«Abbiamo visto nuovi orrori di questa guerra», nella notte sono stati distrutti «scuole, asili nido, cinema, musei» e stamani «un razzo ha colpito l’ospedale di maternità. Ci chiediamo: perchè? Sono donne e neonati. Perché sono vittime di questa guerra?». Lo denuncia il capo della Chiesa greco-cattolica monsignor Sviatoslav Shevchuk in un videomessaggio registrato in un bunker a Kiev, in cui descrive il «sesto giorno di una guerra sanguinaria e ingiusta».
L’ospedale colpito, si tratterebbe del Centro di Assistenza per la Gravidanza Adonis di Buzova, un villaggio vicino Kiev. Il Ceo dell’ospedale, Vitaliy Girin, su Facebook ha reso noto che «tutte le persoine sono state evacuate» e che l’edificio è stato gravemente danneggiato.
Da monsignor Shevchuk anche parole di speranza: «Oggi è il 1* marzo e questo significa che secondo il nostro calendario, comincia la primavera. E anche se la bianca neve è caduta sopra la nostra capitale - dice -, la primavera sta arrivando sulla terra di Ucraina senza fermarsi, proprio come i bucaneve che si aprono la strada attraverso la neve per mostrare i suoi fiori. Così anche attraverso l’orrore e la guerra, si apre la strada - inesorabilmente - e con passo deciso, il giorno della luce, di festa e di pace per la nostra terra».
«Ma noi preghiamo. Resistiamo», continua il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. «Siamo una nazione che costruisce, difende a costo del proprio sangue la pace in Ucraina e nel mondo intero. Preghiamo per i nostri soldati, preghiamo per tutti coloro che oggi sostengono la lotta per la pace in Ucraina. In questi giorni abbiamo visto l’eroismo della gente comune. Abbiamo pianto le vittime degli attentati missilistici a Kharkiv, ma ieri abbiamo anche visto gli abitanti di Berdyansk espellere, a mani nude, le forze armate dalla loro città con lo slogan 'Berdyansk è Ucrainà. E la bandiera ucraina è rimasta a sventolare sul municipio. Si compiono davvero le parole di Cristo: nessuno ha amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici. Vediamo che a vincere non è l’odio, ma l’amore. L’amore genera eroi, l’odio genera dei criminali». «Ecco perchè incoraggio tutti voi a imparare ad amare in questo momento tragico».
«Non lasciamoci sopraffare dall’odio - aggiunge monsignor Shevchuk -, non usiamo il suo linguaggio e le sue parole. Secondo la saggezza popolare, chi odia il nemico è già da lui sconfitto. Vinceremo con la forza dell’amore per la nostra patria, per Dio e per il prossimo».
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