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XFactor 2022: salvate il soldato Fedez. Rkomi e Dargen sbroccano, Ambra si salva da sola FOTO

Hell Factor o non Hell Factor che sia, la doppia eliminazione è sempre un momento clou di qualsiasi edizione di XFactor. Soprattutto se precede la serata degli inediti in una stagione in cui di inediti, per fortuna, ne abbiamo sentiti molti meno rispetto al recente passato (quando avevano sinceramente rotto). Ma soprattutto, cari sciacalli del talent, è un momento clou perché è quello in cui i giudici mandano il buonismo dove merita e iniziano ad azzannarsi sul serio. Vittima annunciata, ovviamente, Fedez (voto 7): il più esperto al tavolo ha sin qui veleggiato senza soverchi affanni tra le crisi esistenziali dei suoi tre colleghi, ha la squadra ancora intatta – anche Dargen, ma solo per caso – e ha scoperto le carte sulle chances di vittoria finale di non uno, ma due concorrenti, vale a dire Linda e Omini. Logico che diventi il totem da abbattere, ma in tutta onestà i toni di Dargen e Rkomi nei suoi confronti sono ingiustificabili. Specie quelli di Dargen, che a rigore dovrebbe essere un suo amico e invece lo stronca non per i giudizi espressi ma per il livello della sua produzione musicale: argomento sul quale non si può non essere d’accordo, ma che non ha nulla a che vedere con quello che stiamo facendo qui. Rkomi, da parte sua, sembra la sposa di Chucky, la bambola assassina: miagola, guaisce e latra quando si esibiscono i suoi, ma appena Fedez apre bocca praticamente lo insulta a sangue. Dove Fedez si fa prendere in castagna è sull’assegnazione a Dadà che le costa l’uscita da XF22: diverso arrangiamento ma solito repertorio, è inevitabile che il pubblico (che già allo scorso live aveva salvato l’Avatar della concorrente napoletana colpita dal Covid) si sia stancato e decida di mandarla a casa, anche se nella sua manche c’era stato di peggio, cioè quantomeno Disco Club Paradiso e Joelle.

Ambra lontana della rissa e fa un figurone

In questo bailamme fa un figurone Ambra (voto 7), che si tiene lontana dalla rissa ed evita così di incassare colpi tirati a casaccio visto che è già ammaccata dall’eliminazione di Matteo Siffredi e dai ballottaggi affrontati da Lucrezia e Tropea. Curiosamente, rischia di più con la prima ma finisce all’ultimo girone dantesco (ballottaggio a quattro) con i secondi, che pure erano stati ancora una volta tra i migliori. Impossibile non notare la sua crescita sia nelle assegnazioni che nella presenza al tavolo, dove in mezzo a quelle tre galline ormai giganteggia tanto da salvare e portare al live con gli inediti entrambi i suoi concorrenti. L’hot topic della settimana è capire chi abbia sbroccato di più tra Dargen D’Amico (voto 5) e Rkomi (voto 5): ad aprire il fuoco contro il soldato Fedez è il primo, che scatena il suo Dna siculo – i genitori sono originari di Filicudi – per difendere i poveri Disco Club Paradiso, che già sono scarsetti e in più si trovano un’assegnazione da galera, una delle hit peggiori della storia della musica italiana: Laura non c’è di Nek. La verità è che tutti gli ingredienti elencati da Fedez (da Manu Chao all’inserto di liscio) sono perfettamente lì a dargli ragione, ma Dargen semplicemente non accetta il giudizio del collega e lo attacca a tradimento: e tutti pensarono dietro agli occhiali (non ai cappelli) «Lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto». Ma le cose peggiori gliele rovescia contro sicuramente Rkomi, al quale Fedez è costretto a ricordare che in fondo sono lì per giudicare. Come se non bastasse, anche il pubblico riesce a farsi cazziare da Francesca Michielin (voto 7), ancora una volta padrona della situazione – e le cronache narrano che in platea ci fosse nientepopodimeno che il prof. dott. Ludovico Tersigni medico della mutua – ma anche di una formula che, ogni qualvolta viene riproposta, finisce per creare un gran casino, con quattro nominati, ben tre votazioni da casa e, per evitare l’ennesimo tilt e costringere il tavolo finalmente a esporsi, il punto tie-breaker per l’eliminazione del meno votato tra i due rimasti.

Gli ospiti del terzo live: da Sangiovanni a Yungblud

Ospiti del terzo live di XF2022 l’evitabile Sangiovanni e l’interessante Yungblud, che sembra un po’ il figlio illegittimo di Robert Smith dei Cure e Billie Joe Armstrong dei Green Day, però con i capelli di Mirko di Kiss me Licia. Meglio che non ci sia un big, perché quello che ci interessa è più che mai la gara e non vogliamo distrarci. Aprono, come accennato, i Disco Club Paradiso (voto 4): all’elenco di nefandezze contenute nella cover e snocciolate da Fedez aggiungiamo un inverosimile arrangiamento in stile Earth, Wind & Fire e il disastro è completo. Il pubblico li salva senza un vero motivo che non sia quello di riequilibrare numericamente le squadre in vista degli inediti (il loro peraltro non è che avesse impressionato: praticamente Dove si balla del loro giudice, però con «tu non guardarmi ma balla» al posto di «fottitene e balla»). Aveva fatto alzare un sopracciglio – in senso positivo – l’assegnazione di Summertime sadness di Lana del Rey a Joelle (voto 5) da parte di Rkomi: peccato che la produzione tradisca completamente lo spirito del brano, banalizzandolo e mettendo anche in difficoltà la concorrente che finisce meritatamente al ballottaggio (dove però il pubblico la salverà subito). Una botta di vita, invece, la Brainstorm con la quale gli Omini (voto 7,5) affrontano la sfida Arctic Monkeys lanciata loro, manco a dirlo, dall’ineffabile Rkomi: Fedez però non è stupido e sceglie un brano tra i più caciaroni – e quindi più vicini al mood dei suoi concorrenti – del gruppo di Sheffield. Per renderci conto una volta di più del livello del tavolo, basti pensare che si prende tutti gli elogi il batterista Mattia, il quale sul palco fa cenno di no con la testa perché, a differenza degli scienziati seduti al tavolo, sa di non essere stato impeccabile dal punto di vista ritmico. A questo punto, Lucrezia (voto 6,5) apre la sfida nella sfida, ovvero: chi sopravvivrà dei tre-quattro concorrenti costretti a coverizzare brani intoccabili di “mostri sacri” della musica italiana? A lei tocca Insieme a te non ci sto più, capolavoro scritto da Paolo Conte e Vito Pallavicini per Caterina Caselli e che, tra le altre, vanta una cover meravigliosa (ma meravigliosa davvero) di Franco Battiato. Ebbene, rispetto a I’ te vurrìa vasà di Roberto Murolo cantata da Dadà, Fiori rosa, fiori di pesco di Battisti affidata a Beatrice e Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco per Matteo Orsi, la sua è certamente l’interpretazione migliore, la più centrata dal punto di vista vocale e dell’arrangiamento. Interessanti, appunto, anche i progressi di Ambra nelle assegnazioni. Su Dadà dovremo invece fare la media di due voti: 7 per l’assegnazione (brano che tocca le corde dell’emozione, cantato pure perfettamente) e 5 per la strategia di ridurre il brano all’osso rispetto alle produzioni precedenti, ma senza cambiare sostanzialmente repertorio. Strategia che le costa il ballottaggio e in seguito l’eliminazione.

Una seconda manche deludente

Stando a quanto si era visto finora, la seconda manche annovera una serie di “pezzi da novanta” di questa edizione, ma si rivelerà piuttosto deludente. Eccezion fatta per Linda (voto 7) che non va in difficoltà nemmeno su Still don’t know my name di Labirinth: l’unica perplessità è che non sembra il genere più adatto a lei, ma tant’è. Si salva ancora una volta più per la sua bravura che non per un’esibizione davvero perfetta Beatrice (voto 5), per la quale Dargen confeziona una Fiori rosa, fiori di pesco con la cassa dritta – notata sorprendentemente da Ambra – poco rispettosa dell’originale. A proposito di Ambra, la palma per l’assegnazione più interessante della puntata va proprio a lei con Luna dei Verdena per i Tropea (voto 7,5). Anche se dal filmato vediamo come la scelta sia più loro che sua, e non è una novità. Che il pubblico li mandi al ballottaggio si può giustificare solo con il fatto che fosse appena finita la partita sul campo di Verona dove la derelitta Juve del suo ex Allegri aveva ricominciato a “rubacchiare”, scatenando quello che Mourinho chiamava «il rumore dei nemici». E ci è andata di mezzo lei, è evidente. Tocca quindi ai Santi Francesi (voto 5,5) che Rkomi cerca di “spiazzare” con Ti voglio di Ornella Vanoni. I giudici li incensano ancora una volta, ma in realtà sembrano completamente fuori fuoco e se non rischiano è perché hanno davvero un grosso credito da spendere. Finale con Matteo Orsi (voto 6) un po’ fagocitato da Mi sono innamorato di te di Tenco, ma nemmeno tanto da meritare l’eliminazione che verrà poi sancita dal tavolo a favore dei Tropea.

La manche degli inediti: gli eliminati

Come detto, il mega ballottaggio a quattro vede a rischio un concorrente per ciascun giudice: dopo i cavalli di battaglia (che sono i soliti, manco a dirlo... tanto varrebbe rinunciare a questa insignificante passerella) si salva Joelle e viene sacrificata Dadà. Restano in lizza Tropea e Matteo Orsi, che riceve l’unico voto dal suo giudice prima di rimediare un “cappotto” da tutti gli altri. E così, alla manche degli inediti arrivano due concorrenti per ogni squadra, con le azioni di Lucrezia destinate per esempio a salire molto di valore quando sentiremo la versione finale del suo Molecole (forse l’inedito che più ci ha colpito alle audizioni) e con tanta curiosità nei confronti di chi finora ha eseguito solo cover, come gli Omini. Ma l’attesa è soprattutto per quello che accadrà al tavolo, con Fedez che dovrà scegliere se ignorare i suoi rancorosi colleghi o contrattaccare mentre Dargen e Rkomi dovranno dimostrare di non essere il classico accollo della compagnia. Problema tutto particolare per Ambra: farsi riconoscere dai Tropea, che nei ringraziamenti di rito prima del ballottaggio nominano pure l’autista della Skoda elettrica e il panificio dove Fedez ha comprato le pizzette alla cipolla, ma non lei.

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