Guerra in Ucraina, la resistenza di Stakhovsky: "Non rinunceremo a nulla. Italia non durerebbe un giorno"
Sergiy Stakhovsky è a Kiev. Il 36enne tennista, ex numero 31 al mondo, è ritornato in patria, nella sua città. Era da tutt'altra parte, in vacanza con la famiglia. Ma ha deciso di tornare, non resistendo al richiamo del suo popolo sotto attacco della Russia da mercoledì 24 febbraio. "Noi ucraini non vogliamo rinunciare a nulla. Capiamo che questa è la nostra guerra e non quella dell'Europa, stiamo solo chiedendo aiuto e assistenza. L'Italia e l'esercito italiano, per quanto ne so io, non durerebbe un giorno contro l'esercito russo". Sergiy Stakhovsky, 36 anni, si esprime così a Otto e mezzo su La7. L'ex tennista ucraino, che ha appena chiuso la carriera da professionista, è rientrato in patria pronto a combattere nella guerra contro la Russia.
"Noi siamo qui, stiamo sparando, usiamo armi da guerra e ci arrangiamo con quello che abbiamo. La gente vuole combattere, vuole resistere. Non ci sono forze russe a Kiev, la situazione rimarrà così per un po' di tempo. La Crimea e il Donbass? L'Italia rinuncerebbe alla Sicilia e a Venezia per darle a qualche altro Stato? Bisogna capire che se l'Ucraina cade in mano russa, poi toccherà ad altre nazioni", dice.
"Torneremmo al 1945 con le nazioni satellite rispetto a Mosca: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, il Baltico. Putin minaccia con il nucleare e la Nato ha paura. Lui ha usato questa carta e la userà ancora. La sola speranza che avete è che muoia prima di farlo, altrimenti farà le stesse cose fatte quando Hitler stava dividendo l'Europa. Se le nazioni entreranno in guerra, lui combatterà e spaccherà in due le nazioni, come già successo", afferma ancora.