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Nuovo album per Sergio Cammariere: in "Una nuova giornata" ritorno alle origini

«Quando ho lasciato la mia terra, Crotone, a 18 anni per dedicarmi a questo grande sogno, non immaginavo ancora quanto possa essere sorprendente la vita», a parlare è Sergio Cammariere, uno dei cantautori e pianisti più preparati della scena italiana, che all’Agi racconta «Una sola giornata», l’album uscito ieri, il dodicesimo della sua carriera, le cui sonorità riportano istintivamente a «Dalla pace del mare lontano», l’album che contiene «Tutto quello che un uomo», il brano con cui nel 2003 ha partecipato al Festival di Sanremo conquistando la seconda posizione ed il Premio della Critica, nonchè la celebrità pop.

«E' vero - dice - in questo disco molti quadri ricordano il mio primo album «Dalla pace del mare lontano», è un ritorno alle origini. Chi mi conosce sa che dopo il successo non è cambiato il mio modo di essere o di fare musica, e per fortuna esistono ancora spazi per la canzone d’autore». 13 brani nei quali Cammariere, grazie anche alla penna del fido Roberto Kunstler, suo collaboratore fin dagli esordi, mescola poetica intensa alla leggerezza del divertissment jazzato, «Ci sono canzoni riflessive - specifica infatti - come «Una sola giornata» ma anche canzoni più surreali come «Colorado» che tra le righe induce in un sorriso».

E a proposito di «Tutto quello che un uomo», il brano sarà ripreso nel prossimo album di cover di Mina, un onore che il cantautore calabrese commenta così: «Un premio alla carriera, un sogno realizzato, un bellissimo regalo, non vedo l’ora di ascoltarla in una tonalità diversa, sarà emozionante». Da molti anni Cammariere è anche impegnato nella composizione per il cinema, la sua ultima avventura è stata con uno dei maestri italiani assoluti, ci riferiamo a Pupi Avati, fuori a maggio con «La quattordicesima domenica del tempo ordinario», i due, insieme, hanno scritto «La quattordicesima domenica» che nella pellicola viene interpretata con gli attori Gabriele Lavia e Lodo Guenzi.

«Lavorare con Pupi - racconta Cammariere - è stata un’esperienza fondamentale di crescita umana e professionale. Mi ha cercato due anni fa, la prima volta mi parlò di questo nuovo progetto cinematografico e della canzone, che poi è diventata il tema del film. La svolta è arrivata con la prima quartina di Pupi, poi tramite uno scambio di mail, tra frasi poetiche e audio files, in un paio di settimane abbiamo chiuso il componimento ed è nata una nuova canzone, struggente e allo stesso tempo molto evocatica, che ricorda per certi versi Luigi Tenco. Prima delle riprese della pellicola, lo scorso anno abbiamo fatto incidere la canzone agli attori, Gabriele Lavia e Lodo Guenzi, coinvolgendo anche un coro dell’Antoniano di Bologna».

La collaborazione con Guenzi, che fa parte del collettivo musicale Lo Stato Sociale, mette Cammariere a contatto con la famigerata generazione indie, che ha rivoluzionato circa dieci anni fa il cantautorato italiano, «Anch’io mi sento un po' indie - commenta - dal 2016 tutti i miei dischi sono stati prodotti da Jando Music etichetta indipendente e da Parco della Musica records. Qualche anno fa ho conosciuto Lodo a Sanremo, eravamo ospiti nello stesso albergo, lui con lo Stato sociale in gara, io ospite di Nina Zilli. Il destino ha voluto che le nostre vite artistiche s'incrociassero in questa opera cinematografica, lui con una interpretazione straordinaria nel ruolo di attore, io con la mia canzone».

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