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Tensione in Francia, la riforma delle pensioni è legge: scontri a Parigi. Università occupate dagli studenti

Primi scontri nei pressi dell’Assemblée Nationale fra i manifestanti arrivati per protestare contro la mancata sfiducia al governo per soli 9 voti. Oggetti sono stati lanciati da parte dei manifestanti contro la polizia che aveva dato ordine di dispersione della manifestazione, non autorizzata. In risposta, diverse cariche e lancio di lacrimogeni. La situazione nella capitale francese si presenta molto tesa.

Gli studenti occupano le università a Parigi e Bordeaux

Gli studenti hanno continuato a mobilitarsi contro la riforma delle pensioni, con una serie di azioni che vanno dai comizi ai blocchi, con diverse centinaia di studenti dell’università di Parigi 1 che hanno votato per occupare la sede di Tolbiac. Il sindacato studentesco L’Alternative ha contato nel pomeriggio una cinquantina di università e scuole mobilitate, con occupazioni di edifici universitari a Parigi 1 o Montpellier 3-Paul Valèry e blocchi a Lille 2, Parigi 8 o Saint-Etienne. All’università di Bordeaux-Montaigne, circa 300 studenti riuniti in assemblea generale su una piazza hanno votato a grande maggioranza per rinnovare il blocco fino a domani.
A Parigi, diverse centinaia di studenti dell’Università di Parigi 1 Pantheon-Sorbonne hanno votato a mezzogiorno per occupare il campus di Tolbiac per denunciare la riforma e l’uso dell’articolo 49.3 da parte del governo.
«Oltre alla riforma delle pensioni, gli studenti si stanno mobilitando contro il precariato studentesco, l’inazione del governo sul cambiamento climatico e l’università, che sta diventando sempre più costosa ed elitaria», ha dichiarato all’AFP Jahan Lutz, studente di filosofia e attivista del collettivo di estrema sinistra Le Poing leve. «La riforma delle pensioni è l’ultima goccia per noi».

Francia: il governo resiste, le pressioni restano

Il governo del presidente francese Emmanuel Macron oggi è sopravvissuto a due mozioni di sfiducia in Parlamento, ma deve ancora affrontare forti pressioni sulla gestione di una controversa riforma delle pensioni. La riforma ha «compiuto il cammino democratico» ed è già stata portata alla firma dalla presidente del Consiglio. La scorsa settimana il primo ministro Elisabeth Borne aveva infiammato l’opposizione annunciando che il governo avrebbe imposto la controversa riforma senza un voto in Parlamento, scatenando accuse di comportamento antidemocratico.
L’uso dell’articolo 49.3 della Costituzione che consente questa mossa ha anche dato all’opposizione il diritto di depositare mozioni di sfiducia al governo, e sono state presentate due richieste di questo tipo. L’Assemblea nazionale, che ha 577 seggi, ha prima respinto una mozione presentata dalla coalizione centrista Liot - sostenuta anche dalla sinistra - con un margine di soli nove voti, molto inferiore alle aspettative.
Poi ha respinto a stragrande maggioranza una mozione presentata dall’estrema destra di Rassemblement National, che ha incassato solo 94 voti. La bocciatura delle mozioni significa che la riforma per l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni è stata approvata dalla legislatura, anche se deve ancora essere firmata dal presidente e potrebbe essere soggetta a contestazioni legali. La crisi interna più grave del secondo mandato di Macron non si è ancora conclusa e lui non ha ancora commentato pubblicamente la controversia. «Non siamo mai andati così lontano nella costruzione di un compromesso come con questa riforma», ha dichiarato la Borne in Parlamento prima del voto, affermando che l’uso dell’articolo 49 per aggirare il voto è «profondamente democratico» secondo la Costituzione francese, e ha ricordato che la sua paternità non rimonta «a un dittatore», ma al leader storico del dopoguerra Charles de Gaulle.

 

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