la presidente Farina ha ribadito: «Dobbiamo assicurare la sostenibilità finanziaria di lungo termine dei nostri Paesi, vogliamo renderli robusti agli choc che continuano a segnare questi anni, vogliamo chiarezza dei percorsi di risanamento che aiuti a stabilizzare il mercato del debito. Allo stesso tempo c’è l’esigenza di poter gestire al meglio le grandi sfide di questi anni: la doppia transizione ambientale e tecnologica, un upgrade costante dei sistemi d’istruzione, l’obbligo di costruire una deterrenza militare credibile in Europa, l’evoluzione demografica. Del resto è quando l’Europa non c’è, o esita, che se ne comprende di più l’importanza. Questo in parte sta accadendo oggi. L’esame di questa crisi non è ancora superato». «La nostra industria può fare molto per aiutare a far sì che il nostro Paese si esprima al meglio, nell’interesse di tutti. Starà a noi trovare le formule più adatte, ma sono certa che saremo all’altezza delle sfide».
I panel con esperti e esponenti istituzionali
Un quadro di instabilità globale, in cui una delle poche certezze è l’aumento dell’inflazione, stimato in Italia nel 2023 intorno al 4,3%. Una congiuntura che non deve in alcun modo apparire lontana dall’orizzonte quotidiano del grande pubblico, delle famiglie, delle imprese. Che, infatti, hanno già perfettamente colto il rapido volgere in peggio del quadro economico, globale e individuale. E l’appello, giunto fortissimo dal summit di Villa Miani, seppure in maniera diversificata ma assolutamente convergente, è ad una strategia “paneuropea” condivisa sui fronti critici e in particolare quelli dei mercati finanziari e dell’energia. «Il rischio finanziario va preso seriamente in considerazione dagli altri settori, non finanziari», ha ammonito in apertura Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, con riferimento alle quali, ha voluto evidenziare «la capacità di rafforzare la resilienza e assorbire le instabilità del mercato».
«Quando l’Ue procede insieme riesce» ha rilevato David Wright, presidente di Eurofi, la piattaforma europea che promuove incontri su tematiche economiche, richiamando la necessità di garanzie di stabilità finanziaria, con la riduzione del debito pubblico, e puntando al «completamento dell’unione bancaria e dei mercati di capitali».
«Occorre impedire che gli Stati membri vadano da soli ma è necessaria una risposta europea, come accaduto per il Covid, evitando che si vada a vantaggio di uno e a discapito dell’altro», ha osservato - con particolare riferimento alla transizione energetica - Irene Tinagli, presidente della Commissione del Parlamento europeo per i problemi economici e monetari (ECON) nel panel sulle reazioni della governance economica europea e del sistema finanziario alla crisi, moderato dal giornalista Alessandro Speciale, capo dell’ufficio romano di Bloomberg, mentre l’eurodeputato Markus Ferber, relatore di Solvency 2 (la direttiva europea finalizzata a misurare i rischi per le compagnie di assicurazione, in corso di modifica), ha sottolineato l’importanza di norme che consentano «il rilascio di nuovi capitali, snellendo le procedure specie per le assicurazioni più piccole». E a evidenziare l’imponente forza finanziaria che il settore assicurativo può liberare è stato Andrea Sironi, presidente del Gruppo Generali, rimarcandone anche la capacità di orientare gli investimenti verso la transizione energetica, ad esempio riducendo l’impegno sulle fonti fossili. Florence Lustman, presidente di France Assureurs, ha invece ribadito la necessità di individuare modalità equilibrate di gestione del rischio che non mettano a rischio i fondi pubblici.
L’importanza di una transizione digitale condivisa, che potenzi l’innovazione e l’efficienza del settore finanziario e assicurativo, è stata sottolineata da John Berrigan, direttore generale della DG Financial Stability, Financial Services and Capital Markets Union (FISMA) della Commissione europea nel panel moderato da Luca Casiraghi, di Bloomberg sulla transizione digitale e green. Olivier Poissonneau, responsabile public policy developments di AXA, ha ricordato la responsabilità delle imprese nel contribuire ad una gestione industriale sostenibile, mentre Lapo Pistelli, direttore degli affari pubblici di ENI si è soffermato sugli scenari internazionali attuali e prospettici, legati anche alla interdipendenza dei mercati e al peso di giganti come Africa e Asia, prefigurando la costruzione di una nuova economia dell’idrogeno e auspicando un sistema infrastrutturale che agevoli la produzione delle rinnovabili. E mentre Michaela Koller, direttrice generale di Insurance Europe, ha accennato all’“eccesso normativo” che pesa sullo snellimento delle procedure (i regolamenti di settore sono passati da 21 a 78) Fausto Parente, direttore esecutivo di EIOPA, l’autorità europea di vigilanza delle assicurazioni, ha ribadito comunque la necessità di una dettagliata applicazione delle norme di livello primario, evidenziando poi la necessità di incrementare la consapevolezza del rischio.
Fabio Cerchiai, nuovo presidente di Federazione Banche Assicurazioni e Finanza, ha sottolineato il contributo essenziale del comparto assicurativo alla crescita, alla stabilità finanziaria e alla transizione ecologica, favorendo gli investimenti e la smobilizzazione dei risparmi accantonati in forma liquida, ma anche con un apporto primario di investimenti da oltre 1000 miliardi, pari al 60% del Pil. La risposta del sistema assicurativo alle sfide contingenti è stata esaminata (nel panel moderato da Alessandra Migliaccio, di Bloomberg) da Francesca Mariotti, direttrice generale di Confindustria (che ha ribadito lo “shock energetico” per imprese e famiglie, la sfida sul fronte climatico e demografico e la necessità di dialogo pubblico-privato ), Alessandro Scarfò, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Assicura (che ha evidenziato la necessità di una consulenza capace di incrementare la consapevolezza dei rischi e degli strumenti per farvi fronte) , Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz Italia (che ha analizzato la propensione dell’utente all’investimento a fronte della necessità di mantenere liquidità) e Nicola Mango (Direzione generale Banca e Finanza MEF) che ha richiamato l’importanza di strategie comunitarie quali la Capital Market Union, anche in termini di convergenza delle pratiche di vigilanza .
«L’invasione russa ha rafforzato la necessità di sinergia» ha quindi ribadito in conclusione Alessandro Rivera, direttore generale della Tesoreria del Ministero dell’Economia sottolineando la necessità di una «collaborazione internazionale nella quale il settore assicurativo ha un ruolo decisivo».
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