La Nato è in stato di massimo allerta per dei missili russi che sarebbero caduti in Polonia provocando due morti dopo la pioggia di oltre 100 razzi che si è abbattuta nel pomeriggio sull'Ucraina nell’ennesima sfida di Vladimir Putin al mondo in pieno G20: sarebbe la prima volta che un Paese dell’Alleanza viene colpito direttamente nel conflitto. La notizia, anticipata da media polacchi e poi tedeschi, è stata confermata in un primo momento da un alto funzionario dell’intelligence americana citato dall’AP ma in serata erano febbrili i contatti e le consultazioni tra alleati per cercare di capire cosa sia successo esattamente in Polonia. Il governo di Varsavia ha riunito un consiglio di sicurezza d’emergenza per fare luce sull'accaduto, mentre il Pentagono ha assicurato che gli Stati Uniti «difenderanno ogni centimetro" del territorio dell’Alleanza nel caso la Polonia invocasse l'articolo 5, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva.
La Polonia mette l'esercito in stato d'allerta
L’esercito polacco è stato posto in stato di allerta: lo ha riferito Piotr Miller, il portavoce del governo, dopo la riunione del Comitato per la sicurezza riunitosi stasera a Varsavia. Miller conferma che da parte dell’esecutivo di Varsavia viene valutata la possibilità di attivare l’articolo 4 del Patto Atlantico, che prevede la possibilità di consultazioni fra gli Stati membri.
Mosca: una provocazione per provocare l'escalation
Secca la replica di Mosca: si tratta di voci che equivalgono ad una «provocazione», perché «i missili mostrati dai media polacchi non sono nostri», ha detto in serata il ministero della Difesa russo. A Bali in giornata russi e ucraini avevano mostrato ai leader mondiali di portare avanti un dialogo tra sordi. Volodomyr Zelensky, in videocollegamento con il summit, ha proposto le sue dieci condizioni per sedersi a un tavolo, ma da Mosca il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha replicato che "l'operazione militare" sarebbe continuata.
Perché è Kiev, ha aggiunto, che continua a «rifiutare i negoziati». Dalle parole Mosca è passata ai fatti. E subito dopo che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha lasciato Bali, i bombardieri di Putin hanno lanciato un attacco missilistico massiccio che ha colpito una decina tra città e distretti dell’Ucraina. Non solo Kiev ma anche Leopoli, al confine con la Polonia. In serata è arrivata la notizia che si temeva dall’inizio del conflitto: due missili sarebbero caduti sul villaggio polacco di Przewodow, vicino alla frontiera, uccidendo due persone.
Nei caotici momenti successivi, sempre i media polacchi hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi non di un errore di lancio da parte dei russi ma di un missile abbattuto dalla contraerea ucraina. Nel peggiore degli scenari, la Polonia potrebbe anche invocare l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. Il Pentagono, pur chiarendo di non aver conferma immediata dell’accaduto, ha assicurato che gli Stati Uniti «difenderanno ogni centimetro" dell’Alleanza. Anche i Baltici si sono detti pronti. A stretto giro, è arrivata la replica del ministero della difesa di Mosca, che ha parlato appunto di «una provocazione» mirata a provocare un’escalation, perché i resti ritrovati «non hanno nulla a che vedere con armamenti russi».
Oltre 100 missili russi lanciati su gran parte dell’Ucraina
Gli oltre 100 missili russi lanciati su gran parte dell’Ucraina avevano colpito Kiev, Kharkiv e Leopoli, le tre grandi città lontane dall’epicentro dei combattimenti. L'obiettivo principale del nemico, secondo Kiev, sono state ancora una volta le «infrastrutture critiche». Il risultato è stato che diverse regioni hanno subito interruzioni di corrente, sette milioni di case sono rimaste al buio, danni ingenti sono stati rilevati alla rete internet e della telefonia mobile. A Kiev metà dei residenti è senza luce e le bombe russe hanno centrato anche due palazzi, provocando almeno un morto. Interruzioni di corrente si sono verificate anche in Moldavia. Alla pioggia di raid sull'Ucraina Zelensky ha risposto assicurando che il suo Paese «sovravvivrà» e che Mosca «non raggiungerà i suoi obiettivi». E l’evoluzione del conflitto, almeno sul fronte meridionale, sembra per il momento dargli ragione. Dopo la riconquista di Kherson le sue truppe hanno continuato a spingere indietro i russi, che hanno abbandonato anche la città di Novaya Kakhovka, per spostarsi in aree più sicure dell’oblast. Secondo Kiev, adesso, il nemico ha ripiegato di una ventina di chilometri dalla linee che aveva attrezzato sulla riva orientale del Dnepr. Al tempo stesso si moltiplicano le incursioni ucraine in territorio russo, nella regione di Belgorod. Un bombardamento sulla città di Shebekino, a quattro chilometri dal confine, ha provocato la morte di due civili, ha denunciato il governatore. I successi della controffensiva di Kiev sono stati confermati anche dall’Ue. «Hanno già recuperato il 50% dei territori occupati dalla Russia dal 24 febbraio», ha spiegato l’Alto rappresentante Josep Borrell al termine del Consiglio Difesa a cui hanno preso parte anche il ministro della Difesa ucraino, Andriy Zahorodniuk, ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
#Update: Just in - Video reportedly from the smoke of the explosion zone of the Polish village of #Przewodów, #Lublin province in #Poland, after allegedly 2 #Russia[n missiles hit the region killing 2 people. pic.twitter.com/PpBm9qOUW5
— Sotiri Dimpinoudis (@sotiridi) November 15, 2022
Cosa prevede l'articolo 5 del Trattato Nato
«Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro": inizia così l'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva e che potrebbe essere invocato dalla Polonia, raggiunta stasera da due missili russi al confine con l’Ucraina. Di seguito il testo integrale dell’articolo 5 del Trattato. "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali».
Presidente Polonia parla con la Nato, valutiamo l'art. 4
«Il presidente polacco Andrzej Duda ha appena finito di parlare con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Verifichiamo le premesse dell’articolo 4 della NATO. Siamo in contatto con i nostri alleati e ci aspettiamo colloqui con la parte americana». Lo fa sapere la presidenza polacca su Twitter. L’art. 4 della Nato prevede che "le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».
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