L’Ucraina, ha detto questa sera il presidente Volodymyr Zelensky, si sta muovendo «con molta attenzione» dopo l’annuncio della Russia del ritiro dalla città di Kherson, nel sud dell’Ucraina. «Il nemico non ci fa regali, non fa "gesti di buona volontà"», ha detto Zelensky nel suo discorso quotidiano. «Pertanto, ci muoviamo con molta attenzione, senza emozioni, senza rischi inutili, nell’interesse di liberare tutta la nostra terra e in modo che le perdite siano il più ridotte possibile». Le dichiarazioni di Zelensky arriva dopo che il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha ordinato alle truppe di Mosca di ritirarsi dalla città di Kherson. Lo riferisce la Tass. Il contingente di Mosca verrà ora spostato a Est, sulla riva sinistra del fiume Dnepr, dove verranno allestite nuove postazioni difensive su proposta di Surovikin accolta dal ministro della Difesa, Serghei Shoigu. Nella città di Kherson le bandiere russe sono state rimosse da diversi edifici nel centro della città. Lo ha reso noto Serhii Khlan, un deputato del Consiglio regionale di Kherson, riferisce Ukrinform. «E' simbolico che oggi gli stracci tricolori siano scomparsi di nuovo a Kherson, già sugli edifici del Maritime College, dell’Accademia marittima e della Trade Unions House», ha precisato Khlan. In aggiornamento
Shoigu ordered to begin the withdrawal of troops from #Kherson across the Dnieper River.
Kherson and adjacent settlements cannot be fully supplied and function. It is proposed to take up defensive positions along the left bank of the Dnieper River, said General Surovikin. pic.twitter.com/iK6jM82nUY — NEXTA (@nexta_tv) November 9, 2022
Kiev, non vediamo segnali di ritirata russa da Kherson
Il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak ha dichiarato che Kiev non vede «alcun segno» che le forze russe si stiano ritirando dalla città meridionale di Kherson. «Non vediamo alcun segno che la Russia stia lasciando Kherson senza combattere», ha scritto Podolyak su Twitter, suggerendo che l’annuncio potrebbe essere una manovra e definendo l’ordine del ministro della Difesa Shoigu una «dichiarazione televisiva inscenata».