La rivolta in Birmania ha la sua martire. Una folla commossa ha partecipato a Mandalay al funerale della diciannovenne uccisa mercoledì a colpi di arma da fuoco durante le proteste contro il colpo di Stato. Kyal Sin, soprannominata "Angel", al corteo dove è stata colpita indossava una maglietta con la frase "Andrà tutto bene". Immagini di lei, disegni e frasi di omaggio hanno invaso i social, facendo della ragazza una figura simbolo dell’ennesima tragica crisi birmana che ha mietuto finora almeno 54 morti, secondo l’ultimo conteggio delle Nazioni Unite, che denunciano anche oltre 1.700 arresti. A guidare il corteo funebre un camion coperto di fiori con uno striscione con scritto «eroe», seguito da un carro funebre nero e oro. Migliaia di persone in lutto hanno cantato canzoni rivoluzionarie e slogan anti-golpe. In molti, anche sui social, l'hanno definita «la nostra eroina». Consapevole dei rischi dello scendere in piazza contro il regime, Angel aveva scritto i dettagli del suo gruppo sanguigno su Facebook e chiesto che i suoi organi fossero donati nel caso fosse morta.
Si era legata al polso un nastro rosso, simbolo di coraggio
La giovane, appassionata di danza e di arti marziali, si era unita nei giorni scorsi alle centinaia di migliaia di persone che chiedono in tutto il Paese il rilascio di Aung San Suu Kyi, in carcere dal colpo di Stato del primo febbraio. Sulla sua pagina Facebook postava video dei suoi passi di danza, selfie dei suoi abiti e foto con suo padre. Il mese scorso si era legata al polso un nastro rosso, simbolo di coraggio. Alla fine dell’anno scorso, padre e figlia avevano scattato fotografie delle loro dita macchiate di inchiostro viola dopo aver votato alle seconde elezioni democratiche del Myanmar, che il partito di Suu Kyi ha vinto con una valanga di voti.
L’Unione europea si mobilita contro il regime golpista.
Alcuni filmati pubblicati sui social media mostrano gli ultimi momenti di Kyal Sin durante la manifestazione sfociata in massacro. La ragazza corre alla ricerca di un riparo lungo una strada tra rumori di spari e il fumo dei lacrimogeni. Inutilmente. Un medico ha confermato alla France Presse che i proiettili l’hanno raggiunta alla testa. «Riposa in pace amica mia - recita uno degli innumerevoli post su Facebook -. Combatteremo questa rivoluzione fino alla fine». Intanto anche l’Unione europea si mobilita contro il regime golpista. «Basta con la spirale di violenza contro i manifestanti pacifici - ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel -. Il percorso democratico deve essere ristabilito. L’uccisione di civili innocenti non resterà impunita. L’Ue sta preparando le misure contro i responsabili».