Sabato 23 Novembre 2024

XFactor 2021: Pirandello vestito da Tekken nei peggiori bar di Karakaz, non ne Vale LP. I voti del terzo live

Baltimora (foto del sito ufficiale)
Bengala Fire (foto del sito ufficiale)
Erio (foto del sito ufficiale)
Fellow (foto del sito ufficiale)
gIANMARIA (foto del sito ufficiale)
Karakaz (foto del sito ufficiale)
Le Endrigo (foto del sito ufficiale)
Mutonia (foto del sito ufficiale)
Nika Paris (foto del sito ufficiale)
Vale LP (foto del sito ufficiale)
Varsailles (foto del sito ufficiale)

XFactor ventiventuno è uno, nessuno e centomila. Uno show in cerca di identità che si è trovato improvvisamente – e quasi impreparato – ad affrontare una competizione esplosa già alla terza puntata con la doppia eliminazione che ha rischiato di decimare le truppe di Emma. Sul palco non ci sono stati acuti straordinari; al tavolo è iniziata una guerra che, oltre a essere senza esclusione di colpi, stavolta ha assunto le forme della rissa da bar (senza i Bloody Mary di Hell Raton, per fortuna), e questo clima da GOP 26 che si sa già andrà male – l’intervento di sir David Attenborough sul disastro ambientale del nostro pianeta il momento migliore dello show – ha travolto il placido professor Ludovico Tersilli, autore di una topica dopo l’altra contribuendo in maniera forse decisiva all’eliminazione dei Karakaz, ai quali va l’unico rimprovero di essersi fatti vedere mentre ironizzavano sull’ennesimo giudizio tranchant dell’ineffabile Mika. Nel mezzo (anzi, all’inizio) un ispirato Dardust e poi un godibilissimo Gazzelle travestito da Liam Gallagher. Nel delirio pirandelliano di un live con settecento votazioni per limitare i danni delle ‘catene di Sant’Antonio’ promozionali su streaming e download, l’altra eliminata è Vale LP, per fortuna di Emma Le Endrigo si salvano al tilt e via, l’abbiamo sfangata anche questa volta.

Salvate il soldato Bengala Fire

Seconda puntata consecutiva di cover, e questo è un bene visto che quasi tutti gli inediti dei concorrenti di quest’anno sono abbastanza insulsi. Epperò insistono, piazzando a sproposito barre scritte da loro nel mezzo delle canzoni che stanno interpretando. È vero, lo fa anche Gazzelle con Io no di Vasco Rossi, ma vuoi mettere. Ad ogni modo, inizia Fellow (voto 7) e lo fa con la seconda cover di Benjamin Clementine dopo London portati agli Home Visit: ok, forse Mika pensava che gli altri giudici non avessero visto la prima, però se ci martellate ogni settimana con i complimenti che l’autore gli ha fatto non potete pensare di portarla a casa così, senza una critica. Il lungagnone ha una gran voce, specie sulle note basse, e canta comunque molto bene come sempre; ecco, bravi ma basta. In una prima manche nel complesso migliore della seconda, anche Vale LP (voto 7) non sfigura, dando una veste spoglia ma tutto sommato intensa a Stavo pensando a te di Fabri Fibra. Delle critiche che arrivano dal tavolo, la più condivisibile è quella relativa alla direzione da prendere; beh, avrà tempo per pensarci a casa. Chi invece si allontana da questa prospettiva è Versailles (voto 7,5), in ballottaggio la settimana scorsa e che si salva con qualche piccolo accorgimento che non gli risparmia un agguato feroce da parte di Manuel Agnelli ma invero lo affranca almeno un po’ dalle solite dinamiche grunge. Le barre in italiano in un mash-up di due brani in inglese (In bloom dei Nirvana e Six feet under di Billie Eilish), però, no e poi no. Forse Manuel affilava le armi sapendo di dover salvare il soldato Bengala Fire (voto 7,5), che a fronte di una buona – buona e basta – cover di Making plans for Nigel degli XTC, con un bel sound e anche con una messinscena interessante, vengono brutalmente massacrati dal solito Mika. Il quale però, come tutti gli altri Soloni al tavolo, si fa incantare da una brutta versione di Turning tables di Adele prodotta, anzi iperprodotta da Baltimora (voto 5); se si cambia in maniera così radicale l’arrangiamento e non si rispetta la melodia il rischio è di finire a giocare al ‘motivo mascherato’, e anche il falsetto tanto decantato dai giudici appare sforzato e incerto. Prima di lui, giudizi contrastanti per Le Endrigo impegnati in una gemma tratta dal primo album solista di Francesco Bianconi, il leader dei Baustelle: Certi uomini è una poesia al tempo stesso aspra e delicata, sospesa tra un arrangiamento quasi cameristico e un testo crudo e dolente. Loro la portano nel loro mondo e, in tutta sincerità, l’apprezzamento per la loro esibizione va anche oltre il piacere di aver ascoltato una bellezza del genere in prima serata. Riconquistano Mika ma fanno sbroccare Manuel, e questo non so se vada bene, ma il loro voto è 8. Al ballottaggio a quattro – probabilmente l’ultimo, perché secondo Amnesty International viola la Convenzione di Ginevra – vanno Vale LP e Le Endrigo, con Emma ormai cianotica e questi ultimi belli tranquilli perché tanto all’ultimo scontro faranno oh-ohoh-ohohohohohoh e si salveranno.  

Io sto bene, io sto male, io mi chiamo Emma Marrone

Che brutta, che brutta però la seconda manche. Fortuna che c’è il momento trash al termine dell’esibizione dei Mutonia (voto 5), che affrontano Sports dei Viagra Boys, band post-punk svedese con influenze piuttosto diversificate, in maniera un po’ piatta ma non tanto da meritarsi il reiterato giudizio di «schifo» dal solito Mika. Il cantante del gruppo replica con un gesto stizzito, Manuelito lo intercetta e gli fa una paternale forse giusta, ma a Mika che insulta la gente (per mutuare il nome di una pagina Facebook dedicata invece a Manuel Agnelli) nessuno dice niente perché lui è la popstar. Ah, sia chiaro: in tutto questo, il primario Tersilli smozzica un paio di bro e poi si assenta per manifesta inferiorità, lasciando leoni e gladiatori a farsi le coccole. Dicono che dopo canti Nika Paris (voto 5), ma non lo so perché proprio all’inizio del suo Justin Bieber di Lonely mi sono addormentato risvegliandomi miracolosamente quando è sparita dallo schermo. Che noia che barba, che barba che noia. Parlando di complimenti, Emma va in deliquio perché Vasco Rossi ha condiviso una storia con gIANMARIA che canta Jenny è pazza la scorsa settimana ma non è che il Blasco si sia complimentato, se vogliamo dirla tutta. Quello che è probabilmente il miglior talento di questa edizione affronta Io sto bene dei CCCP Fedeli alla Linea con un piglio quasi incosciente, ma c’è del vero nel giudizio di Manuel Agnelli che gli riconosce la capacità di entrare quasi con (giusta) arroganza in pezzi storici e portarli nella sua generazione: voto 8. L’altro scontro succoso della serata si consuma sulle spoglie dei Karakaz (voto 7), ai quali un non-disinteressato-Manuel-Agnelli-giudice-con-due-band-in-squadra, che Pirandello avrebbe volentieri gratificato della patente di iettatore, aveva già cantato il de profundis inventando la questione della ‘formula’, che suona un po’ così: fate sempre la stessa cosa, tra l’altro mi piace pure ma sempre cucuzza è. In realtà, per la prima volta il gruppo di Hell Raton prova a fare qualcosa di diverso su Feel Good Inc. dei Gorillaz, ma nel finale ricade nei soliti urlacci e rovina tutto. E ora, il momento che tutti stavamo (stavate) aspettando: ecco a voi The greatest, che però non è Erio (voto 6) ma semplicemente il titolo della cover di Lana Del Rey. Alla fine ennesimo pippone sull’onestà e sulla sportività da parte di Emma, che in quel momento vede la gente morta – nella sua squadra – e spruzza veleno sulle strategie degli altri giudici come la migliore Arisa, costringendosi a esprimere un giudizio positivo ma adombrando ‘peli nell’uovo’ che onestamente sulla testa di Erio non si vedono. A me continua a non emozionare, anzi con tutti quei vibrati nel ritornello sembra una specie di Farinelli meno truccato. Poco meno, in realtà.

Il televoto? Nei peggiori bar di Karakaz

 Al ballottaggio vanno Nika Paris (finalmente, ho pensato, ma è stata solo un’illusione) e i Karakaz e qui succede il fattaccio: il medico della mutua Ludovico Tersilli (voto 4), reduce da una serata già infarcita di papere e scazzottate da bar, chiude il televoto sull’urlaccio finale con diversi minuti di anticipo sulla scaletta, penalizzando il gruppo di Hell Raton che si era esibito per ultimo con il cavallo di battaglia. Il primo verdetto è un po’ una sorpresa: subito salva Nika Paris, subito fuori Vale LP. Il ballottaggio tra Le Endrigo e Karakaz è una mezza buffonata per mandare tutti al tilt che premia ovviamente i primi, per il sollievo di Emma (voto 4) che avrebbe meritato di perdere tutti e tre i suoi concorrenti in una volta per quanto è stata astiosa e fastidiosa. Invece si salvano Cattivissimo Mika (voto 4), dopo aver passato tutta la serata deciso a vendicarsi dei responsabili dell’eliminazione dei Westfalia come se la responsabilità non fosse solo sua, e Manuel Agnelli Mannari (voto 6) che almeno continua a parlare di musica, non insulta (più di tanto) nessuno e resta l’unico con tre concorrenti ancora in gara. La prende male, anzi malissimo Hell Raton (voto 5), mai incisivo durante la serata nonostante la mise in stile Dragonball che a noi anziani però ricorda più Tekken, storico picchiaduro degli anni Novanta a base di arti marziali; almeno però non è vestito da collant velato come Mika.

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