Un paio di settimane dopo aver spento 80 candeline, Franco Gatti, storico membro dei Ricchi e Poveri, muore lasciando un vuoto in quella che è certamente una delle band più familiari al grande pubblico italiano. Talmente familiare che per tutti Gatti era semplicemente «Il baffo», per questo elemento sul viso così caratterizzante, ma non è tutto, Gatti era certamente anche l’anima più allegra ed accogliente dei Ricchi e Poveri, anche dopo il suo abbandono del progetto, avvenuto nel 2016, per stare accanto a quella famiglia che oggi lo piange, e ancor prima, tre anni prima per la precisione, aveva pianto la scomparsa del figlio Alessio, appena ventiduenne. "Ho bisogno di vita normale, di mia figlia, di mia moglie - ha dichiarato l'uomo in un filmato - ho avuto tanta soddisfazione, ma ora basta così. Auguro il meglio ad Angela ed Angelo, ma io mi fermo qui".
Una perdita tragica che segnerà naturalmente gli ultimi anni della famiglia Gatti e quella dei Ricchi e Poveri, che annulleranno quell'anno un tour nonchè la presenza in qualità di superospiti al Festival di Sanremo di Fabio Fazio. Si prenderanno l’onore di calcare quel palco non in gara, raccogliendo gli applausi di un paese intero, nel 2020, per volere di Amadeus, di nuovo in quattro, «il baffo» seduto ancora accanto ad Angela Brambati, Marina Occhiena e Angelo Sotgiu, che oggi lo piangono dicendo che «un pezzo di vita» li ha lasciati.
«Facciamo parte dell’arredamento, ci siamo sempre stati» aveva detto Franco in sala stampa all’Ariston in quell'occasione, e aveva ragione; i Ricchi e Poveri hanno partecipato ben 12 volte al Festival di Sanremo, vincendo nel 1985 con «Se m'innamoro», solo uno dei tanti diamanti che compongono il collier di un repertorio che vanta una serie di evergreen della storia della canzonetta italiana. Una storia meravigliosa quella dei Ricchi e Poveri, portati da Genova a Milano, quasi di forza, da Fabrizio De Andrè e poi lanciati definitivamente da Franco Califano, che gli riorganizzò il look, facendo tra l’altro tagliare i capelli corti ad Angela, e gli diede il nome Ricchi e Poveri, perchè all’ennesimo pranzo di lavoro li guardò e con quel suo spirito diretto gli disse: «Siete ricchi di spirito e poveri di tasca». Che è anche una grande storia umana che ha appassionato gli italiani tutti, specie quando il quartetto era sulla cresta dell’onda, a questo proposito Franco diceva «L'amicizia è uno dei pochi valori che ci rimane in questo mondo un pò sgangherato; e noi siamo degli inguaribili romantici». «Mamma Maria», «Sarà perchè ti amo», «Che sarà», «La prima cosa bella» sono brani già immatricolati nel DNA di ognuno di noi, ma il debutto del gruppo avviene al Cantagiro del 1968 con «L'ultimo amore», cover in lingua italiana del brano «Everlasting Love» degli inglesi Love Affaire, cui testo è tradotto in italiano da Mogol.
La prima partecipazione a Sanremo nel 1970, insieme a Nicola Di Bari, il brano è appunto «La prima cosa bella». L’anno dopo arrivano solo secondi ma il brano se è il caso diventa ancora più rappresentativo della loro idea di musica ed è «Che sarà», pop nostalgico e coinvolgente che, le strane deviazioni della vita, in realtà apparteneva a Jimmy Fontana e avrebbe voluto presentare lui stesso al Festival, salvo poi essere costretto dall’allora RCA, che voleva spingere la band, a rinunciare. Dopo altre partecipazioni a Sanremo con risultati alterni e soprattutto tantissima tv a fianco di mostri sacri come Pippo Baudo e la coppia Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, nel 1981 fanno di nuovo centro a Sanremo con «Sarà perchè ti amo», cantata però in trio, perchè per dissidi interni Marina Occhiena aveva lasciato il progetto. Il brano venderà ben 7 milioni di copie, cifre astronomiche pensando al mercato odierno, e darà il via ad una nuova fase della loro carriera, che prevede l’incisione di un album, «E penso a te», che rimarrà nella hit parade per cinque mesi, e che sfalderà quell'abitudine dell’industria musicale italiana di non dar spazio ai singoli ma più alla vendita degli album. I Ricchi e Poveri ne estrarranno ben quattro e tradurranno i loro pezzi anche in spagnolo scalando le classifiche anche da quelle parti; ma non solo, all’inizio di quegli anni '80 la band è certamente tra le più seguite in tutta Europa, la title track dell’album «Voulez vous danser» viaggia nelle prime posizioni di tutte le chart specializzate all’estero, specialmente in Germania, Svizzera ed ex URSS, dove va forte la raccolta «Made In Italy», pensata proprio per quel mercato sovietico. Un successo testimoniato, nel 1986, quindi un anno dopo la prima e unica vittoria a Sanremo, da un tour che conta ben 44 date andate tutte sold-out, per un totale di quasi 800mila spettatori russi.
L’ultima partecipazione a Sanremo risale al 1992, il brano si intitola «Così Lontani» ed è scritto e arrangiato da Toto Cutugno, da lì in poi la loro percezione si trasforma un pò agli occhi del pubblico, diventando quasi più personaggi televisivi che portano a spasso le loro hit, specie nei paesi dell’est, innamorati come sappiamo di un certo nostro pop. Le partecipazioni a show tv si moltiplicano, provano perfino la strada dei reality classificandosi terzi nel 2004 alla prima edizione di «Music Farm».
Ma questa loro immagine, forse vagamente vintage per quelle generazioni che non hanno vissuto in prima persona i tempi d’oro, non viene minimamente scalfita dal tempo, in quattro, tre o due, i Ricchi e Poveri continuano a macinare chilometri di carriera, raggiungendo nel 2018 i cinquant'anni di attività. L’ultima reunion, quella al Sanremo di Amadeus, li proietta ancora sul mercato con il disco «ReuniON» che sarebbe dovuto coincidere con la realizzazione di un tour e numerosi progetti, molti dei quali salteranno a causa del Covid, che tra l’altro finirà per allontanare nuovamente dalla band Franco e Marina. Ed oggi la notizia della morte del Baffo, evento che con ogni probabilità non metterà fine alla storia dei Ricchi e Poveri, non ufficialmente perlomeno, ma da oggi non si potrà più sperare di vederli nuovamente insieme, con quella formazione che ha raccolto quasi esclusivamente successi intramontabili, nonchè la simpatia e l’affezione di un paese intero, che oggi piange la scomparsa di un personaggio indimenticabile come «Il Baffo».
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