Patrick Zaki è uscito oggi dal commissariato di Mansura vestito con una tuta e scarpe da ginnastica bianche, il colore simbolo degli imputati nei processi egiziani. Appena varcata la porta del commissariato, dal quale è stato rilasciato, ha alzato la mano con l’indice ed il dito medio alzati in segno di "vittoria". Patrick è da oggi a piede libero ma ancora sotto processo, con la prossima udienza fissata per il primo febbraio. Lo studente egiziano dell’università di Bologna è apparso in buone condizioni, con la barba leggermente lunga ma curata, occhiali e i capelli raccolti in un codino.
Chi è Patrick Zaki
E uno studente egiziano dell'università di Bologna, dove prima del suo arresto stava facendo il dottorato sugli studi di genere. Il giovane lavorava per l'Egyptian Initiative for Personal Rights, organizzazione per cui faceva il ricercato sui diritti umani e di genere.
Perché è stato arrestato
Il 7 febbraio del 2020 Zaki viene arrestato all'aeroporto internazionale del Cairo, dove era atterrato per andare a trovare la propria famiglia. Sarebbe dovuto rimanere un paio di settimane, ma quel giorno per lui scattano le manette. Il motivo? Lo studente è accusato di propaganda sovversiva. Dall'aeroporto del Cairo viene quindi portato a Mansoura, dove il mistero s'infittisce. Lì sarebbe stato minacciato e sottoposto a un brutale interrogatorio.
Il carcere
Due anni di reclusione in carcere, ma Zaki potrebbe addirittura rischiarne 25. Sotto accusa ci sono alcuni post che lo studente ha pubblicato su Facebook e che secondo il regime egiziano averebbero avuto lo scopo di disturbare la pace sociale. Zaki, secondo il Governo del Cairo, avrebbe pubblicato notizie false con l'obiettivo di incoraggiare le proteste contro il Governo stesso.
Il processo
Zaki viene arrestato il 7 febbraio 2020, ma il processo inizia solo a luglio. Un processo che non sembra stia andando nella direzione sperata per il neotrentenne, visto che il tribunale antiterrorismo del Cairo ha stabilito ben due prolungamenti del carcere preventivo. E ora siamo a quasi un anno e mezzo.
Il ruolo dell'Italia
In Italia non si stanno organizzando solo flash mob e manifestazioni ormai da oltre un anno per puntare i riflettori sul caso di Patrick Zaki. Anche il Governo italiano si sta muovendo per fare pressioni sull'Egitto affinché lo studente sia finalmente liberato. Non solo. Il Senato ha approvato la mozione che chiede che venga data la cittadinanza italiana a Zaki. Mozione che è stata approvata con 208 voti favorevoli, nessuno contrario e 33 astenuti.