Un uomo con un accento britannico tiene in ostaggio un rabbino e la sua congregazione in una sinagoga in Texas, vicino Dallas. Le autorità sono sul posto insieme al corpo speciale degli SWAT e all’Fbi. Facebook ha interrotto la diretta della cerimonia. Il sequestratore della sinagoga di Colleyville in Texas afferma di essere armato e dice di essere il fratello di Aafia Siddiqui. Lo riporta Abc citando alcune fonti. La pachistana Siddiqui è considerata una terrorista ed è in carcere con l’accusa di aver cercato di uccidere soldati americani e agenti dell’Fbi durante l'interrogatorio dopo il suo arresto nel 2008 nella provincia afghana di Ghanzi. La donna sarebbe legata ad Al Qaida. Avrebbe in ostaggio 4 persone: il rabbino e altri tre. Lo riportano i media americani. «Se qualcuno cercherà di entrare nell’edificio, vi dico che moriranno tutti», ha detto il sequestratore secondo quanto riportato dai media.
La maxi operazione: ucciso il sequestratore
Una maxi operazione con oltre 200 agenti schierati ha risolto dopo oltre 10 ore la crisi alla sinagoga di Colleyville, in Texas, non lontano da Dallas. Al termine di ore di trattative con il sequestratore barricato all’interno con quattro ostaggi, le forze dell’ordine sono entrate in azione liberando gli ostaggi e uccidendo il sequestratore.
L'identità dell'uomo
Sull'uomo i dettagli sono ancora pochi, al di là del suo forte accento britannico. E’ entrato nella sinagoga mentre era in corso la cerimonia del sabato in diretta su Facebook: ai presenti - quattro in tutto incluso il rabbino - si è descritto armato, con bombe nel suo zainetto. Ha urlato, pronunciato frasi antisemite ma, allo stesso tempo, ha ripetutamente messo in evidenza di non essere un criminale. Fin dall’inizio ha chiesto la liberazione di Aafia Siddiqui, conosciuta anche come Lady Al Qaida, la neuroscienziata pachistana che sta scontando 86 anni di carcere con l’accusa di aver cercato di uccidere militari americani e agenti dell’Fbi. Il sequestratore si è detto il fratello della donna ed stato inizialmente identificato da alcuni media americani, fra i quali Abc, come Muhammad Siddiqui. Un legale di Muhammad e la famiglia Siddiqui hanno però smentito seccamente i rumors, condannando con forza il gesto folle.
Le testimonianze
«Era irritato, e più cresceva la sua irritazione più crescevano le minacce come "ho una bomba". Poi ha riso», riferisce una testimone. La donna stava seguendo la cerimonia online quando il sequestratore si è impossessato della scena e prima che Facebook sospendesse la diretta. La polizia, le forze speciali Swat e l’Fbi hanno presidiato l’area per ore mantenendo contatti con il sequestratore che, nel frattempo aveva chiesto a uno degli ostaggi di chiamare un rabbino della città di New York per chiedere di sfruttare i suoi legami e favorire la liberazione di Siddiqui.
Le trattative
Le trattative fra l’uomo e i negoziatori si sono protratte per ore, poi nel pomeriggio un primo ostaggio è stato liberato. In serata, intorno alle 21:30 locali e dopo un’esplosione e colpi di arma da fuoco nella sinagoga, il governatore del Texas Greg Abbott ha twittato: «le preghiere sono state ascoltate. Tutti gli ostaggi sono liberi e stanno bene». La polizia e l’Fbi nella breve conferenza stampa dopo la liberazione degli ostaggi non forniscono molti dettagli: il sequestratore è stato identificato ma «non siamo ancora pronti a condividere le sue informazioni», dicono le autorità. Il presidente Joe Biden ringrazia le forze dell’ordine e assicura agli americani e a chi vuole diffondere odio che gli Stati Uniti si opporranno «all’antisemitismo e all’estremismo».