Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

XFactor 2022, le pagelle della semifinale: gli Omini fatti fuori dagli... ominidi, Fedez bersaglio mobile, c'è la tigre Beatrice Quinta

La sintesi estrema di questa semifinale di XFactor 2022: la manche di duetti forse più scadente di sempre, un’eliminazione ingiusta, la vendetta di Tutanrkomi nei confronti di un Fedez versione Roger Moore (bersaglio mobile, per i non cinefili), gli Omini eliminati al ballottaggio non tanto dalla legge dei Tropea quanto dagli... ominidi. Ce n’è abbastanza per dare tanto “pepe” alla finale di giovedì prossimo al Forum dove si sfideranno – vetta di originalità, coerente del resto con un’edizione del talent non indimenticabile – due band e due voci femminili ma soprattutto un concorrente di ogni squadra. Ebbene sì: dei nostri giudici “preferiti” sin dall’inizio, non tanto Rkomi – che comunque poteva contare sui Santi Francesi che la finale l’avevano ipotecata già alle audizioni –  ma soprattutto Ambra raggiunge a sorpresa l’ultimo atto dopo sei ballottaggi su altrettante puntate (“solo” cinque quelli dei Tropea, a differenza di quanto lei stessa ricorda al tavolo), perde l’occasione di essere annoverata per sempre accanto a Levante e altre leggende in negativo di XFactor e lo fa con una band che all’inizio nemmeno voleva e con la quale non riusciva nemmeno a mettersi d’accordo sulle assegnazioni. Alla fine, ha lasciato fare a loro e ha fatto bene.

Omini ai saluti, i Baustelle non li aiutano. Anzi...

Quando durante il daily in settimana abbiamo appreso che i Baustelle sarebbero stati tra i big invitati a duettare con i concorrenti abbiamo provato un mix di sensazioni contrastanti: da una parte la curiosità di vedere sul palco con gli Omini una delle band iconiche della musica italiana degli ultimi vent’anni, dall’altra la perplessità legata al noto atteggiamento di rigetto che il gruppo senese ha nei confronti del mainstream, della tv con le sue comparsate e “marchette”, dei meccanismi del mercato musicale contemporaneo... insomma, abbastanza per temere che si sarebbero presentati un po’ (anzi, tanto) scazzati. E così purtroppo è stato: la loro Charlie fa surf paga un cattivo bilanciamento tra la voce di Francesco Bianconi e quella di Julian un’ottava sopra, ma anche una serie di attacchi fuori tempo e in generale dà l’impressione di un’esibizione buttata lì, quasi irritante. E probabilmente è  questa manche, più che la seconda con Song 2 dei Blur sulla quale si avventano le “iene” Dargen e Rkomi, a penalizzarli nella votazione mandandoli al ballottaggio con i Tropea. Lì suonano peraltro una My generation degli Who incendiaria con doveroso omaggio finale, spaccando gli strumenti come piaceva tanto a Pete Townshend e Keith Moon e congedandosi con stile. Voto 5 per la prima manche, 8 per la seconda, 10 per aver messo a ferro e fuoco il palco una volta capito che sarebbe stata l’ultima volta.

Regicidio ai danni di Fedez

Che quello perpetrato ai danni di Fedez sia stato un vero e proprio regicidio si coglie dai giudizi sulle esibizioni dei Tropea (voto 6,5): una Donatella Rettore palesemente stonata e fuori tempo condiziona questa Lamette in versione pop-punk che non arriva da nessuna parte, anzi non spara nemmeno quell’energia che ci si sarebbe aspettati. Meglio, ma nemmeno così tanto nella seconda manche per la quale scelgono Qualcosa di grande dei Lùnapop, ballatona sottoposta a un trattamento simile (questo perché poi sono gli Omini a fare sempre la stessa cosa...) e tutto sommato interessante anche se non entusiasmante. “Solita” Asilo Republic di Vasco all’ultimo scontro e Idi di Marzo in arrivo con le “coltellate” di Dargen e soprattutto Rkomi, al quale non sembra vero di potersi finalmente vendicare di Fedez eliminando i tre ragazzi torinesi anziché mandare tutto al tilt come, una volta arrivati in semifinale, sarebbe stato giusto. E non va tralasciato che i due “ominidi” ci provano anche con Linda (voto 7) che in settimana è stata molto turbata dai commenti su di lei nei social: il suo momento di difficoltà si ripercuote sia sul duetto con Federico Zampaglione dei Tiromancino (Per me è importante, intensa ma un po’ imprecisa), sia nella successiva Waves di Dean Lewis. L’impressione – sorprendente – è che Linda sia arrivata, che non ne abbia più; ma il pubblico la salva e quindi la rivedremo, con merito, in finale.

Santi Francesci favoriti, ma c'è la "tigre" Beatrice Quinta

Gli altri due finalisti hanno percorso strade molto diverse, pur non essendo mai andati – come Linda, del resto – al ballottaggio: i Santi Francesi (voto 9) si incartano un po’ nel “doppio duetto” con i Coma Cose, specie all’inizio, ma la bellissima Fuoco negli occhi al di là di qualche imprecisione piace più delle altre. Loro hanno sempre un sound unico e riconoscibile, e nella seconda manche lo dimostrano ulteriormente con una superba When you were young dei Killers, nella quale – al di là dell’esibizione a sorpresa del cantante Alessandro alla batteria – scopriamo la somiglianza quasi incredibile del suo timbro vocale con quello di Brandon Flowers, frontman della band di Las Vegas. Sono sempre più i favoriti per la vittoria finale, a patto che al Forum giovedì non sia previsto un ballottaggio contro i Tropea. Di Beatrice Quinta (voto 7), performer palermitana che finora abbiamo colpevolmente trascurato in queste righe, vanno dette alcune cose più che positive: voce potente, presenza scenica già da “tigre del palco”, dedizione totale. Il dubbio se arrivi in finale per meriti suoi o per l’hype della storiella con Rkomi resta, anche perché il duetto con Morgan su La crisi, uno dei capolavori dell’ex leader dei Bluvertigo, è praticamente una follia. Come il ragazzino del secondo piano di Santa Lucia di De Gregori, i due «cantano, ridono e stonano», a momenti Morgan la catapulta fuori dal palco e nel frattempo ci sorprendiamo a pensare “chissà se prova a rubarla a Rkomi...”. Cattivi noi, così così lei che in seguito sottopone Teorema di Marco Ferradini alla solita trasformazione (dance, nel suo caso) che, chissà perché, è una operazione consentita a tutti fuorché agli Omini. Incredibilmente, più di Linda è lei la rivale designata dei Santi.

Dargen D'Amico sceglie il silenzio: finalmente...

Detto di due ospitate interessanti per motivi diversi (Kae Tempest e Tananai) e di una Francesca Michielin ormai in pieno controllo del meccanismo (voto 8), spendiamo appena due parole per i giudici. Fedez (voto 7) si vede che non ne può più e appreso l’esito dell’ultimo scontro gratifica per ben due volte, a microfoni ancora accesi, con la parolina marrone il subdolo Rkomi (voto 4), che dimostra la maturità di Baby Boss e l’onestà intellettuale di Dick Dastardly (messaggio per la generazione Z: se non sapete chi sia, e non lo sapete, recuperate qualche puntata della Wacky Race).  Ambra (voto 7) ormai sembra Osho, quello vero però: non critica nessuno, non litiga con nessuno, si esibisce nel numero della donna invisibile e accetta supinamente il “colpo di Stato” dei Tropea che fanno un po’ il c... che vogliono. Così mimetizzata, però, approda in finale e alzi la mano chi ci avrebbe mai creduto all’inizio. Infine, se al Forum sarà realmente una festa ci risparmieremo qualche altra boutade di Dargen D’Amico (voto 6), che dopo l’exploit di giovedì scorso sulle mestruazioni si morde la lingua per tutta la puntata e poi, quando deve parlare, articola suoni sconnessi e concetti ancora più sconnessi. Partecipa al Fedezicidio ma nel ruolo subalterno di un Cassio, perché Bruto è senza dubbio Rkomi. Il quale, dopo un’edizione nella quale è stato davvero un pessimo giudice sotto tutti i punti di vista, finirà per vincere XFactor. Il ministero del Merito ha aperto un’indagine.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia