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Record negli Usa, nati due gemelli concepiti 30 anni fa

Lydia e Timothy Ridgeway sono nati tre settimane fa, il 31 ottobre, ma tecnicamente sono i neonati più vecchi del mondo. I due piccoli, infatti, sono venuti alla luce in Oregon grazie a degli embrioni congelati 30 anni fa.

Lydia e Timothy Ridgeway sono nati tre settimane fa, il 31 ottobre, ma tecnicamente sono i neonati più vecchi del mondo. I due piccoli, infatti, sono venuti alla luce in Oregon grazie a degli embrioni congelati 30 anni fa. Precisamente nell’aprile del 1992, quando il governatore dell’Arkansas Bill Clinton era in corsa per la Casa Bianca, e "Save the Best for Last" di Vanessa Williams raggiunse la vetta della classifica Billboard 100. I due neonati, secondo quanto riferito dal National Embryo Donation Center alla Cnn, hanno superato il record per essere stati concepiti con gli embrioni più vecchi che abbiano portato ad un parto di bimbi vivi.

Quello precedente spettava a Molly Gibson, nata nel 2020 da embrioni congelati 27 anni prima, e prima di lei a detenerlo era sua sorella Emma, nata da un embrione congelato 24 anni prima. «C'è qualcosa di sbalorditivo in tutto ciò. In un certo senso sono i nostri figli più grandi, anche se dovrebbero essere i più piccoli», ha detto il papà Philip Ridgeway, che con la moglie Rachel ha altri quattro figli di 8, 6, 3 e quasi 2 anni, nessuno concepito tramite fecondazione in vitro o con donatori. "Avevo 5 anni quando Dio ha dato la vita a Lydia e Timothy, e da allora ha preservato quella vita», ha aggiunto.

Gli embrioni, ha spiegato la Cnn, sono stati creati per una coppia sposata anonima utilizzando la fecondazione in vitro: lui aveva poco più di 50 anni, mentre la donatrice di ovociti ne aveva 34. Gli embrioni non utilizzati subito sono stati conservati per quasi tre decenni in un laboratorio per la fertilità sulla costa occidentale degli Usa: fino al 2007, quando la stessa coppia che li aveva generati li ha donati al National Embryo Donation Center di Knoxville, in Tennessee, nella speranza che altri potessero utilizzarli. Quando le persone si sottopongono alla fecondazione in vitro, infatti, possono produrre più embrioni di quelli che usano per essere crioconservati, donati alla ricerca per far progredire la scienza della medicina riproduttiva, o a persone che vorrebbero dei figli. «Non abbiamo mai pensato a quanti bambini volevamo, ma che ne avremmo avuti tanti quanti Dio ce ne voleva dare - ha raccontato ancora Philip - Quando abbiamo sentito parlare di adozione di embrioni, è stato qualcosa che ci è piaciuto». Secondo gli esperti, l’età dell’embrione non dovrebbe influire sulla salute del bambino, poichè ciò che conta di più è l’età della donna che ha donato l’ovulo. «Se quella paziente aveva 25 anni, molto probabilmente i suoi embrioni sopravviveranno», ha spiegato Zaher Merhi, esperta di fertilità presso il Rejuvenating Fertility Center di New York.

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