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Sparatoria in ospedale di Tulsa, 5 morti. Il killer ha ucciso medico per dolori post operazione

Si allunga la scia di sangue in America. A pochi giorni dalla strage nella scuola elementare del Texas un uomo entra in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, e apre il fuoco uccidendo quattro persone e ferendone altre dieci prima di togliersi la vita. L’incidente è avvenuto al secondo piano del Natalie Medical Building, che si occupa prevalentemente di medicina sportiva, dell’ospedale St. Francis. Il killer è entrato in azione nel pomeriggio. Il killer dell’ospedale ha agito con l’intenzione di uccidere il dott. Preston Phillips, il chirurgo che lo aveva operato e che figura tra le quattro vittime. Lo ha riferito il capo della polizia locale, Wendell Franklin. Dopo l’intervento, l’autore della strage aveva chiamato ripetutamente la clinica lamentandosi di provare dolore e accusando il medico. «Abbiamo anche una lettera del sospetto, che chiarisce come sia andato con l’intento di uccidere il dr. Phillips e chiunque fosse sulla sua strada», ha detto Franklin.

L’uomo, un afroamericano fra i 35 e i 40 anni, era armato con una pistola e un fucile. L'allarme è scattato quando qualcuno ha chiamato la polizia avvertendo che c'era un uomo armato nel campus dell’ospedale. Gli agenti sono arrivati sul posto nell’arco di alcuni minuti e sono immediatamente intervenuti.

«Nessun agente è rimasto ferito», riferisce la polizia parlando di una scena "catastrofica" ma limitata a una «porzione del secondo piano». L'incidente, avvenuto nel giorno del 101/o anniversario del massacro di Tulsa, sarebbe collegato a un allarme bomba nelle ultime ore sempre nella città. La sparatoria arriva mentre è in corso un acceso dibattito sulle armi dopo le stragi di Uvalde e di Buffalo. La speaker della camera Nancy Pelosi ha assicurato che ci sarà un’azione forte. I democratici stanno valutando diverse misure, fra le quali anche il divieto delle armi d’assalto. Un’ipotesi aggressiva che non sembra comunque in grado di spuntarla in Congresso, dove i liberal in Senato non hanno i numeri sufficienti per approvare neanche misure più deboli.

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