Un ponte di peluche per alleviare il dramma dei bambini in fuga dall’Ucraina sotto le bombe. Così la guardia di frontiera romena, insieme ai tanti volontari accorsi ad aiutare i rifugiati, ha deciso di trasformare lo storico ponte sul fiume Tibisco, distrutto dai bombardamenti nel 1944 e poi ricostruito nei primi anni Duemila nell’illusione che le guerre fossero finite. Il checkpoint che collega la città ucraina di Solotvino a quella romena di Sighetu Marmatiei è diventato una delle principali vie di fuga degli ucraini dal 24 febbraio scorso, quando è iniziata l’invasione del Paese voluta da Putin. Nei primi giorni si era formato un serpentone lungo 15 chilometri di persone che cercavano di raggiungere il ponte. Intere famiglie in fuga, soprattutto donne, anziani e tanti bambini. In molti casi anche da soli, come la bimba di non più di cinque anni fotografata mentre attraversava la frontiera trascinando la sua piccola valigia. Uno scatto che ha fatto il giro del mondo. Ora la polizia e i volontari hanno deciso di provare a strappare un sorriso ai piccoli in fuga o almeno di alleviare la paura con la cosa più familiare e rassicurante per un bambino: i peluche, le bambole, i giochi. Le foto diffuse su Telegram da Ukrinform mostrano le guardie di frontiera che aspettano i piccoli con i pupazzi colorati in mano. E poi inquadrano il lungo ponte rivestito di legno che collega i due Paesi. Sui lati, adagiati a terra, file di orsacchiotti, cavallini, bambole di porcellana e dinosauri. Radunati in piccoli gruppi per tutta la lunghezza del ponte, per essere certi di raggiungere tutti i bambini che lo attraversano.