Addio a Mike Greco, partito da Mendicino in Calabria e diventato il "re dei salumi" di New York - Foto
Addio a Mike Greco, il «re dei salumi» del Bronx e tra i protagonisti in un ruolo cammeo del film di Fred Schepisi «Six Degrees of Separations». Greco, il cui mantra era «meglio vivere un giorno da leone che cento da pecora», è morto in una casa di riposo di White Plains dopo essere diventato una leggenda per i conoscitori della cucina italiana a New York: il «sindaco di Arthur Avenue», come era soprannominato dalla strada italo-americana dove si trova la sua salumeria, aveva 89 anni. Era nato a Mendicino, in provincia di Cosenza, l'8 aggio del 1929. Protagonista per sei decenni di quella che molti considerano la «vera Little Italy» , Mike era emigrato dalla Calabria a 17 anni con in tasca 50 dollari di allora, pari a 500 dollari oggi. Subito aveva trovato impiego presso un macellaio napoletano del Bronx di cui aveva sposato la figlia. All’inizio degli anni Cinquanta si era messo in proprio aprendo il Mikès Deli nell’Arthur Avenue Retail Market, una sorta di Eataly ante-litteram voluta da Fiorello La Guardia per raggruppare i vari venditori ambulanti della zona. Greco arrivava in negozio alle sei del mattino sette giorni alla settimana: fettina di prosciutto e bicchierino di cognac a colazione. I suoi salumi, la «soppressatina» ancora decantata dalla sua voce sulla segreteria telefonica del negozio, la mozzarella fresca e il parmigiano avevano reso Mikès Deli meta di pellegrinaggio per gastronomi e intenditori. «Era la definizione del sogno americano», ha detto il figlio David che ha ereditato il locale. Ma non era solo la qualità dei prodotti che rendeva speciale la gita fuori Manhattan. Greco era un intrattenitore nato, una qualità che gli aveva guadagnato la parte nel film di Schepisi durante il quale, ha raccontato il figlio, fece fermare le riprese per cambiare le parole della sua parte in un italiano più convincente. Dopo la morte l’attore Chazz Palminteri è stato uno delle centinaia di ammiratori passati in negozio a fare le condoglianze. Un personaggio esuberante, «bigger than life», come si dice a New York: capitava che Mike intonasse un’aria di Puccini o di Verdi mentre affettava la mortadella o pesava le olive verdi importate da Castelvetrano. Avrebbe voluto fare l’attore, e uno dei figli ne aveva ereditato la vocazione: «Dietro il Banco con Mussolini» è il titolo del monologo teatrale autobiografico di Marco Greco ispirato alla foto del Duce appesa sopra la cassa. Ma Mike, che aveva esposto in vetrina anche una foto di Hillary Clinton, negava di avere simpatie di destra o di sinistra: «Sono neutral perché sono troppo critic per essere politico», aveva spiegato una volta nel caratteristico mix di italiano e inglese che era il suo «marchio di fabbrica».