"Gloria all’Ucraina! Gloria agli eroi!". Così su Instagram ha scritto nelle settimane scorse Igor Belanov, il campione di calcio ucraino vincitore del pallone d'oro nel 1986 e vero e proprio mito di quell'Unione Sovietica protagonista tra le metà e la fine degli anni ottanta.
Belanov, al pari di altri sportivi ucraini, ha deciso di vivere da protagonista la guerra nel suo paese: ha imbracciato il fucile ed è sceso direttamente sul campo di battaglia.
Belanov nel 1986, dopo aver segnato una tripletta al Mondiale in Messico contro il Belgio, vince un pò a sorpresa il Pallone d'oro superando atleti più quotati come Lineker, Butragueno e Gullit. Gioca da protagonista anche la finale degli Europei del 1988: l'Unione Sovietica cade 2-0 contro l'Olanda di Van Basten e lo stesso Belanov fallisce un calcio di rigore.
Quando Belanov vinse l'ambito premio nel 1986, lo stesso attaccante ucraino, come riporta la Gazzetta dello Sport, ammise onestamente: "So che questo premio è dovuto ai risultati della Dinamo Kiev più che quanto fatto da me a livello individuale. Penso che l'avrebbe meritato di più Zavarov". Invece lo vinse lui, terzo sovietico a riuscirci dopo Lev Yashin (1963) e Blokhin (1975).
Dopo Euro 88, per Belanov si erano spalancate le porte dell'Italia: sarebbe dovuto arrivare al Genoa, ma alla fine il suo trasferimento fu bloccato da una norma russa che impediva il trasferimento all'estero dei calciatori sotto i 29 anni.
Ora a 61 anni, come riporta ancora la "rosea", si è fatto fotografare col fucile in spalla, più fiero di quell'arma che suo malgrado deve imbracciare di quanto non lo sia mai stato per il Pallone d'Oro. "Ho giocato con orgoglio per l’Unione Sovietica e sono sconvolto da questa guerra" ha detto Belanov.
Caricamento commenti
Commenta la notizia